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Perché continuare a leggere, a scrivere e ad essere originali

L’originalità consiste nello scrivere di saggistica, reinterpretando le opere e nello stesso tempo rimanere fedele alle concezioni degli autori

Il peccato originale è per antonomasia quello di Adamo ed Eva o meglio quello in cui, alla prima tentazione cadde Eva tentata dal Serpente, per solidarietà condivisa con Adamo, inevitabilmente, essendo l’unica compagnia presente nell’Eden. “E la donna vide che il frutto dell’albero era buono a mangiarsi, ch’era bello a vedere, e che l’albero era desiderabile per diventare intelligente; prese del frutto, ne mangiò, e ne dette anche al suo marito ch’era con lei, ed egli ne mangiò” (La Sacra Bibbia - Genesi).

L’originalità di Eva consiste nell’essere stata la prima donna a concretizzare un atto istintivo, è infatti istintivo il cercare di realizzare un desiderio, primo scalino necessario all’intelligenza, per potere acquisire conoscenza. È originale quindi chiunque compia per primo un atto, anche per pura curiosità istintuale e lo testimonia con l’azione o in qualsiasi altro modo. Come ci suggerisce Sant’Agostino i libri della Bibbia sono stati scritti affinché l’uomo potesse capire l’amore di Dio. Noi lo prendiamo in parola e cercheremo di capire la realtà che ci circonda. Capire la realtà attraverso la scrittura ed il concetto di originalità.  Può dirsi originale qualsiasi atto creativo, come opera letteraria? E l’autore esserne considerato originale?  Andiamo con ordine. In linea di massima possiamo dire che il primo pensatore ad avere una nuova idea o l’intuizione di una nuova storia e la testimonia con la scrittura è un autore originale. L’originalità consiste quindi nel condurci attraverso un’opera, come Eva per mezzo del gesto e dell’azione, verso la conoscenza, verso qualcosa di nuovo.

L’altro giorno riassettando dei libri sparsi nella mia biblioteca, mi sono imbattuto in un libro che, stante l’affermazione precedente, originale non lo era affatto: Charles & Mary Lamb – Racconti da Shakespeare -.

Questo libro, scritto nel 1807 venne pubblicato presso la Children's Library, la libreria dei ragazzi, appunto perché rende in forma semplice e comprensibile, in forma appunto di racconti indirizzati ai ragazzi, le opere di William Shakespeare, opere che in originale, al lettore sprovveduto e di primo acchito, possono sembrare astruse. Qualcosa si potrebbe dire anche sulla vera identità del Bardo, perché col passare degli anni e degli studi, sembra plausibile la storia che non fosse inglese ma siciliano, tal Michel Agnolo (o Michelangelo) Florio Crollalanza da Messina. (Il cognome risulterebbe composto e tradotto in questo modo: scrolla = shake, lanza/lancia=speare», si consiglia a proposito l’opera di Camilleri e Di Pasquale: “Troppu trafficu ppi nenti”).  Non c'è nulla di più meravigliosamente siciliano che il poter complicare una vicenda fino a renderla surreale!

Torniamo al nostro libro e diciamo subito che l’opera dei fratelli Lamb, i Racconti da Shakespeare, potrebbe essere, secondo i principi espressi nell’introduzione, considerata non originale, visto che ripropone anche se con parole proprie, storie già scritte. Ma sappiamo d’altronde molto bene che rielaborare in forma narrativa un’opera, in realtà vuol dire riscrivere l’opera stessa. Questo vale per la scrittura come per qualsiasi altra realizzazione artistica, basti pensare alle cinquantotto reinterpretazioni de Las Meninas di Velasquez realizzate da Picasso. Cioè prendendo a pretesto un’opera del seicento che rappresenta la famiglia reale, Pablo Picasso ci regala (ha realmente regalato le opere al Museo di Barcellona!) cinquantotto quadri, uno diverso dall’altro, che nulla hanno a che vedere con la pittura barocca del Velasquez, sono opere modernissime che rappresentano la più fresca e radicale avanguardia del novecento. Così La scrittura dei fratelli Lamb. La fedeltà al testo originale non impedisce ai nostri autori di compiere una miracolosa trasformazione, ci regalano attraverso la semplicità della scrittura un’opera nuova, più vicina allo spirito del loro tempo (ed al nostro), di facile comprensione, più moderna.

Più di qualsiasi critica letteraria, I Racconti di Charles & Mary Lamb sono stati lo strumento indiscusso per la divulgazione, la diffusione e la critica del dramma shakespeariano. Con le dovute differenze, ho cercato e continuo a fare proprio questo, suggerire la lettura di quei libri, che ho ritenuto personalmente interessanti, sperando potessero esserlo anche per altri.

Oggi il mondo dell’immagine ha tolto spazio alla lettura, per cui l’ambito d’influenza credo sia abbastanza ristretto, può darsi sia meno dei venticinque lettori di manzoniana memoria.

L’ originalità consiste nello scrivere di saggistica, reinterpretando le opere e nello stesso tempo rimanere fedele alle concezioni degli autori, contribuendo così a fare conoscere scrittori e testi che sarebbero probabilmente rimasti meno noti, con la consapevolezza che aver comunque conquistato un lettore in più, sia stato già un successo.

Un vecchio film del 1951 “Domani è un altro giorno” di Lèonide Moguy termina con la scritta: “Se questo film avrà salvato la vita anche ad una sola persona, il fine dell’autore sarà raggiunto”. La lettura delle mie note non credo possa salvare delle vite! Ma se avrà costretto almeno un lettore ad una severa riflessione sulla realtà circostante, il fine sarà stato raggiunto.

Noi viviamo in una epoca senza chiavi di lettura, quelle che avevamo si sono arrugginite, di nuove è meglio non prenderne in considerazioni. La mancanza di quadri certi di riferimento, ci fa vivere nell’incertezza. L’incertezza genera insicurezza, l’insicurezza la paura e la paura non fa ragionare, isola, emargina.

 Allora, torniamo ad essere originali, come Eva o come i fratelli Lamb o come Picasso, poco importa, riscriviamo favole, storie, credenze da usare come strumento per interpetrare questo terzo millennio che ci trova, come gli uomini di ogni precedente millennio, nudi, impauriti ed impreparati!

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