rotate-mobile
Attualità

«Conta quanto sai e hai studiato, ma prima viene la persona e il suo modo di essere»

Uno sguardo sul nostro tempo mondo... con gli occhi dei giovani studenti vincitori della “Stella al Merito” dei Maestri del lavoro: Maurizia Veneziani

Cominciamo con questo articolo un percorso su alcuni degli elaborati vincitori del 14esimo concorso letterario “Una stella al Merito”, promosso dal Consolato Provinciale Maestri del Lavoro, rivolto alle classi quinte degli studenti medi superiori nell’ambito dell’annuale iniziativa “Una stella per la scuola” che ha coinvolto 2000 studenti di 117 classi terze, quarte e quinte, nelle quali sono stati trattati, nel corso di 51 incontri, diversi argomenti propedeutici all’inserimento nel mondo del lavoro. Primi classificati: Jacopo Mocchi (5BT Istituto Mattei) e Maurizia Veneziani (5SIA Istituto Romagnosi).

Conta quanto sai e hai studiato, ma prima viene la persona e il suo modo di essere 

di Maurizia Veneziani

La realtà lavorativa non è più concreta e solida come una volta. Lo si vede ai notiziari, tra le pagine di giornali: migliaia e migliaia di disoccupati e altri persi negli anni di studio infiniti verso una laurea irraggiungibile. Si aggiunga che la società odierna è in continuo cambiamento, le innovazioni si presentano ogni giorno e la competizione in qualsiasi campo, da quello politico a quello economico, è alle stelle. Ricollegando i concetti di instabilità lavorativa e di cambiamento irrefrenabile risulta per i giovani difficile fare una scelta riguardante il proprio futuro. Si è sovraccaricati di dubbi: questa università che lavori mi permette di fare dopo? Meglio andare su studi tipici e con un’occupazione futura più sicura, come medicina o ingegneria? Ce la farò a spiccare tra i mille e mille laureandi? Tutte queste giustificate insicurezze portano molti giovani a una scelta affrettata e apparentemente più sicura. Ma andando proprio ad analizzare le figure lavorative più richieste dagli imprenditori si potranno vedere nomi insoliti e totalmente nuovi come Chief Data Officer, Web Content Strategist o Cool Hunter. Sembra quindi più conveniente osare.

Prima della convenienza dovrebbe venire la persona e le sue passioni, i suoi sogni da realizzare. Il sogno si è trasformato in quello di finire bene l’università, sistemarsi con un posto ben retribuito e che valga tutta la fatica fatta. Ma è questo a cui aspirano davvero i ragazzi? O forse l’incertezza sulla decisione da prendere è proprio dovuta al fatto che crescere significa mettere da parte i desideri e puntare a qualcosa di più realizzabile. Non si intende un lavoro più semplice, ma che porti più certezze su futuro, soldi e carriera. È la paura dell’insuccesso, del poco sostegno dato, delle difficoltà che s’incontreranno e della fatica che potrebbe essere vana. Il punto sta nell’avere coraggio e osare; prendere una scelta significa crescere e non per forza crescere presuppone di non poter realizzare i propri sogni. Anzi magari con un pensiero più adulto si possono elevare le proprie aspirazioni attraverso lo studio. Quindi cambiare, ampliare il proprio bagaglio culturale e le conoscenze per esempio mischiando studi umanistici delle superiori con quelli scientifici dell’università scelta, studi economici con quelli agrario altri ancora.

La nascita di nuove carriere non presuppone che chi si cimenti in facoltà caratteristiche, essenziali e da sempre esistite non possa trovare lavoro. Ma perché fermare le proprie ispirazioni solo per queste incertezze date dalle nuove e apparentemente strane richieste dal mondo del lavoro, se c’è una qualità richiesta dal mondo del lavoro è sicuramente quella dello spirito di adattamento. Cioè se si ha una base valida questa potrà essere trasformata e applicata in diversi contesti. Se si hanno delle qualità e le si mettono in pratica o in evidenza non sarà difficile che qualche datore vi noti. Perché sì, conta quanto sai e hai studiato, ma prima viene la persona e il suo modo di essere.

Se si vuole avere delle sicurezze risulta necessario prima informarsi dei nuovi studi e delle necessità delle aziende e del mercato. Bisogna realizzare competenze base che una volta non le erano, una conoscenza molto più approfondita dell’inglese e nell’utilizzo dei computer. Mai tralasciare il marketing e i social, le aziende vivono di dati e informazioni ricavate dagli utenti. Essere pronti a partire dal basso e quindi avere la capacità di distinguersi, avere idee e metterle in atto. Migliaia di startup e i loro innumerevoli successi, i finanziatori credono nei giovani svegli e inventivi. Quindi non lasciar perdere ciò che si vuole studiare o il lavoro dei propri sogni ma senza aspettarsi che le opportunità cadano nelle vostre mani.

Non frenate chi ha ancora questo coraggio di osare, chi ancora è nel mezzo per realizzare se stesso e ciò che magari sogna da anni. Non frenate chi vuole studiare materie totalmente differenti da quello che ha visto fino ad ora, chi si vuole imbucare in corsi universitari tutti nuovi o artistici di qualsiasi genere. Non si è più nel mondo in cui sta bene colui che gira con giacca e cravatta e ha un sicuro posto in banca. È il mondo dei giovani che hanno coraggio di tentare, un Futuro che premia la novità e l’impegno, la costanza di chi non ha mollato per diventare grande. Il punto è far crescere ciò che si ha dentro, la propria inclinazione, solo così si realizza la fatidica risposta a “cosa vuoi fare da grande?”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

«Conta quanto sai e hai studiato, ma prima viene la persona e il suo modo di essere»

IlPiacenza è in caricamento