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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Aulla, un capitello con il diavolo e una piazza che accomuna due personaggi diversi

Si sa, l’Italia è un paese da percorrere a piedi, perché ogni contrada è un luogo carico di storia. La storia comprende ogni impronta lasciata dall’uomo, tutto ciò che è stato capace di costruire, in positivo come nel degrado. In base a questa convinzione, ogni mio viaggio comprende una sosta intermedia, decisa al momento, in itinere

Si sa, l’Italia è un paese da percorrere a piedi, perché ogni contrada è un luogo carico di storia. La storia comprende ogni impronta lasciata dall’uomo, tutto ciò che è stato capace di costruire, in positivo come nel degrado. In base a questa convinzione, ogni mio viaggio comprende una sosta intermedia, decisa al momento, in itinere. Una sosta casuale, decisa in base a reminiscenze o a semplici coincidenze. Come dire, può bastare una semplice assonanza linguistica. Un’ assonanza che è spesso la base costitutiva di un neologismo. Come nel caso di Tangentopoli. Sarà per questo inconscio richiamo linguistico che di ritorno dal mare di Liguria mi sono fermato ad Aulla. Giunto infatti nella piazza prospicente il Comune un insolito monumento, anzi due! Iniziamo per dire che, sulla stessa Piazza, due cartelli affiancati indicano direzioni opposte: Piazza Bettino Craxi e Piazza Antonio Gramsci. Se ne deduce, a rigore di logica, che la stessa Piazza sia stata divisa per farne due, con una toponomastica paritaria. Come se Benedetto Craxi, dichiarato latitante il 21 luglio del 1995, per sottrarsi alle condanne penali che gli erano state inflitte dal cosiddetto pool milanese di “Mani pulite” potesse avere la stessa dignità politica di quell’Antonio Sebastiano Francesco Gramsci morto nel 1937 in seguito alla persecuzione e carcerazione fascista. Un politico latitante ed un intellettuale martire per le sue convinzioni politiche credo siano personaggi diversissimi da non potere essere in nessun modo accomunate.

Ho capito di essere in uno strano paese quando ho visto un altro monumento, simile ad una stele che ricorda i caduti di tutte le guerre, un obelisco che reca la scritta: “Città di Aulla alle vittime di tangentopoli”. Sì, Aulla è uno strano paese. Non a caso nel libro “La casta”, il libro-inchiesta pubblicato nel 2007 e scritto da Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, due giornalisti del Corriere della Sera, è riportato l’episodio della richiesta di togliere il malocchio, da parte del Comune di Aulla, a due maghe. Questo episodio è riportato come una delle tante folli consulenze, uno dei tanti sprechi della Pubblica Amministrazione: si assoldavano due maghe per liberare Aulla dal malocchio che impediva alla città di diventare un centro prospero e ricco! Stranezze che avvengono nelle periferie d’Italia come nella Capitale. Infatti c’è poco da meravigliarsi, se l’ex Ministro di Giustizia il leghista Roberto Castelli, come riportato nello stesso libro, aveva assunto come esperto di edilizia carceraria un suo amico, un venditore di pesce (Giuseppe Magni).

Il monumento a Craxi è di marmo bianco di Carrara, lo stesso credo da cui Michelangelo ha ricavato la Pietà, alto un metro e ottantotto, sul basamento è stata scolpita la stessa frase scritta sulla sua tomba ad Hammamet: "La mia libertà equivale alla mia vita".  Il monumento è stato inaugurato nel 2010, alla presenza del figlio Bobo, della sorella e del cognato Pillitteri, di Gianni De Michelis e di altri onorevoli. Tra questi altri onorevoli, (onorevole lo si è per sempre, visto che il titolo non decade con il mandato), un ex deputato come Vincenzo Milioto, già presidente del Nuovo PSI, di Racalmuto. Racalmuto si sa è il paese di Leonardo Sciascia, scrittore sulla cui tomba leggiamo: “ce ne ricorderemo di questo pianeta”, sì ce ne ricorderemo sicuramente, non fosse altro per le tante stranezze!

Si sa che la storia è posta sempre a continua revisione. Renzo De Felice, ad esempio, fu il primo ed autorevole studioso a rivisitare il fascismo in Italia, col suo “Intervista sul fascismo” (Laterza-1975).  Operazione legittima, da un punto di vista storico. Lo stesso può essere fatto con Craxi, non era sicuramente l’unico partito il suo ad usufruire di finanziamenti illeciti, fu il capro espiatorio, fatto questo che non lo assolve comunque dalle condanne definitive che furono promulgate da tribunali della Repubblica e che non ne fa di certo un eroe monumentale.

Una delle poche decisioni ancora adesso condivisibili della sua politica fu senza dubbio la decisa presa di posizione sui fatti di Sigonella, l’aeroporto militare siciliano, teatro di un duro confronto tra le forze militari americane e quelle italiane, in seguito ai fatti che erano avvenuti sulla nave Achille Lauro. Presa di posizione unica nel panorama della sudditanza politica e militare dell’Italia agli USA ed alla NATO. Ma, a scanso di equivoci, non dimentichiamo il taglio della scala mobile, l’aumento del debito pubblico di cui ancora oggi ne paghiamo le conseguenze, i decreti Berlusconi sulle reti televisive, i condoni, la politica del CAF (Craxi, Andreotti, Forlani) che segnarono la fine delle conquiste operaie e l’inizio della decadenza della stessa democrazia italiana.

Il volto della politica, come sinonimo di corruzione e malaffare, può essere paragonato ad un reperto che è stato ritrovato sempre ad Aulla, negli scavi dell’abbazia di San Caprasio. Come non ricordare i capitelli della chiesa di San Giorgio nella nostra vicina Vigoleno? I capitelli di questa chiesa, come le sculture di tante altre chiese romaniche, erano sculture didascaliche. La Biblia pauperum, ovvero la bibbia dei poveri, erano tutte quelle rappresentazioni che servivano per spiegare ai popolani le sacre scritture, anche se, con immagini a volte poco ortodosse.

Torniamo ad Aulla, il nostro momentaneo ombelico del mondo, dove come si diceva, negli scavi di San Caprasio era stato trovato un capitello raffigurante il volto del diavolo che mangia un giglio. Una riflessione conseguente ed istintiva: Il diavolo sarà mica l’allegoria della mala politica? Ed il giglio il popolo che viene continuamente e da sempre spolpato dalla stessa “diabolica” politica?

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