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Pagani ai medici: «Grazie per quello che avete fatto in questo periodo»

La lettera aperta del presidente dell’ordine dei medici Pagani ai colleghi: «Non siamo stati coinvolti, come ordine, nella gestione della emergenza, come se non fosse sanitaria e come se l'Ausl rappresentasse tutti noi»

Pubblichiamo la lettera che il presidente dell’Ordine dei Medici, il dottor Augusto Pagani, ha inviato ai colleghi impegnati da fine febbraio nella gestione dell’emergenza Covid-19.

Cari colleghi,

grazie per quello che avete fatto in questo difficile periodo, ciascuno nel proprio ambito professionale, al servizio dei pazienti e onorando i principi etici su cui fonda la nostra professione.

Sappiamo bene quanto è stato forte l’impatto della epidemia sul nostro sistema sanitario, pubblico e privato, che ha retto per l’impegno generoso dei professionisti: medici, infermieri, tecnici, farmacisti, biologi, psicologi ed operatori socio sanitari uniti nella resistenza al virus.

Ricordiamo bene le condizioni in cui ci siamo trovati a combattere questa prima battaglia di una guerra che non è ancora vinta: carenza di dispositivi di protezione, di attrezzature medicali, di professionisti, di strategie, di informazioni, di coordinamento fra ospedale e territorio. Non eravamo preparati, nè armati, per affrontare questo nemico sconosciuto, infido e pericoloso e proprio per questo, soprattutto all’inizio, molti medici ed infermieri, dell’ospedale come del territorio, si sono ammalati, ed alcuni purtroppo sono morti.

Non siamo stati coinvolti, come Ordine, nella gestione della emergenza, come se l’emergenza non fosse sanitaria e come se la Ausl rappresentasse tutti i medici e gli odontoiatri della nostra provincia. Lo stesso è avvenuto nelle altre province e regioni d’Italia, forse perchè gli Ordini hanno chiesto fin dall’inizio adeguate protezioni per tutti i medici impegnati nella assistenza, ovunque e comunque, nella impossibilità di delimitare il perimetro del rischio ad alcune attività e non ad altre.

Il termine “adeguate protezioni” era riferito alla qualità ed alla quantità dei dispositivi di protezione individuali ed alla sistematicità e tempestività di esecuzione dei tamponi ai sanitari, sintomatici ed asintomatici; tutto questo è mancato per un tempo troppo lungo ed ancora oggi, nonostante il generoso intervento di molti Enti, Associazioni, Aziende e privati cittadini a supporto delle dotazioni reperite e rese disponibili dalla Protezione civile, i DPI non sono adeguati per tutti.

In questo contesto ciascuno ha fatto fino in fondo il proprio dovere, e spesso molto di più; i pochi che non lo hanno fatto e non hanno onorato il giuramento professionale si sentano esclusi da questo collettivo ringraziamento e plauso.

Grazie a Marco Stabile, Daniela Aschieri e Cosimo Franco per lo studio sulla utilità della eparina nel trattamento della microembolia polmonare, grazie a Emanuele Michieletti e Davide Colombi per lo studio che correla il quadro radiologico della polmonite Covid-19 alla evoluzione clinica della malattia, grazie ai colleghi delle USCA che hanno efficacemente messo in atto la strategia di intervento domiciliare precoce che è risultata vincente, ormai definita “metodo Piacenza”.

Per amor di verità ricordo di avere proposto questa modalità operativa al Direttore del Pronto Soccorso Andrea Magnacavallo ai primi di marzo e di averne poi parlato con il Direttore del Dipartimento Oncologia-Ematologia Luigi Cavanna, che la aveva a sua volta proposta ad un tavolo di lavoro della Ausl. Il 6 marzo in una intervista titolata “Medici a domicilio più protetti oppure equipaggi specializzati” ribadivo pubblicamente questa idea; il 9 marzo il DL n.14 istituiva su tutto il territorio nazionale le USCA (Unità Speciali Continuità Assistenziale) per “implementare la gestione dell’emergenza sanitaria per l’epidemia da COVID-19.”

Il 22 marzo in una intervista titolata “Caccia al virus casa per casa: con cure più tempestive evitiamo il pronto soccorso” Luigi Cavanna riferiva di avere iniziato la assistenza domiciliare ad alcuni pazienti oncologici 2 settimane prima e di avere ottenuto buoni risultati. L’accesso al domicilio suo e dell’infermiere Gabriele Cremona, protetti da tute, mascherine FFP2 e visiere, con auto della AUSL, si concretizzava nella visita ed eventuale ecografia polmonare e consegna di idrossiclorochina, saturimetro ed ossigenoterapia in caso di necessità. Pochi giorni dopo iniziava in città e provincia l’attività di 4 USCA, costituite da equipaggi di 2 medici, che iniziavano ad operare secondo le Linee guida regionali di attuazione del predetto DL del 9 marzo.

Ho tenuto a dettagliare anche cronologicamente questi fatti solo per avere la possibilità di riconoscere il giusto merito ai colleghi quotidianamente impegnati in questa delicata attività di assistenza e soccorso, perchè purtroppo è accaduto ed accade che giornali e televisioni attribuiscano ogni merito di questa rilevante attività assistenziale all’eccellente collega Luigi Cavanna, dimenticando tutti gli altri che quotidianamente la realizzano, e quel che è più ingiusto e spiacevole attribuendo la responsabilità e la colpa del ritardato trattamento e quindi del possibile aggravamento della malattia ai medici di medicina generale, che si limitavano a monitorare il paziente a domicilio consigliando di assumere Paracetamolo e di chiamare il 118 in caso di peggioramento della dispnea e delle condizioni generali.

Talvolta questo è avvenuto, a Piacenza come in ogni altra città italiana, e quando è successo è stato perchè queste erano le indicazioni (allora non era possibile prescrivere tramite la farmacia ospedaliera la idrossiclorochina) e spesso non era proponibile un ricovero ospedaliero (il Pronto Soccorso e gli ospedali erano al limite del collasso). Per fortuna oggi le cose sono cambiate, soprattutto perchè le esperienze delle prime settimane ed il numero contenuto dei nuovi casi ci aiutano a curare meglio i nostri pazienti; mi auguro che la fase 2 ci trovi pronti e coordinati ad una eventuale ripresa della diffusione del virus.

Grazie quindi a chi ha lavorato negli ospedali, in Pronto soccorso, sui mezzi di soccorso, in Terapia intensiva o nelle Terapie semi intensive dove sono stati riconvertiti quasi tutti gli altri specialisti; grazie ai medici di medicina generale e di continuità assistenziale, ai pediatri, ai colleghi delle USCA, a quelli che lavorano negli uffici amministrativi della AUSL e nella Igiene pubblica, grazie ai volontari ed ai giovani che hanno dato il loro prezioso supporto alle diverse attività.

Grazie ai colleghi che hanno lavorato in condizioni spesso difficili e qualche volta critiche nelle strutture private e nelle residenze per anziani; a loro in particolare la solidarietà e la promessa che non li lasceremo soli se si scatenasse la caccia alle streghe. Grazie soprattutto a chi ha lavorato in silenzio, con senso del dovere e responsabilità, senza un articolo o una fotografia sul giornale e senza un ringraziamento o un riconoscimento per quello che ha fatto.

A voi soprattutto un grazie infinitamente grande.

Augusto Pagani – Presidente OMCeO Piacenza

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