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Riparte da Gossolengo la richiesta del piano territoriale del Trebbia

A distanza di due settimane dalla prima assemblea pubblica organizzata da Legambiente sulle sorti del Parco del Trebbia, il Comitato “No al Bitume – Sì al Parco del Trebbia” ha tenuto lo scorso 15 febbraio una nuova partecipata assemblea pubblica a Gossolengo. Durante la serata la cittadinanza è stata informata del ritiro da parte della ditta esercente l’impianto di produzione conglomerati bituminosi in località Pontenuovo a Gossolengo, meglio noto come “Bitumificio”, dell’ennesima richiesta di valutazione di impatto ambientale relativamente al progetto di “Trattamento Rifiuti Speciali Non Pericolosi” presentata il 20 dicembre scorso. Una rinuncia della quale il comitato è venuto a conoscenza la mattina stessa durante un incontro tenutosi negli uffici di Arpae a Piacenza, alla presenza dei tecnici di Arpae, comune di Gossolengo ed Ente Parchi del Ducato.

Una notizia che ha ovviamente rasserenato i presenti ma che, come illustrato, non è probabilmente l’ultima puntata di una “telenovela” che si protrae ormai da due anni. La serata è stata l’occasione soprattutto per ribadire le perplessità crescenti circa la reale volontà di dare un futuro al Parco del Trebbia sebbene l’iter di redazione del Piano Territoriale del Parco del Trebbia pare abbia finalmente preso avvio. Ancora una volta il Comitato ha ribadito la necessità e l’importanza che il Piano Territoriale debba essere il risultato di un reale percorso partecipato che abbia come priorità gli obiettivi strategici di un Parco Naturale e non i compromessi al ribasso che ne hanno ad oggi condizionato lo sviluppo.

«Il Comitato e Legambiente – informano - continueranno insieme l’opera, che da anni stanno portando avanti, di sensibilizzazione e di pressione a tutti i livelli affinché venga finalmente data priorità al Parco e alle sue esigenze, per esempio chiedendo con forza che la revisione, attualmente in corso, dello strumento di pianificazione delle attività estrattive [PIAE] venga sospesa in attesa che il Piano Territoriale del Parco fissi appunto quegli obiettivi ed indirizzi non negoziabili che altrimenti verrebbero a essere condizionati, come nel passato, da esigenze private legittime che però nulla hanno a che vedere con un Parco Naturale e il recupero di un’area da decenni drammaticamente impattata dalle stesse. Un richiamo poi è stato fatto alle attività di riqualificazione e rinaturalizzazione ambientale, troppo spesso sacrificate e penalizzate da un’assenza di efficaci controlli. Si ricorda infine la campagna di raccolta firme di Legambiente e Comitato “No al Bitume – Si al Parco del Trebbia” denominata “Piano territoriale del parco del trebbia, subito prima che sia troppo tardi”, che si avvia a raggiungere oltre mille firme, alla quale si può aderire sia presso i banchetti di Legambiente e del Comitato in occasione dei prossimi Sit-In in città e provincia, sia attraverso la petizione su change.org».  

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