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Epidemie e pandemie, una storia millenaria

Dalla morte nera narrata da Omero, alla peste manzoniana fino alla Covid-19

Il recente articolo della dottoressa Rosanna Cesena “Le epidemie sono sempre esistite e hanno lasciato una scia di decessi https://www.ilpiacenza.it/blog/salute-e-medicina-on-line/le-epidemie-sono-sempre-esistite-e-hanno-lasciato-una-scia-di-decessi.html, ci ha suggerito la carrellata divulgativa statistico-  figurativa illustrata dalla copertina di Oreste Grana e dalle raffigurazioni grafiche realizzate in collaborazione con Giuseppe Pagani. Tra le immagini i “medici della peste” mascherati con il lungo becco per neutralizzare i “vapori malefici”.

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Con il termine Epidemia s’intende il diffondersi di una malattia, in genere infettiva avente la stessa origine, che colpisce una popolazione umana con una delimitata diffusione nello spazio.  La Pandemia è un’epidemia con tendenza a diffondersi rapidamente attraverso vasti territori o continenti.

Da diversi mesi siamo esposti a livello globale alla minaccia del Coronavirus SARS - CoV - 2, ma è da quando l'essere umano ha iniziato a diventare comunità che le malattie contagiose sono diventate parte integrante della sua storia.

Dalla più remota Antichità, le civiltà hanno dovuto affrontare varie ondate epidemiche che si sono spesso protratte per molti anni. Nel 2014 un team di archeologi italiani ha riportato alla luce in Egitto, nel complesso funerario Akhimenru Harwa  sul bordo occidentale dell’antica città di Tebe (Luxor moderna), i resti di moltissime persone decedute per un’epidemia nel periodo dell’antico Egitto. Omero, nell'Iliade, descrive la peste che nel V secolo a.C. devastò Atene. Quando la pestilenza arrivò a Roma nel 590, la tradizione vuole che venne fermata grazie ad una processione penitenziale voluta da Papa Gregorio Magno. A Milano tra il 1566 e il 1567 e di nuovo nel 1630, l'epidemia fu descritta da Alessandro Manzoni ne "I Promessi Sposi".

Gli individui che sopravvivevano all’infezione erano immunizzati, cioè protetti dalla presenza di anticorpi prodotti dal loro sistema immunitario.

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Una falsa sensazione di sicurezza

All’inizio del secolo scorso si diceva che la quarantena è la prova dell’ignoranza della medicina sulle cause e i rimedi contro epidemie e pandemie. Nei decenni successivi con i farmaci via via resi disponibili, si pensava di essere al riparo da gravi epidemie come quelle che hanno funestato il passato. Si trattava di un errore e infatti, l’ecatombe è arrivata con la “COVID-19”, così definita dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, dove "CO" sta per corona, "VI" per virus, "D" per disease (patologia) e "19" indica l'anno in cui si è manifestata.

Partito dalla Cina, il virus si è diffuso in Europa e in seguito in altri continenti, raggiungendo a oggi 196 Paesi. La pandemia, Secondo un rapporto compilato da fonti ufficiali, al 27 maggio ha ucciso oltre 352mila persone in tutto il mondo e oltre 5,5 milioni sono i contagi registrati.

Gli Stati Uniti sono il paese più colpito in termini di numero di morti 98.913 e casi: 1.680.913. Per numero di morti seguono: Regno Unito 37.130 morti, Italia 33.072, Francia 28.533 e Spagna 27.117.

GLI INDICI: Diffusione, mortalità, letalità.

- INDICE O TASSO DI DIFFUSIONE (o penetrazione): è il rapporto tra i casi diagnosticati di una certa malattia in rapporto al numero della popolazione che ne è esposta.

- INDICE O TASSO DI MORTALITÀ: è il rapporto tra il numero di morti sul totale della popolazione media presente nello stesso periodo di osservazione (e non sul numero di malati);

- INDICE O TASSO DI LETALITÀ: è il rapporto tra morti per una malattia e il numero totale di soggetti affetti dalla stessa malattia;

Il risultato dei rapporti viene moltiplicato per una potenza matematica costante:  100-1.000-10.000 ecc.. (per ottenere le parti per cento, mille, centomila ecc...). Nelle nostre rappresentazione per mille.

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Gli indici complessivi degli altri 176 Stati sono: DIFFUSIONE circa 1 per mille, MORTALITA’ 0,1 per mille.

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L’indici di letalità complessivo degli altri 176 Stati è al 64 per mille.

Le cifre che arrivano dalla Corea del Nord o dalla Cina, dalla Russia o dall’Africa, sono giudicate poco  rispondenti al vero per oggettive carenze organizzative dei singoli Paesi e anche per volontà a ridimensionare il fenomeno. Dubbi sono stati attribuiti perfino alle cifre giunte da Paesi come la Germania. Anche le cifre italiane destano perplessità. Credibili o poco credibile sono gli unici dati ufficiali attualmente disponibili.

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