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Mareto, il “Bisturi d’oro” 2018 al medico Gianfranco Bruzzi

Il prestigioso premio quest’anno andrà allo storico medico di famiglia di Farini

Domenica prossima, 17 giugno, presso l’Albergo Morandi Locanda dei Cacciatori di Mareto, verrà consegnato il bisturi d’oro al dottor Gianfranco Bruzzi. Il dottor Bruzzi per 40 anni, dal 21 novembre 1977, è stato medico condotto del comune di Farini e da qualche tempo, per la precisione dall’8 luglio 2016, giorno del suo 70 esimo compleanno, ha deciso di godersi la meritata pensione.

In preparazione alla cerimonia che si svolgerà per la consegna dell’ambito premio, un suo paziente – il farinese Riccardo Roffi – lo ha incontrato per fargli una breve intervista doppia, formula che va tanto di moda. Il taglio dell’intervista è piuttosto giocoso e destinato ai social, ma nel dialogo tra i due emerge il legame tra Farini, l’Alta Valnure e il medico Bruzzi.

- I tuoi inizi?

Il battesimo, nel lontano agosto 1975, fu ad Ottone. In seguito, il 21 novembre 1977, vengo chiamato a prestare la mia attività di medico nel comune di Farini. Tanti i pazienti, pochi i mezzi. Non trovando altre sistemazioni, gli inizi mi vedono soggiornare presso la pensione di Cogno san Bassano, dalla signora Esterilde, la quale alternava la professione di ristoratrice a quella di segretaria in quanto i pazienti utilizzavano il numero del ristorante come recapito telefonico ambulatoriale.

Il primo ricordo di Gianfranco è di una serata invernale di fine anni settanta. Nevicava. Gianfranco arrivò in casa mia a tarda ora, vestito con montone e cappello, e dopo essersi alleggerito degli indumenti, iniziò subito quella che, da quel momento in poi, divenne la consueta ed identica procedura che associai alle sue visite:

1. Estrasse dalla borsa marrone testa di moro, in sequenza:

a. l'immancabile stetoscopio gelido

b. l’astuccio di carta contenente la palettina abbassa-lingua

2. Mi fornì le indicazioni del caso

a. un bel respiro a bocca aperta...un altro...un altro…più forte...bene

b. apri bene la bocca

c. fai aaaaaaaaaaaaaa

Subito dopo pronunciò sentenza: influenza! Evviva! Per me era sinonimo di “non si va a scuola”. Ed è in quel momento forse che nacque la mia adorazione per Gianfranco.

- Il tuo legame con lo sport?

Un buon medico deve dare il buon esempio ai propri pazienti per indurli a condurre una vita salutare (visti i risultati della nostra banda direi che come influencer salutista Gianfranco puoi migliorare ndr). Nei primi tempi della condotta, in periodi di bassa morbilità, ero solito giocare a tennis presso il campo sportivo Le Rossane con tre amici: Ventura, Filippo e Luciano. In seguito, visti i numerosi impegni lavorativi, divenne impossibile.

- Hobby?

Le mie grandi passioni sono: orto, giardino, frutteto. La natura è un grande libro che merita di essere sfogliato. Lo streptococco, lo pneumococco e quant’altro sono stati sostituiti dal ciclo biologico del ragnetto rosso, gli anticriptogamici non più antibiotici.

- Hai qualche aneddoto sulle visite?

Ricordo uno scherzo che mi fu fatto da alcuni amici. A mezzanotte, durante una riunione per la consueta partita di poker tra amici, presso l’albergo di Gorreto, ricevo una telefonata. Mi comunicano che a Bussego, paesino di poche anime, un bambino sta male. So che a Bussego non ci sono bambini ma, essendo venerdì sera, penso che il bambino possa essere un villeggiante che ha raggiunto la località per trascorrere lì il fine settimana. Mi precipito quindi a destinazione. Dopo 50 minuti di viaggio, giungo a Bussego. E’ tutto spento. Il paese dorme. La cosa è sospetta visto che ai tempi, nei paesi, l’arrivo del dottore veniva accolto da tutta popolazione. Realizzo quindi che i miei amici mi avevano giocato (per rimanere in tema col poker) un brutto…anzi…un bello scherzo.

Ancora l’ex paziente Riccardo…La visita prevedeva passaggi obbligatori: ‘Su bene la maglietta!'…il paziente doveva procedere nella classica mossa da contorsionista: capo chino in avanti; maglietta tirata su dietro che, strozzandoti, ti toglieva il respiro. Gianfranco partiva posizionando lo stetoscopio gelato sulla schiena (dal terzo posizionamento diventava tiepido) e sentenziava: 'Un bel respiro forte! Più forte! Ancora…Ancora... Tum tum tum (battuta di indice e medio della mano destra sul dorso della mano sinistra)...ancora...Tum tum tum... Mmmhhh!'. I farmaci prescritti erano sempre i soliti: Augmentin, Bactrim Forte, Biochetasi, Betotal, Furadantin...ed immancabile la Novalgina in caso di temperatura elevata!

- E ora la pensione…

Da quando sono in pensione ho dirottato tutte le mie attività nella natura, che coinvolge il mio essere in modo totale e che mi fa stare bene. Per rompere la calma e la serenità che mi fornisce il vivere appieno la natura, ricerco comunque qualche altro tipo di emozione con tappe marittime di taglio enogastronomico in Liguria…ed anche qualche tappa di taglio ludico al casinò, ma questo non diciamolo (ok Gianfranco…).

L’ex paziente Riccardo: Apprendere che Gianfranco aveva deciso di andare in pensione ci aveva reso tutti un po’ tristi per “aver perso” un valido medico (che comunque è stato degnamente sostituito) e soprattutto un grande amico: una persona con una intelligenza ed una umanità eccezionali, fuori dalla norma. Accantonando questi sentimenti comprensibilmente egoistici, siamo tutti felici per Gianfranco, che ora può godersi il meritato riposo (tranquillizzo il protagonista sottolineando che questo non è un necrologio). Ancora oggi quando sento le parole Augmentin, Bactrim Forte, Biochetasi, Betotal, Furadantin..., le medicine con le quali curava anima e corpo, il mio pensiero va a Gianfranco, grandissimo professionista ed ancor più grande persona. L’ enorme affetto per Gianfranco è testimoniato anche dall'entusiasmo dimostrato da tutta la popolazione del comune di Farini nell'apprendere che l’ambito premio del Bisturi d’Oro 2018 verrà consegnato a Gianfranco.  Domenica prossima, 17 giugno, durante l’eccezionale cerimonia che come detto si svolgerà a Mareto, presso l’Albergo Morandi Locanda dei Cacciatori, tutti noi potremo salutare personalmente Gianfranco e l’insostituibile Adriana (dietro ad un grande uomo c’è sempre una grande donna) che sarà come sempre al suo fianco, stringendogli la mano e dicendogli una volta ancora: Grazie dottor Bruzzi.

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