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Rocca di Ferriere: frazione spopolata che però offre tanto fascino

L’obiettivo fotografico di Sergio Valtolla sull'Alta Valnure

L’incursione fotografica in Valnure di Sergio Efosi, alias Sergio Valtolla, ricercatore di storia locale che, con immagini sempre belle e coerenti, documenta luoghi e situazioni nei suoi blog “Valtolla’s blog” e “Valdarda’s blog”, dopo i Cerri di Ferriere è scesa nella sottostante Rocca, villaggio dove l’intreccio delle “cose” create dall’uomo con la natura offre forme e colori di gran fascino per gli occhi e irrinunciabili per il fotografo.  Il borgo deve probabilmente il nome a un esistente grande ammasso di roccia ferruginosa. Ne troviamo notizia nel libro “Viaggio ai monti di Piacenza” del 1805, ricognizione su tutto l’arco dell’Appennino entro i confini dei ducati di Parma e Piacenza, compiuta dal capitano Antonio Boccia su incarico del commissario Moreau de Saint Mery, nominato da Napoleone. “Vicino a Rocca - scrive il Boccia - s’innalza una roccia ferruginosa sulla cui sommità eravi un castello del quale si distinguono alcune reliquie. Sul lato sud ovest vi era una scala fatta nella roccia con lo scalpello. Si distinguono ancora sette scalini. La parrocchia, che avrebbe preso nome da questa roccia molto alta e isolata, fu smembrata da quella di San Gregorio di Chiapeto 16 anni or sono. Il parroco, don Lorenzo Cella, è un egregio meccanico che fabbrica orologi da torre e da camera senza aver avuto maestri”.

La parrocchia di Rocca - scrive la “Corografia d’Italia” di Zuccagni-Orlandini, opera composta da diversi tomi stampati tra il 1839 e il 1845 -  è divisa in due dal rio che scende dal lago Moo, in Rocca di sopra e Rocca di sotto. L’Estimo rurale nel 1576 iscriveva nel territorio di Rocca 537 persone, 257 donne e 380 uomini suddivisi in 85 nuclei familiari. Ogni famiglia aveva dunque oltre sette componenti. Le risorse alimentari erano date dalle diffuse coltivazioni di cereali, da boschi e pascoli gestiti collettivamente dai capi famiglia (le comunalie). La stessa fonte elenca la presenza di 794 capi ovini, 317 suini, 311 bovini, 27 equini.

L’Annuario Diocesano 2019 iscrive per Rocca 16 abitanti, ma le persone stabilmente residenti sono certamente di meno. D’estate però le case si ripopolano per il rientro dei suoi emigrati francesi e per la presenza di forestieri venuti per passare le ferie in un luogo di serenità e pace che, ben curato da ricorrenti meticolose manutenzioni private, fanno di Rocca un paese che nonostante lo spopolamento non si è abbandonato al declino ambientale e sociale ed è bello da vedere in ogni stagione.

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