rotate-mobile
Attualità Travo

Le tradizioni delle "Quattro Province" e non solo, anche la musica tiene "viva" la montagna

Prosegue l’Appennino Festival (diventato maggiorenne) con i suoi concerti: dietro a questa kermesse l'impegno dei coniugi Maddalena Scagnelli e Franco Guglielmetti. «Ma che fatica mettere insieme frazioni e comuni, bisognerebbe fare più rete, anche fuori regione». Tradizioni musicali riscoperte e tramandate, ancora più suggestive se suonate all'aperto. «La Valboreca una delle aree più selvagge e belle d'Italia»

VALPERINO, VALTREBBIA E VALBORECA

Ma è così bello il nostro territorio, o siamo di manica larga nei giudizi? «La Trebbia la conosco come le mie tasche, tutto il corso del fiume è entusiasmante. Non ci si stanca mai di scendere nel greto del fiume in tutte le stagioni, tanto c’è sempre una stradina, in ogni punto, che ti conduce. Proprio perché vengo dalla Val Perino il mio luogo del cuore sono le sorgenti del Perino da Pianadelle e Pradovera, Sella dei Generali e la parte che ti porta alla Valtrebbia. Anzi, lo considero il “mio anello d’oro”». Ci sono zone che meriterebbero più pubblicità? Il monte Alfeo, il Lesima, e tutta la Valboreca dovrebbero avere più appeal. In Valboreca ci sono piccoli borghi che rappresentano il cuore delle quattro province. Infatti era originario – da Suzzi - di qui il leggendario pifferaio “Draghino”». «L’Alfeo – prosegue Maddalena - è una piramide che interrompe la Valtrebbia. Mi è capitato di andarci tante volte a piedi, anche in dicembre. Siamo saliti in cima dai campi di Ottone in un primo pomeriggio. Dalla cima, contemporaneamente, abbiamo visto, con determinate condizioni atmosferiche, il mare e la pianura. Da lì abbiamo ammirato una piccola Pietra Parcellara, i monti liguri, la nostra pianura e il mare come una lastra dorata. Una visione, un’epifania. Vorrei poterlo rifare. È un’area selvaggia. Anzi, uno dei posti più selvaggi d’Italia. Siamo a un’ora e un quarto da Piacenza e due ore da Milano: è un luogo magico».

Monte Alfeo-2

L’ECONOMIA DELLA MONTAGNA

La nostra montagna è forse, economicamente, più depressa delle altre? «L’economia è il problema, sì. Ci sono state scelte negli ultimi 50 anni che non hanno favorito lo sviluppo. La montagna parmense ospita aziende importanti anche nei paesi di montagna. Da noi non c’è neanche mezzo caseificio in Alta Valnure o Alta Valtrebbia, il latte di qualità lo fanno solo in pianura. È un problema di imprenditoria: tutti dobbiamo fare autocritica, perché il tessuto economico altrove è più fitto e costruito con lungimiranza». Però, qua e là, qualche eccezione. Oltre alla spesso citata Bobbio, Maddalena riporta come esempio Travo. «È un paese che cresce, i giovani si trasferiscono qui, perché c’è un’alta qualità della vita, a 25 minuti da Piacenza. Non è un problema la distanza, a Milano 25 minuti li perdi in metropolitana. Ma ci deve essere qualche iniziativa imprenditoriale in più nella zona. Non si può vivere solo di turismo occasionale per le bellezze naturali, ne serve anche uno più culturale, legato parte storica. In tutte le occasioni si può apprezzare l’Appennino e in tutte le stagioni, non solo d’estate». Più eventi legati tra loro ci sono, meglio è. «Sono vent’anni che abbiamo un pubblico lombardo che ci segue nelle nostre valli. Quando le cose sono belle, la gente si muove, non ha paura di spostarsi».Sella dei Generali-2

FORESTIERO? GIA’ LA PAROLA NON SUONA BENE…

La differenza la fa l’apertura delle nostre comunità. «Dove c’è chiusura – riflette Maddalena - la gente non torna. Troppe volte quando qualcuno viene da “fuori”, sembra un pericolo. Il “forestiero” non è un estraneo, e non va “spennato”». Così come i paesi e le vallate non possono mettersi in guerra tra loro. «Purtroppo quando si parla di musica, cultura ed eventi, ne vediamo di tutti i colori. Mi viene da dire: collaborate tra frazioni e comuni, non si può andare avanti da soli, bisogna avere più forza. Le comunità sono piccole, non chiudiamoci». Non si può tirare la corda a caso, bisogna andare nella stessa direzione. «Un brand può essere una vallata nel suo complesso, la Valtrebbia o la Valnure, non un solo comune o un paese».

FRANCO GUGLIELMETTI, «CERIMONIERE PROFANO»

Il marito Franco sembrerebbe un nostalgico, invece è solamente una persona che ritiene che sia fondamentale conservare la socialità all’interno di una comunità, comunità che ha bisogno di incontrarsi, di vedersi, di cantare e ballare insieme, per essere «più aperta». Con giovani e “vecchi” che stanno insieme, com’erano tutte le realtà del Piacentino, fino agli anni ’70. Ma molte di queste se lo sono un po’ dimenticato, e poco a poco, muoiono. «Già – riflette la moglie -, Franco è un “cerimoniere profano”, celebra un rito, dà la scintilla a una festa profana che accompagna quelle religiose nei paesi. E quel mondo di pifferai e suonatori, molti vogliono lo conservare perché porta a galla ricordi».

Le date ancora in programma dell'Appennino Festival

Montagna Viva, l'Appennino piacentino merita un futuro: tutte le storie già pubblicate

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Le tradizioni delle "Quattro Province" e non solo, anche la musica tiene "viva" la montagna

IlPiacenza è in caricamento