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Dai nove bastioni al castello, ecco la storia delle mura Farnesiane

Interessante e partecipato focus storico architettonico-militare del generale Oddo al Circolo Ufficiali di Presidio

Le cinte murarie edificate a difesa della città di Piacenza, da quelle del Castrum romano alla cinta alto medioevale del secolo XII, seguite da quella del secolo XIV e dalle imponenti fortificazioni delle mura farnesiane, sono state argomento di un’interessante conversazione storico-architettonica militare accompagnata da una serie di immagini illustrative, offerta dal generale Giuseppe Oddo alla platea del Circolo ufficiali divia Romagnosi, della quale, grazie alla cortesia del 1° maresciallo Giovanni De Iorio, abbiamo potuto far parte. 

LE MURA DEI FARNESE
Le mura farnesiane rinascimentali erano state volute nel 1525 da Papa Clemente VII de’ Medici che, entrato in possesso della nostra città, aveva ritenuto opportuno potenziarne il sistema difensivo. L’evoluzione della capacità di fuoco delle artiglierie richiedeva infatti la necessità di superare le fortificazioni medievali esistenti sostanzialmente volte a rovesciare addosso agli assedianti soprattutto  pietrame dalla sommità di muraglie perpendicolari al suolo, relativamente sottili, prive di contrafforti o speroni e quindi, se colpite, soggette a estesi crolli in quanto non concepite con tecniche capaci di assorbire l’urto di proiettili sparati con forte intensità. 
Il risultato fu una struttura difensiva con fronte bastionato all’italiana, così definito perché caratterizzato dalla presenza dei “Bastioni”, strutture architettoniche sporgenti dalle cortine murarie, che avevano preso il posto delle alte torri medievali. I bastioni avevano lo scopo di proteggere le mura dal tiro delle artiglierie avversarie  rispondendo agli attacchi con le armi e le bocche da fuoco posizionate in “barbetta”-  nome derivato dal fatto che la canna del cannone sporgendo oltre il parapetto "faceva la barba" (bruciava) l'erba sottostante sul terrapieno dei bastioni ; tali tiri venivano rifornite di palle e polvere nera da casamatte ricavate nello spessore dei bastioni stessi. Le fortificazioni cittadine erano caratterizzate da un muro a scarpata alto circa 15 metri. A 2,5 metri dalla sommità costituita da un terrapieno, un cordolo, poi il muro di scarpata rafforzato da contrafforti alto metri 9,40; alla base vi era un fossato largo 15 metri su  cui correva un camminamento di ronda protetto da uno spalto perimetrale alla città. Il tutto ben documentato dal gen. Oddo nel disegno da lui elaborato:

generale oddo bastione farnese 00-2
 
Successivamente, per volontà di Pierluigi Farnese fu realizzata nel 1545 la “tagliata”:  spazio privo di alberi e costruzioni  profondo un miglio che  correva  intorno alla cinta muraria lunga circa 6.500 metri. Poiché la gittata delle artiglierie dell’epoca era di circa 2000 metri, “la tagliata” costringeva le artiglierie nemiche che avessero voluto sparare sulla città ad uscire allo scoperto per mettersi in batteria e quindi divenire facile bersaglio.  
Le mura, che come detto si sviluppavano lungo un percorso che misurava all’incirca 6 chilometri e mezzo erano protette da nove bastioni (Sant’Antonio, Campagna, Borghetto, San Sisto, Fodesta, San Lazzaro, Corneliana, Sant’Agostino e San Benedetto) e da quattro piattaforme (Sant’Ambrogio, San Salvatore, Santa Caterina, San Raimondo).

generale oddo bastione farnese 01-2
 
Dei bastioni originari sono stati demoliti il Fodesta e il San Lazzaro.  Nel mezzo delle cortine sorgevano anche undici cavalieri (o torri) aventi altezze varianti dai quindici ai diciotto metri, demoliti agli inizi del ‘900, che ospitavano anch’essi le cannoniere. Le porte erano cinque: quella di San Lazzaro a est, demolita nel 1927; la Porta San Raimondo a sud, demolita tra il 1865 e il 1868, per far posto all’Ospedale Militare; la Porta di Sant’Antonio o di Strà Levata, a ovest, i cui resti sono visibili all’interno dell’Arsenale Militare; la Porta Borghetto a nord-ovest e quella di Fodesta a nord-est, demolita in gran parte dagli Austriaci nel 1850. 

IL CASTELLO MILITARE FARNESIANO

Le mura rinascimentali furono terminate dopo circa un ventennio, nel 1545. Pier Luigi Farnese, resosi conto che la Cittadella viscontea trecentesca era militarmente superata, decise nel 1547 un’importante azione di ordine difensivo, la costruzione di una nuova fortezza dove ricevere e tale da poter controllare tutta quanta la città: il Castello, costruzione pentagonale a sud-ovest della città inglobando il bastione di San Benedetto facente parte delle mura cittadine. I lavori si fermarono nel settembre dello stesso anno in seguito alla morte del duca Pier Luigi vittima della nota congiura piacentina. Furono ripresi e terminati da Ferrante Gonzaga, governatore di Milano che d’accordo con i congiurati nel 1552, occupò la città come dipendenza del Ducato di Milano e dell’imperatore Carlo V. Da allora il castello è sempre stato sotto l’occupazione straniera fino all’unità d’Italia.  
I consistenti i resti del “CASTELLO” e una cortina di mura, dalla fine dell’800 (come raccontato in nostri precedenti articoli) si trovano all’interno dell’area militare oggi denominata Polo di Mantenimento Pesante, racchiusa tra viale XXIV maggio e viale Malta. Grazie all’ospitalità del generale Giuseppe Oddo, del 1° maresciallo Giovanni De Iorio e del Comando del Polo di Mantenimento Pesante, abbiamo avuto l’opportunità di unirci al gruppo dei soci del Circolo Ufficiali in una a nostra nuova visita della quale riferiremo. 

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