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«Santa Franca, un bosco da valorizzare». In Regione un progetto da 170mila euro

Castellarquato: approvato un progetto, ora al vaglio della Regione, per la valorizzazione ambientale e turistica del bosco nella frazione di San Lorenzo. Il sindaco: «Se oggi viene frequentato è grazie ai volontari fiorenzuolani del gruppo "Tenaci Mtb"»

Lo annuncia con orgoglio il sindaco di Castellarquato, Ivano Rocchetta: «Il bosco di Santa Franca potrebbe essere oggetto di interventi di valorizzazione ambientale e turistica». Condizionale d’obbligo perché il progetto dovrà arrivare prima a Bologna e, si spera, rientrare nella graduatoria dei finanziamenti regionali messi a disposizione grazie a un bando che punta «ad accrescere la resilienza ed il pregio ambientale degli ecosistemi forestali».

Si tratta di un progetto importante, più di 170mila euro di lavori, per uno dei tanti “polmoni verdi” di cui gode Castellarquato e in particolare la frazione di San Lorenzo. È qui che si trova il bosco di Santa Franca, circa quaranta ettari ad uso pubblico, con qualche punto ristoro, quindici chilometri di sentieri riaperti in due anni, tanti castagni che «nella Pianura Padana, ai piedi dell’appennino e a pochi chilometri dalla via Emilia, sono difficili da trovare» - spiega Rocchetta. «Qualora la Regione dovesse finanziare quest’opera andremmo a sistemare le zone dove, dopo il gelicidio dello scorso anno, si trovano i castagni ormai morenti. Verranno poi ripristinate le aree naturali, in particolare il piccolo laghetto su rio Santa Franca che è ormai è irriconoscibile a causa del fango che lo ha riempito; e la fonte». Già nel 2016 il Comune di Castellarquato aveva partecipato al bando regionale senza però vedersi assegnare i contributi: «Non siamo nelle cosiddette “Aree parco” e altri Comuni ci avevano sorpassato in graduatoria – spiega sempre il sindaco. L’idea aveva però ricevuto non pochi apprezzamenti da Bologna ed è per questo che abbiamo deciso di riprovarci: Santa Franca è un bosco da valorizzare».

«Se oggi il bosco viene frequentato è grazie ai volontari»

Dicevamo del gelicidio. Ebbene dopo l’inverno critico dello scorso anno alcune piante e grossi rami sono caduti a terra. È così che un gruppo di volontari e appassionati di mountain bike, i “Tenaci Mtb” di Fiorenzuola, con le proprie mani, armati di tanta buona volontà e spinti dalla voglia di pedalare sulle nostre colline, si è messo in moto per riaprire i sentieri all’interno del bosco di Santa Franca. «Dobbiamo solo dire grazie a queste persone: è merito loro se questo bellissimo posto immerso nel verde può essere utilizzato da tutti, da escursionisti, raccoglitori di funghi e castagne. Grazie anche al loro prezioso lavoro a San Lorenzo c’è un bosco degno di  essere definito tale» - è intervenuto Rocchetta. «Dopo un giro in bicicletta ci siamo attivati quasi per scherzo, ma alla fine siamo riusciti a fare qualcosa di ben più grande – raccontano il presidente dei “Tenaci Mtb” e gli amici Giuseppe e Fiorenzo -. Senza toccare con un dito gli alberi, abbiamo seguito le tracce lasciate dagli animali selvatici per riaprire i sentieri che nel tempo sono stati nascosti dai tronchi e dai rami caduti a terra. Ora gli appassionati come noi di mountain bike hanno a disposizione più di quindici chilometri di sentieri». Negli ultimi tempi qualcuno si è però approfittato della generosità di questa persone, “divertendosi” a rovinare parte del duro lavoro: «Avevamo posizionato una sbarra ma c’è chi continua a percorrere i sentieri con le moto da cross senza un minimo di rispetto per il luogo, chi abbatte i cartelli da noi installati a favore della comunità e dei turisti». Insomma volontari amareggiati ma a rincuorarli e a portare loro un po’ di soddisfazione ci sono alcuni giovanissimi: «Vedere che ragazzi e ragazze delle scuole ciclismo, gruppi parrocchiali possono beneficiare del bosco ci riempie sicuramente di gioia ed è per noi motivo di orgoglio. Ringraziamo il sindaco e l’Amministrazione comunale per averci appoggiato fin da subito nella nostra iniziativa».

Le foto, sotto nella gallery, sono di Sergio Valtolla

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