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Giovedì, 25 Aprile 2024
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«Il piano sanitario Ausl del 2017 va rivisto, l’ospedale nuovo non è la risposta più efficace»

L’associazione Terme e Valtrebbia: «Chiediamo di tenere ben presente la lezione dell’emergenza: la centralizzazione non è un buon modello»

Una lettera aperta ai sindaci della Valtrebbia e Luretta da parte del comitato “Associazione Terme e Val trebbia”. Si parla, nella comunicazione, ancora di sanità locale. «In occasione della Conferenza sociosanitaria di giovedì 21 maggio in cui con gli altri sindaci della provincia di Piacenza prenderete decisioni urgenti su chiusure dei Pronto Soccorso e trasformazione ospedale Castel San Giovanni in centro Covid-19, vi rivolgiamo queste richieste – riflette l’associazione -. La recente emergenza ha dimostrato l'urgenza e la necessità di una revisione del Piano sociosanitario votato nel marzo 2017 dalla conferenza. sociosanitaria della provincia. Come già sostenuto da molti (anche dall'associazione Terme e val Trebbia) un nuovo ospedale non è la risposta più efficace ed urgente. La risposta efficace ed urgente è mettere mano alle carenze di strumentazione, di medici/infermieri ed organizzare una migliore distribuzione territoriale della sanità».

«Le scelte che voi sindaci farete alla prossima conferenza sociosanitaria incideranno moltissimo sull’indirizzo e la qualità della sanità in questa provincia per i prossimi anni. Per questo vi chiediamo di soppesare attentamente questi punti, a partire da alcune scelte che dovranno essere discusse giovedì 21.

1. la chiusura dei Pronto Soccorso di Castel San Giovanni e Fiorenzuola. Questa decisione priva le popolazioni di quei distretti di un servizio di prossimità fondamentale e carica sul solo capoluogo gran parte della risposta sanitaria ospedaliera.

2. la decisione di trasformare l'ospedale di Castel San Giovanni in centro Covid-19 per tutta la provincia. Non è in discussione la necessità di cure intensive e subintensive meglio organizzate e quantitativamente adeguate: ma ciò non deve essere fatto a discapito delle altre patologie ed urgenze, per le quali il mantenimento all'ospedale di Castel San Giovanni è determinante. Ci sono altre soluzioni possibili per ospitare un centro Covid-19, come ad esempio l'edificio del vecchio ospedale militare di Piacenza, già nella disponibilità del pubblico.

3. Os-Co di Bobbio, destinato a lungodegenze. Per la Val trebbia e l’Alta Valtidone serve un ospedale a tutti gli effetti, in grado di rispondere a una popolazione di oltre 10mila abitanti, disseminata su un territorio vasto, non un cronicario. Anche il presidente dell’Unione val Trebbia e Luretta ha recentemente chiesto una revisione della situazione Os-Co di Bobbio per riportarlo alla funzione di effettivo presidio sanitario. Non vi sembra siano motivazioni condivisibili? Un Piano sociosanitario adeguato chiede di tener ben presente la lezione dell’emergenza: la centralizzazione non è un buon modello in nessun campo. Nella sanità abbiamo sperimentato che tagli e centralizzazione hanno costi altissimi». «Ci aspettiamo dalla conferenza del 21 scelte per una migliore organizzazione sanitaria pubblica: in termini di ripristino degli organici del personale sanitario, di Pronto Soccorso attivo ai due estremi della provincia in modo che il Pronto Soccorso di Piacenza non sia preso d’assalto e con un vero ospedale per la montagna. Sta a voi imboccare questa strada. Le risorse ci sono, chiediamo di non immobilizzarle in un unico ospedale centrale, che non aumenta i posti letto e sarà pronto fra 10 anni. Sono richieste ragionevoli, attraverso questa lettera vi chiediamo di valutarle, dato che non ci è consentito partecipare in altro modo a decisioni che toccano da vicino la vita di tutti».

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