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Le parrocchie piacentine, luogo di formazione per intere generazioni di giovani

Presentato a Palazzo Galli l’ultimo libro di Mauro Molinaroli. L’intervento di Roberto Reggi, che ha raccontato la sua esperienza

Le parrocchie come elemento fondamentale del sistema educativo, dove si sono formate e sono cresciute intere generazioni. Di questo si è parlato a Palazzo Galli (Sala Panini) nel corso della presentazione del libro “Le parrocchie di Piacenza” di Mauro Molinaroli, che ha illustrato il volume in dialogo con Roberto Reggi (assente - per un improvviso impegno - il nostro Vescovo monsignor Ambrosio).

L’incontro - inserito nell’ambito dell’Autunno culturale della Banca di Piacenza - è stato presentato dal presidente esecutivo dell’Istituto di credito Corrado Sforza Fogliani, che ha inquadrato storicamente lo sviluppo delle parrocchie (potenziate dopo il Concilio di Trento) e ricordato la figura del vescovo Burali, teatino, che - reggendo la nostra Diocesi - ebbe un ruolo fondamentale nello sviluppo delle comunità di fedeli. «Così come fondamentale fu il ruolo di riformatore della nostra Diocesi del vescovo Scalabrini - ha osservato il presidente Sforza - che fece ben cinque visite pastorali, a dorso di mulo, quando nel nostro territorio c’erano 400 parrocchie e riformò radicalmente il numero e i territori delle parrocchie, soprattutto in città».

L’autore, dal canto suo, ha spiegato la struttura del volume, che racconta la storia delle parrocchie di periferia, dal 1946 ad oggi. Sant’Antonio, Borgotrebbia, San Lazzaro, Farnesiana, Infrangibile, Belvedere, Galleana, Besurica, viale Dante con la Santissima Trinità a fare da parrocchia-madre, sorta nel 1942 grazie alla tenacia di don Antonio Tagliaferri in un quartiere in forte espansione e dalla quale sono poi nate parrocchie satellite come San Corrado, San Vittore, Preziosissimo Sangue e Nostra Signora di Lourdes, la comunità dove è cresciuto e si è formato l’ex sindaco Roberto Reggi, che ha poi ricordato, con nostalgico trasporto, la sua esperienza giovanile. «La parrocchie di periferia - ha premesso - si sono sviluppate prevalentemente a sud della città, in quartieri che andavano man mano popolandosi con persone di umili origini che arrivavano dal contado. Come la mia famiglia, padre orologiaio e madre casalinga. A quei tempi l’urbanizzazione fu poderosa e rapida, con molte situazioni di difficoltà. I preti avevano molto da fare e diventavano un punto di riferimento. Nacquero le prime Caritas e i primi gruppi di aiuto. Nostra Signora di Lourdes è il luogo dove sono cresciuto - ha continuato l’ing. Reggi - ispirandomi agli scritti di don Milani. Si aiutavano i bambini bisognosi con attività di doposcuola, con i centri educativi, le cooperative sociali. La parrocchia ha dato i natali a tante associazioni cooperative come Eureka e Unicoop ed era luogo d’incontro per tanti sacerdoti». L’ex sindaco ha quindi ricordato alcuni preti passati per Nostra Signora di Lourdes (don Borella, don Cogni, don Pergolotti, don Busani, don Molinari, don Basini, don Capelli, don Bosini) e sottolineato l’importante ruolo svolto dalle parrocchie anche per l’attività sportiva dei ragazzi e per le opportunità di vacanza, soprattutto in località di montagna (commosso il ricordo dell’ing. Reggi della tragedia del Brentei).

L’appuntamento è ora con il secondo volume, che sarà dedicato da Mauro Molinaroli alle parrocchie del centro storico.

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