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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Al via "Oratori aperti", ecco il progetto di comunità educativa di Diocesi e Fondazione

Ne hanno illustrato i dettagli il vescovo Gianni Ambrosio, il presidente della Fondazione Massimo Toscani, il vicario monsignor Luigi Chiesa e don Paolo Cignatta, Coordinatore delle attività dell’ambito pastorale diocesano, che questa mattina hanno firmato un protocollo d’intesa valido per un anno con previsione di rinnovo almeno su base triennale

Gli oratori parrocchiali si propongono ancor più come spazi aperti alla comunità, ai giovani e ai ragazzi con le loro famiglie e agli anziani. Fondazione di Piacenza e Vigevano e Diocesi di Piacenza hanno messo a punto e presentato un progetto articolato in attività di educazione e formazione, mirato a contrastare l’insorgere di situazioni di disagio giovanile.  Ne hanno illustrato i dettagli il vescovo Gianni Ambrosio, il presidente della Fondazione Massimo Toscani, il vicario monsignor Luigi Chiesa e don Paolo Cignatta, Coordinatore delle attività dell’ambito pastorale diocesano, che questa mattina hanno firmato un protocollo d’intesa valido per un anno con - valutati i primi risultati - previsione di rinnovo almeno su base triennale. Per questo primo anno la Fondazione ha stanziato 90mila euro, ai quali se ne aggiungono 50mila della Diocesi, due terzi messi in campo dalle parrocchie coinvolte nell’iniziativa: 20 della città e 10 della provincia. Gli oratori, per la loro vocazione, per tradizione e per distribuzione sul territorio sono naturale luogo di incontro e di socializzazione e costituiscono una "rete" ideale per le attività previste dal progetto generale che mira a favorire attività di educazione, rivolta specialmente ai ragazzi delle scuole medie,dagli undici ai quattordici anni. Le attività saranno più frequenti nei periodi in cui non vi è obbligo di frequenza scolastica: i fine settimana e soprattutto il tempo delle vacanze estive. Il progetto è articolato su due livelli complementari: il livello dell'identità nel quale i giovani vengono aiutati a "scoprire" la propria identità (conoscenza di sé, sviluppo delle proprie doti, accettazione dei propri limiti), ed il livello della consapevolezza del proprio ruolo nella costruzione del bene comune. Le iniziative, con approccio multidisciplinare, avranno carattere aggregativo, culturale, artistico, ludico e sportivo. Per quanto riguarda questa disciplina, non vi sarà attività agonistica o di addestramento allo sport nel senso tecnico-funzionale del termine: il progetto considera i giovani non atleti, ma persone che stanno acquisendo una mentalità, un costume e delle abilità sportive. L'agonismo non avrà quindi una parte di rilievo. Il progetto punta a coinvolgere educatori, animatori, volontari, insegnanti, gruppi, associazioni e soprattutto le famiglie auspicandone turni di presenza che nel tempo potrebbero essere vissuti come tutor. 

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