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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Il vescovo alle autorità: «Senza la concordia non si può costruire nulla nella società»

Il tradizionale scambio di auguri tra mons. Gianni Ambrosio, gli amministratori e le autorità locali, è anche un momento di riflessione

Si è svolta nella mattinata del 21 dicembre nella Sala degli affreschi del Palazzo Vescovile di Piacenza il tradizionale incontro di fine anno tra il vescovo mons. Gianni Ambrosio e gli amministratori locali. Il vescovo, nel scambiare gli auguri di buon Natale e di buon anno con i politici e con le autorità militari, ha voluto trasmettere un messaggio alla classe dirigente piacentina.

Un cordiale saluto a tutti voi, cari sindaci e amministratori che, a vario titolo, siete responsabili della cosa pubblica. Rivolgo un particolare DSC_0908 (FILEminimizer)-2saluto alla sindaca della nostra città Patrizia Barbieri e al Prefetto Maurizio Falco, insieme al Questore Pietro Ostuni e a tutte le autorità militari.

 1. Anche quest’anno abbiamo l’occasione di incontrarci. Per me l’occasione è felice e spero lo sia anche per voi, anche se è un impegno ulteriore in queste giornate di appuntamenti e incontri. L’occasione è felice per me perché, dal mio primo anno di vescovo di questa diocesi, ho ritenuto mio dovere esprimervi il mio ringraziamento personale e della comunità ecclesiale per il vostro servizio alla città e a tutti i cittadini della Provincia.

Sappiamo di vivere in un periodo in cui la critica è molto facile. E sappiamo pure che è molto diffusa la sfiducia. Credo che sia doveroso reagire, riconoscendo il servizio al bene comune che voi esprimete in modalità diverse, tutte importanti. Oggi in particolare è necessario riconoscere e ridare valore e dignità a chi ha la responsabilità verso la civitas, verso l’ordine pubblico, verso l’amministrazione di una realtà sociale complessa e in trasformazione. Credo che siamo tutti convinti che il servizio per una buona convivenza e per una buona amministrazione della cosa pubblica sia anche un servizio prezioso per ricuperare fiducia e favorire un cammino comune lavorando insieme. Per questi motivi desidero dire a tutti voi – e anche a coloro che non sono presenti - una parola di incoraggiamento e di speranza perché insieme e con spirito di collaborazione, possiamo alzare il nostro sguardo ed aiutarci a non vedere solo gli aspetti difficili e problematici del servizio.

Questa è la prima motivazione dell’invito. A cui si aggiunge la seconda, anch’essa importante, ma più semplice: desidero rivolgervi l’augurio di un buon Natale, di buone feste e di un anno nuovo di pace e di concordia.

2. Negli anni passati ho offerto un piccolo regalo, come un discorso del Papa sulle problematiche sociali oppure qualche documento su questioni sociali. Quest’anno vi lascio la Lettera pastorale che accompagna il cammino della nostra Chiesa diocesana. Il titolo è Perseveranti nel cammino. Riguarda in particolare la ristrutturazione della nostra vasta diocesi con le comunità pastorali.

È un argomento che non affronta una particolare questione sociale, tuttavia ha pure un risvolto sociale che merita di essere preso in considerazione. Innanzi tutto si tratta di un cambiamento significativo attuato nella condivisione, senza forzature. Devo ringraziare i parroci e tutte le comunità che si sono lasciate coinvolgere. E in particolare ringrazio il Vicario generale mons. Luigi Chiesa che ha lavorato con impegno insieme agli uffici pastorali.

Dicevo che è un cambiamento significativo, inteso come un’opportunità che apre orizzonti più ampi, favorendo un interscambio tra realtà locali, un’attenzione alle tradizioni del territorio viste in un orizzonte più largo. Un cambiamento che comporta una più immediata possibilità di coinvolgimento dei cristiani, che si assumono una responsabilità in nome della comune condizione battesimale. Questo cambiamento in ambito ecclesiale esige atteggiamenti che non valgono solo in questo ambito, ma in ogni altro ambito della vita. Il dialogo e la collaborazione tra parrocchie può essere di aiuto per ogni altro ambito. Spero che questo cammino sia un aiuto, un incoraggiamento per far crescere lo spirito di collaborazione a livello non solo di comunità ecclesiale ma anche di comunità civile.

Nella Lettera pastorale affermo che “la sfida delle Comunità pastorali si gioca sulla comunione”. Ma anche la sfida della nostra società si gioca sulla comunione, sulla capacità di favorire il bene comune della società e di prendersi cura della società. Sono questi i due punti che vorrei sottolineare.

 

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