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«Il nostro segreto? Materie prime a km zero e prezzi competitivi con l'impegno e il sorriso dei nostri ragazzi in sala»

"Il Germoglio in tavola", ristorante dell'omonima cooperativa "Il Germoglio", festeggia i primi sei mesi con un bilancio positivo e una clientela già affezionata allo staff e ai ragazzi disabili che ne fanno parte

Sono passati ormai sei mesi da quando, alla fine del 2018, la cooperativa sociale “Il Germoglio” si è impegnata nel nuovo progetto riguardante il bar-ristorante “Il Germoglio in tavola”. Un buon servizio accompagnato da un bell’ambiente e da un menù di qualità, che si basa su materie prime fresche - autoprodotte quindi a km zero, o della zona - e prezzi competitivi. Ci sono tutti i piatti della tradizione piacentina, dagli anolini ai tortelli passando per i pisarei e fasò, senza dimenticarsi degli arrosti e delle varianti vegetariane; il tutto con prodotti locali come le uova, la carne della Valtidone, gli aromi dell’orto e il pane fatto in casa. 

E’ il presidente della cooperativa, Mariano Cobianchi, a tracciare con orgoglio e soddisfazione un primo bilancio di questa ennesima e positiva avventura: «Per il momento sta funzionando tutto bene: i ragazzi sono bravi, ci sanno fare e sono piacevoli verso i clienti. Allo stesso modo, la clientela è ben accogliente e ha capito in pieno lo spirito che da sempre ci contraddistingue. La città ci è sempre stata molto vicina e abbiamo già un giro di clienti affezionati che tornano spesso a mangiare da noi».

Attualmente, all’interno del ristorante, sono impegnate circa dieci persone di cui tre con disabilità, che spaziano dalla sala alla cucina. «Il primo semestre è stato positivo: non abbiamo fatto i conti, ma è stato un successo sotto tutti i punti di vista, soprattutto da quello sociale». “Il Germoglio in Tavola” nasce in un locale nuovo, moderno e molto accogliente posto al centro della cooperativa. La ristorazione completa l’offerta di servizi già presenti: il garden, la bottega alimentare Bio e la fattoria didattica con la presenza di diversi animali (pony, asinella, anatre, pavoni, fagiani, caprette e conigli) creando così una nuova sinergia, per poter rispondere a diverse esigenze grazie agli spazi disponibili, sia al chiuso che all’aperto, per convegni, feste e ricorrenze di ogni tipo, pranzi e cene di lavoro e non solo. Il ristorante è aperto tutti i giorni, dal lunedì alla domenica a pranzo, con chiusura la sera della domenica e del lunedì.

«Come attività di inserimento sociale, a Piacenza mancava una realtà di questo genere, che permettesse di dare spazio sia nella formazione degli studenti dell’alberghiera sia dei disabili, con uno spazio destinato anche a loro. E’ un’offerta che conclude un po’ quello che è stato il nostro percorso, da quando siamo nati 38 anni fa, ad oggi» spiega Cobianchi.

Obiettivi per il futuro? «Ad ora l’offerta per la città è abbastanza significativa, ma ci sono sempre cose che si possono fare: qualcuno pensava ad attività di ospitalità, anche se non è un percorso così semplice», continua il presidente. «Si è sviluppata invece un’attività didattica con i giovani, per cui un obiettivo realistico potrebbe essere quello di ampliare questo aspetto, magari in collaborazione con altre realtà cittadine. Ci sono varie sfaccettature, nelle attività che svolgiamo, che possono essere implementate, ma lo scopo rimane sicuramente su iniziative che possano permette l’impiego di persone in stato di svantaggio».

Ristorante il Germoglio chef Marco Merighi-2Su come sia lavorare in un team così particolare e variegato - unico nel suo genere - siamo andati tra i fornelli a parlare con lo chef Marco Merighi: «Con i ragazzi dello staff ci troviamo benissimo, in particolare quelli disabili ci mettono sempre un impegno, un sorriso e cercano di mettercela di più per colmare quello che hanno in “meno”, anche se per certe cose sono perfino più abili di noi», racconta. «Per me questa è un’esperienza nuova, che non avevo mai affrontato nonostante siano circa 37 anni che sono in cucina. Questa realtà mi è piaciuta in primis per la struttura che presenta, con la possibilità di avere una sorgente di prodotti biologici a "metro zero", come dico quando vado a raccogliere gli aromi. Inoltre, il negozio rappresenta anche una fonte di ispirazione continua per nuovi piatti e ricette da proporre ai clienti, come fuori menù o da inserire come novità».

Per chi ancora non conoscesse la cooperativa “Il Germoglio”, non fosse andato a provare i succulenti piatti del ristorante o fosse un po’ titubante in merito, chef Merighi lancia un appello: «Bisogna sempre provare per credere: la curiosità è quella che muove tutto. I nostri piatti sono belli, presentati bene ma soprattuto buoni. Venite a trovarci e poi valutate».

La cooperativa sociale “Il Germoglio” nasce 38 anni fa da soci fondatori e da persone che avevano figli disabili con lo scopo di fornire loro uno spazio formativo da utilizzare una volta finita la suola dell’obbligo, per dare un sostegno alle famiglie dell’epoca. All’inizio la cooperativa si occupava sia di inserimento lavorativo sia di attività assistenziali, come il centro diurno. Nel corso degli anni, per stare al passo con le leggi e per poter inserire persone con difficoltà all’interno di un ambiente lavorativo, si sono aperti i canali dell’attività ortofrutticola e floreale, potenziando poi nel tempo i vari aspetti di vendita per arrivare ad essere autonomi e solidi dal punto di vista finanziario.

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