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Grazzano Visconti, festa solenne per la fine dei restauri della chiesa

La criticità della situazione sembrava inarrestabile fino a che l’azione congiunta del parroco e del parrocchiano Giacomo Zecoli, ha portato alla costituzione di un comitato che con eclettiche iniziative ha saputo coinvolgere la piccola comunità locale, la Cei, la Banca di Piacenza e altri soggetti, riuscendo nell’impresa di raccogliere circa 130mila euro

Festosa accoglienza da parte della comunità di Grazzano Visconti al vescovo Gianni Ambrosio in occasione della visita di conoscenza diretta ai restauri della chiesa parrocchiale dei Santi Cosma e Damiano. E' stato ricevuto in canonica dal parroco don Piero Maggi e da una folta rappresentanza di giovanissimi della scuola materna. In corteo hanno poi raggiunto la chiesa per la celebrazione della santa messa solenne con la benedizione e la presentazione dei lavori di restauro e consolidamento statico all’edificio: un intervento importante che ha posto fine alle ricorrenti infiltrazioni di acque piovane che avevano provocato danni alle strutture sottostanti il tetto, con penetrazioni ben visibili sulle pareti interne e con l’umidità che era entrata perfino nei libri, tanto che a ogni celebrazione si rendeva necessario asciugare e ripulire la copertina del messale.

La criticità della situazione sembrava inarrestabile fino a che l’azione congiunta del parroco e del parrocchiano Giacomo Zecoli, ha portato alla costituzione di un comitato che con eclettiche iniziative ha saputo coinvolgere la piccola comunità locale, la Cei, la Banca di Piacenza e altri soggetti, riuscendo nell’impresa di raccogliere circa 130mila euro. Con questa somma è stato possibile realizzare gli interventi in conformità a un progetto approvato dalla Soprintendenza, nel 1997 infatti, il ministero dei Beni Culturali e Ambientali aveva decretato il tempio d’interesse storico-artistico. Il vescovo Gianni Ambrosio, il parroco, il sindaco di Vigolzone Francesco Rolleri e Luchino Visconti di Modrone, sono stati concordi nell’esprimere riconoscenza a quanti hanno contribuito alla realizzazione dei lavori e sulla necessità di proseguire la raccolta fondi per varare un nuovo lotto di lavori mirato al consolidamento degli intonaci, alla pulizia delle pareti, alla delicata struttura portante del ballatoio dell’organo parrocchiale, alle scale e ai piani intermedi del campanile. I lavori eseguiti sono stati illustrati dall’architetto Bruno Ghilardi che con l’ingegnere Giovanni Colombo ha redatto il progetto che in particolare ha riguardato i tetti del presbiterio, della chiesa e del campanile e la vecchia abitazione del sagrestano.

Si è evitato di alterare in modo significativo l’originale distribuzione delle rigidezze degli elementi della struttura originaria, conservando la qualità materica del manufatto. Nel complesso le pur rilevanti azioni della manutenzione straordinaria non hanno modificato gli edifici mantenendone la storicità. Presenti alla partecipata funzione religiosa, anche il vicepresidente della Provincia Sergio Bursi, l’onorevole in quota Lega, Elena Murelli, Donna Allegra Caracciolo Agnelli con i nipoti Verde Visconti di Modrone, il conte Luchino con la famiglia. Susanna Pighi, funzionaria ai Beni artistici della Diocesi, ha inquadrato la chiesa di Grazzano Visconti «gioiello che attende di essere riportata agli antichi splendori».

LA RELAZIONE STORICO-ARTISTICA DI SUSANNA PIGHI

L’edificio è dedicato ai santi Cosma e Damiano, gemelli anagiri (medici che curavano senza chiedere ricompensa) martirizzati al tempo di Diocleziano (intorno al 303-305) ad Egea di Cilicia, sul golfo di Alessandretta. Sembra che la prima cappella di Grazzano risalga al VI secolo Dopo Cristo circa. Si può collocare la costruzione originaria della chiesa o il suo ampliamento prima del XIII secolo. La base è di impianto romanico, presentava una sola navata con la facciata rivolta verso la strada che porta al Nure. Più problematico è il passaggio della chiesa come bene dipendente dal Monastero degli Olivetani di S. Sepolcro di Piacenza. Nel 1650 l’edificio subì cambiamenti planimetrici e strutturali: la facciata fu rivolta verso il borgo, vennero aggiunte le cappelle laterali. Il 20 settembre 1886 il vescovo di Piacenza Giovanni Battista Scalabrini rinnovò la consacrazione della chiesa e confermò la dedicazione (una lapide conferma la consacrazione).

L’interno, a navata unica, con due cappelle per parte, è decorato da stucchi barocchi e voltato a botte. Sopra la porta di ingresso è collocata una cantoria con fregi lignei e un interessante organo a canne, funzionante del 1700. La prima cappella a sinistra, dedicata a San Giuseppe, presenta nel fronte della mensa d’altare un paliotto in scagliola del 1720 ed è arricchita dalla pala con la Sacra famiglia nella bottega di Giuseppe (fine sec. XVII). La seconda cappella è consacrata alla Madonna del Carmelo come evidenziano il bel dossale in scagliola di produzione locale datato 1722 e la statua mariana del primo Settecento. Al centro del presbiterio campeggia il pregevole altare marmoreo recante nel fronte, un paliotto in scagliola (1703) e sulle volute laterali lo stemma dei Visconti, signori del borgo. In un vano angusto a sinistra del presbiterio permangono lacerti di affreschi medioevali raffiguranti Monache oranti e anime del Purgatorio.

Di interesse nel coro due dipinti di Antonio Bresciani (Piacenza, 1720-1817), il Miracolo di San Domenico a Soriano e la Gloria di Santi Domenicani. Realizzate per la cappella ducale di Colorno, le opere pervennero in dono alla religiosa domenicana Gaetana Moruzzi presso il convento di Fiorenzuola d’Arda. Si ignora per quali vie siano giunte alla chiesa di Grazzano, dove Giuseppe Bertini ha potuto identificarle come tele del noto pittore, assiduamente attivo nel Parmense (Bollettino Storico Piacentino, 2015). Sulla parete del coro la grande tela, commissionata dai Visconti il cui stemma appare in basso a sinistra, raffigura una delle opere di Guarigione dei santi Cosma e Damiano (sec. XVIII). Nella lunetta di fondo il dipinto murale presenta il Martirio dei Santi Cosma e Damiano (sec. XVIII). Sulla parete destra della navata si apre la grotta della Madonna di Lourdes, dovuta a un voto fatto dalla contessa Carla Erba e dal Conte Giuseppe Visconti di Modrone per grazia ricevuta (1913). La cappella seguente, prossima all’ingresso, è dedicata allo spagnolo Sant’Isidoro, patrono degli agricoltori, di cui si conserva la statua seicentesca nella nicchia incorniciata da raffinati stucchi.

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