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«La montagna deve essere vista come "periferia di Piacenza" e aiutata»

Appennino resistente: la giornalista Maria Vittoria Gazzola è molto legata a Bramaiano di Bettola. «Troppa distanza culturale tra le realtà del nostro territorio, bisogna lavorare tutti insieme per dare un futuro alle nostre aree più spopolate»

«UN TEMPO SI FATICAVA PERFINO AD AMMETTERE LO SPOPOLAMENTO»

L’Appennino esisterà ancora tra vent’anni? «Le previsioni a volte ci prendono e a volte no. Adesso viviamo un’epoca di grandissimi Nure-7cambiamenti politici e culturali. Alcuni decenni fa chi parlava di spopolamento di ampie fette del Piacentino veniva giudicato come “Cassandra”. Ora si è tutti consapevoli del dramma, ma non si sta facendo ancora nulla per risolverlo. O meglio, la soluzione non può essere l’elargizione di contributi per fare troppi agriturismi».

I villeggianti hanno smesso di frequentare l’Alta Valnure. «Ce n’erano molti dal milanese dalle nostre parti, come in Valtidone, che ovviamente è più vicina alla Lombardia. Non si può vivere di solo turismo – che andrebbe comunque potenziato -, ma offrire servizi in più a chi intende abitare qui». Le priorità? «Sicuramente le strade da mantenere in buone condizioni e i servizi alle famiglie. Se hai le strade e non hai una scuola, il medico di famiglia, il la chiesa di Bramaiano-2supermercato, queste vengono usano per andare a vivere altrove. Se ci sono strade e i servizi minimi, le famiglie possono rimanere tranquillamente se hanno un lavoro».

CITTA’ E MONTAGNA NON SI PARLANO PIU’

Oltre a Bramaiano ci sono altri luoghi che meritano di essere visitati in questa vallata? «Come paesino mi piace molto Pertuso di Ferriere. Come luoghi, sicuramente i laghi dell’Alta Valnure». Aree che la giornalista giudica però lontane culturalmente dalla città. «Piacenza è molto vicina alla montagna, come le città di Bergamo, Brescia e Como. In quaranta minuti d’auto sei a oltre 600 metri, ma la nostra città è lontana culturalmente da queste zone. Dovrebbe essere più attenta ai problemi del vivere in montagna. Chi fa politica su larga scala non è interessato, si sono dimenticati che non può esistere una “città” se non c’è anche una montagna che si sostiene. Ecco, la città si è dimenticata di essere un punto di riferimento per le vallate, non c’è una visione e uno sviluppo comune, una riflessione unitaria». Ognuno Bramaiano-4per sé, con i comuni della pianura disinteressati a ciò che succede a monte. Gazzola prova a fare qualche proposta. «Perché non rivalutare alcuni antichi mestieri? E il telelavoro di cui tanto si era parlato all'inizio del nuovo millennio, che fine ha fatto?».

«Tanti piacentini – prosegue nella sua riflessione - hanno una seconda casa sulle nostre Bramaiano-3montagne, ma la vivono “solo” come seconda casa. Eh no, lo dovete “vivere” e “sentire” quel territorio, bisogna interessarsi a quello che succede, al suo futuro. La montagna è un valore, bisogna partorire idee per garantire una continuità». «Per valorizzare la collina e la montagna è necessaria una visione ampia economico-cultura-sociale del territorio. Collina e montagna sono grandi periferie del capoluogo di provincia o della pianura. I sindaci dovrebbero lavorare insieme sui grandi temi, come sanità, istruzione, turismo, produttività e lavoro. Individuare dei poli principali e creare succursali, aree vocate sulle quali diversificare le fonti produttive. Non un’autarchia territoriale, anzi, ma una integrazione, per offrire spazi di vita e motivazioni anche in luoghi spopolati».

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