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Conad, la prossimità come fattore competitivo economico e relazionale

Alla Cattolica l'esperienza promossa da Conad, che proseguirà nel 2019 e che negli intenti degli organizzatori porta con sé un segno di speranza, sfociata in un libro dal titolo “La tessitura sociale”. Presentata dal sociologo Aldo Bonomi e dall’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese

Un lungo viaggio, quello di Conad: un itinerario lungo l’Italia, incontrando persone, ascoltando le voci della società civile, scambiando parole e idee nelle piazze, nei teatri, nelle mense Caritas, nelle residenze per anziani e nelle scuole. Un percorso che ha permesso di conoscere e valorizzare un’Italia fatta di piccoli e medi imprenditori che producono, creano lavoro e investono guardando al futuro. Un Paese in cui la prossimità territoriale, il radicamento e il fare comunità, sono fattori economici chiave, di competitività, secondo un modello di sviluppo più umano, etico e sostenibile, con una importante valenza economica.

Questa importante esperienza promossa da Conad che proseguirà nel 2019 e che negli intenti degli organizzatori porta con sé un segno di speranza, ovvero verso il “fare società" partendo da ciò che resta della comunità, per ricordare a economia e politica che senza società non c’è ne economia ne politica, è sfociata in un libro dal titolo “La tessitura sociale”. Un’opera che è stata presentata dai due autori, il sociologo Aldo Bonomi e l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese, presso l’aula “Piana” dell’università cattolica di Piacenza, un evento promosso dal prof. Daniele Fornari nell’ambito del Corso di Laurea Magistrale in Food Marketing e Strategie Commerciali, della Facoltà di Economia e Giurisprudenza.

Dopo il saluto della Preside prof. Annamaria Fellegara (tessitura è più efficace di rete; dà l’idea di un lavoro paziente dove è necessario conciliare ordito e trama, cambiando e ricucendo), ha preso la parola Fornari che ha ricordato «come il testo, in un’epoca storica di continue novità, si concentri su fenomeni “minuscoli” che caratterizzano la vita quotidiana del territorio ed i valori delle comunità locali, un modo per evidenziarne le distintività».

«Il libro- ha commentato il sociologo Aldo Bonomi, direttore del Consorzio Aaster- è un racconto dell’Italia che spesso non vediamo, che è meglio di come appare oggi. Siamo partiti dall’individuazione dei problemi - per cercare piccole tracce che possono rappresentare l’avvio di un nuovo modello di sviluppo sostenibile e inclusivo. La dimensione comunitaria dello sviluppo è entrata, da almeno un decennio, in una fase di dolorosa, ma proficua trasformazione, alla ricerca di nuove strade che le permettano di uscire dalla crisi causata dai modelli di sviluppo globalizzato. Mentre questo processo di metamorfosi è in atto, durante il viaggio intrapreso con Conad abbiamo ritrovato nelle città italiane le comunità operose, in cui i soggetti economici riconoscono nel legame sociale e in quello con il territorio un elemento di competitività. Quello che si potrebbe definire un “capitalismo molecolare”. Accanto a queste abbiamo riscontrato la presenza attiva di una comunità di cura, un patrimonio di soggetti organizzati che pongono la relazione con la persona al centro della propria attività, con particolare attenzione ai soggetti in condizioni di fragilità o vulnerabilità. Queste comunità ci danno il senso dell’Italia di oggi, proiettata verso un domani più inclusivo ed empatico, un domani in cui la persona torna a essere protagonista».

«La prossimità è un fattore competitivo economico e necessità di relazione- ha spiegato Francesco Pugliese, Ad. di Conad; se la comunità in cui si opera è in difficoltà, viene meno il risultato economico. Per questo è interesse dei nostri soci attivarsi prima di tutto come cittadini per individuare problemi e desideri della comunità. In questo contesto, Conad ha destinato milioni di euro ad attività di responsabilità sociale, promuovendo uno sviluppo più equilibrato dei territori, ponendo una particolare attenzione alle fasce bisognose di popolazione e valorizzando le migliori esperienze locali. Per questo -ha detto Pugliese- il grande viaggio che ha portato Conad tra le persone, vuole promuovere nuove occasioni di crescita, confronto e socialità sostenendo i progetti finalizzati a condividere i valori della comunità e contribuire alla soddisfazione dei bisogni delle persone che la compongono, ad assumere in maniera più completa la nostra parte di responsabilità nella rinascita del Paese. Un Paese che da troppo tempo è senza validi modelli di riferimento in un contesto in cui la tenuta sociale e la capacità di fare inclusione e coesione sono sempre meno prerogativa dello Stato e sempre più della comunità o dell’azienda. Vogliamo diventare sempre più protagonisti nella vita delle comunità consapevoli che per questo Conad deve creare sia un valore economico, generato dalla competizione sul mercato, che un valore sociale, basato sulla condivisione con le Comunità stesse».

Pugliese ha ricordato che un’eccessiva continuità non va bene, «perché è difficile cambiare se hai successo; genera stagnazione. Ecco il senso del viaggio, del portare cultura gastronomica utilizzandola in un’ottica di comunità, perché la comunity della rete manca del contatto delle persone.

Il buonismo raccontato non è quello vissuto; i social sono la conferma della solitudine dell’individuo; la vera prossimità invece necessita di relazione; nel nostro viaggio abbiamo cercato risposte alla nostra strategia. Oggi la rete commerciale ha un ruolo fondamentale nel sistema economico, senza contare che il supermercato è oggi uno dei pochi luoghi in cui si incontrano generazioni, ceti e generi. La prossimità può essere funzionale alla comunità, quando sa stabilire relazioni virtuose con le altre reti sociali presenti su territorio. Dobbiamo capire cosa rilasciare nel territorio per farlo prosperare».

Insomma la comunità è in metamorfosi. Secondo Pugliese bisogna fare del passato la base del futuro. Per questo il viaggio non si ferma e continuerà a dare spazio all’ascolto delle comunità, all’approfondimento e allo scambio. L’edizione 2019 del Grande Viaggio è in cantiere: 8 tappe e vedrà protagoniste, oltre che le comunità locali, le filiere alimentari, con l’obiettivo di valorizzare i produttori italiani, le piccole e grandi eccellenze che sono il vanto del Made in Italy, parlando di integrità, trasparenza, rispetto delle comunità locali in termini di sostenibilità economica, sociale e ambientale. «Consapevoli che una grande impresa cresce bene solo se crea sviluppo e lavoro, sempre con l’obiettivo di sondare i territori e connettersi alla vitalità delle comunità dell’Italia nascosta ma vera ed autentica».

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