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Bobbio, area San Martino a 350mila euro. «Serve intervento pubblico per destinarla alle necessità della Valtrebbia»

Il comitato Terme Val Trebbia chiede il passaggio normativo per l’esproprio e la destinazione a utilita’ pubblica

Dopo che lo scorso anno il Tribunale Ordinario di Torino ha dichiarato il fallimento della società Terme di Bobbio Village, è finito il sogno del rilancio dello stabilimento termale lasciando sul campo gli scheletri di decine di villette mai realizzate, «un pugno nello stomaco, per chiunque arrivi a Bobbio». Oggi alle terme c'è solo una colata di cemento, mentre l'acqua, utilizzata fin dai tempi dei romani, continua a scorrere inutilizzata e libera nella Trebbia.

Quella di San Martino – hanno evidenziato i referenti de il Comitato Terme di Bobbio in conferenza stampa nella sede di Legambiente – è una storia lunga 14 anni arrivata al fallimento del progetto Terme Village dopo accordi mai rispettati, senza una fideiussione esigibile a tutela dell’interesse pubblico e senza un efficace ruolo di controllo dell’Amministrazione comunale. 

Lo scorso 17 luglio per la quarta volta il terreno, messo all'asta non ha trovato acquirenti. Il valore è precipitato da 1 milione a 350mila euro, e ora sia nel caso di nuova asta, sia di trattativa privata, tale valore è destinato a scendere ulteriormente: «Un bel boccone per qualsiasi privato che intenda impossessarsene, oppure una grande occasione per una scelta d’intervento pubblico per destinare quell’area alle necessità non solo di Bobbio, ma dell'intera vallata». 

Il “Comitato” ritiene che il primo passo per contrastare l’ulteriore degrado dei 55mila metri quadri di terreno dell’area San Martino sottratti all’uso agricolo, sia quello direcuperarla all’interesse pubblico, rispettandone i vincoli paesaggistici e definendo in seguito gli usi, ascoltando i bisogni del territorio. Allo scopo rinnova la richiesta al sindaco di Bobbio di dichiarare - come consente la legge regionale sul consumo di suolo - l’area di San Martino “degradata da opere incongrue”. A questo passaggio normativo necessario per ottenere l’esproprio seguirà la richiesta all’Unione dei Comuni val Trebbia e Luretta, alla Provincia e alla Regione, di inserire il recupero della superficie di San Martino nelle scelte di programmazione di area vasta, prevedendo una destinazione d’uso collegata ai bisogni della valle.

Le idee di utilizzo possono essere tante, dal ripristino di verde pubblico attrezzato, a quella lanciata dal presidente l’Unione dei Comuni della Val Luretta e Trebbia, di struttura   sanitaria collegata alle risorse termali. La val Trebbia, per le caratteristiche di territorio molto vasto e popolazione sempre più anziana, ha bisogno di un ospedale adeguato e certo per i prossimi anni. Qualcosa di meglio e di diverso da quello che propone il piano sanitario dell’Ausl provinciale, centrato su un nuovo ospedale a Piacenza e sulla marginalizzazione dei presidi sul territorio. La recente decisione presa dal comune di Piacenza di non concedere per il nuovo ospedale l’area ex Pertite riapre (in parte) i giochi sulla sanità Piacentina. I tempi si sono dilatati e avanzano richieste di ridiscutere questo piano sanitario oggi tutto imperniato sul nuovo ospedale e ragionare invece sul potenziamento e miglioramento della sanità su tutto il territorio. «Questo - conclude il Comitato - consente di rimettere mano anche alle prospettive su Bobbio e alla destinazione d’uso dell’area di S. Martino». 

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