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Lucibello, Manetti Bros e Macchitella al Bobbio Film Festival con “Tutte le mie notti”

Thriller intimista, elegante e raffinato, parla di un groviglio fatto di segreti, bugie, paure e di una verità che emerge man mano, dall'incontro di due donne diverse in una notte di una cittadina di mare

“Tutte le mie notti”, esordio nel lungometraggio del fiorentino Manfredi Lucibello,  è stato protagonista della serata di ieri del Bobbio Film Festival: ospiti, accanto al regista, i produttori Manetti Bros (“affezionati” della rassegna bobbiese e docenti nel 2017 di “FareCinema”) e Carlo Macchitella. Thriller intimista, “Tutte le mie notti” parla di un groviglio fatto di segreti, bugie, paure, di una verità che emerge man mano, dall'incontro di due donne diverse in una notte di una cittadina di mare: la diciassettenne Sara, in fuga da un pericolo, e la quarantenne Veronica. Folto il pubblico che ha assistito alla proiezione; come sempre, momento caratterizzante del Festival è stato il dibattito successivo al film, moderato da Giona Nazzaro, che ha sottolineato come questo esordio sia stato “in controtendenza rispetto alle regole non scritte del cinema italiano. Di genere, ma direi anche fuori genere: un thriller intimista, poco frequentato in Italia”. Il regista Lucibello a questo proposito ha affermato che questo film ha rappresentato «in un certo senso una sfida, ma grazie alle persone con cui ho lavorato, convinte come me di questo progetto, è stato naturale esordire così. Si tratta di un genere che mi affascina e di cui mi occupo da sempre». Focus poi sull'aspetto produttivo: Marcchitella ha raccontato che «quando Manfredi ci ha portato questo progetto, ne abbiamo notato proprio l'innovatività rispetto al panorama cinematografico italiano». Marco e Antonio Manetti, in veste di produttori, hanno deciso in un certo senso di sorprendere andando in una direzione diversa da quella usuale: «quando facciamo un film, certamente la cifra caratteristica è la nostra personalità, il nostro modo di vedere la vita. Quando si è produttori, si ha la straordinaria occasione di fare film che noi, da registi, non avremmo fatto. Con Carlo produciamo da 3, 4 anni; quando ci ha proposto questa sceneggiatura, siamo subito entrati in sintonia con lui pensando che Manfredi potesse essere la persona giusta. Ci piaceva, ci affascinava, pur lontano dal 'nostro' modo di fare film. Il risultato è stato quello che avete visto: una pellicola interessante, elegante, di classe». 

Il Bobbio Film Festival continua stasera con “Dafne”: appuntamento alle 21.15 al Chiostro di San Colombano di Bobbio. Ospiti della serata, il regista Federico Bondi e gli attori Carolina Raspanti e Antonio Piovanelli. Dafne, trentacinque anni, ha la sindrome di Down. Vive insieme ai genitori. Il suo lavoro le piace. Gli amici e i colleghi le vogliono bene. Ma la scomparsa della madre stravolge gli equilibri familiari: costretta ad affrontare non solo il lutto ma anche a sostenere il padre caduto in depressione, Dafne sfodera determinazione e trova la forza di reagire. 



 

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