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Martedì, 23 Aprile 2024
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Stop ai parcheggi gratis in centro storico: le soste lunghe fuori dal suo perimetro

Altri suggerimenti dal piano urbano di mobilità sostenibile al Comune di Piacenza: ci sono 700 posti gratuiti sempre occupati, serve una svolta. Via la gratuità per favorire soste di breve durata. L’assessore Mancioppi: «Piacenza deve allinearsi alle altre realtà, in qualsiasi città più ti avvicini al centro storico e più sei disincentivato a usare l’auto»

«Piacenza è un paradosso. La maggior parte dei piacentini intervistati ci ha detto che il problema principale del centro storico è quello della mancanza di parcheggi. E il 98 per cento di questi dice di sostare con la macchina a meno di cinque minuti dal luogo in cui deve andare». Tito Stefanelli, uno degli estensori del Pums (accompagnato dalla collega Sofia Pechin) redatto dalla società “Trt” per conto del Comune di Piacenza, ha spiegato ai consiglieri in commissione 2 gli aspetti salienti del piano urbano di mobilità sostenibile. Il Pums si pone l’obiettivo – in un orizzonte di cinque e di dieci anni – di permettere le condizioni per una «città per tutti», frequentabile in dieci minuti e a Pums 2-2rischio zero, in cui cali l’incidentalità stradale, promuovendo «più che diverse zone 30, proprio una città a zona 30».

«Secondo il nostro monitoraggio – ha spiegato Stefanelli di Trt – Piacenza è una città a forte vocazione ciclo-pedonale. In 5 minuti in bicicletta posso coprire tutto il centro storico. In meno di 20 minuti tutto il territorio comunale, anche i suoi estremi, perciò bisogna puntare molto su questo». Quindi bisogna essere ambiziosi e guardare agli esempi più virtuosi d'Europa: Amsterdam, Utrecht, Gand. «Le città del nord Europa, con tanti parcheggi scambiatori e dove tutto è collegato: ferrovia, tram, biciclette, parcheggi per le auto».

Trt ha analizzato le peculiarità del centro storico. «Chi accede alla Ztl – ha osservato Stefanelli - ha a disposizione 700 parcheggi gratuiti, sono tanti. Pagando i 2,5 euro per il pass giornaliero della Ztl, oggi, in pratica parcheggio gratis in centro storico. Il problema è che i permessi sono tanti e il loro rilascio va rivisto. Si potrebbe far diventare il centro di Piacenza come l’area “C” di Milano: entra chi vuole, ma paga».

Questo non varrebbe però per residenti ed esercenti. «Tutti gli altri per entrare devono pagare, per entrare». Per Trt è una stranezza che vi siano 700 posti auto gratuiti all’interno della Ztl e tantissimi a pagamento fuori dal centro storico. «Siamo per mettere a pagamento tutti i Pums-4parcheggi del centro storico. La sosta lunga delle auto, quella stanziale, deve essere portata fuori dal centro storico. Al suo interno, solo le soste di breve durata. Così evitiamo la sua congestione. Non si vuole penalizzare residenti ed esercenti, ma la sosta lunga deve essere ospitata all’esterno del centro storico».

«Oggi siamo “alla rovescia” – ha dichiarato l’assessore alla mobilità Paolo Mancioppi - rispetto al resto del Paese. I piacentini per entrare in centro storico e frequentarlo "devono" parcheggiare l’auto lì. Troppi hanno un pass Ztl e i parcheggi sono sempre occupati in modo stanziale. Dobbiamo disincentivare questo atteggiamento, per questo stiamo andando in una direzione che è l’esatto contrario di come si è sempre fatto». L’Amministrazione sta facendo le sue valutazioni dopo aver esaminato il Pums. «Servono parcheggi a rotazione. Dobbiamo far lasciare l’auto fuori dal perimetro del centro storico e far venire a piedi i piacentini. Bisogna tornare alla normalità: in qualsiasi città più ti avvicini al centro storico, più sei disincentivato ad entrarci con la tua auto. C’è una congestione del centro storico. Credo che sia un nuovo modo di interpretare la sosta in città, allineandoci alle altre città del Nord, in modo da avere qualche spazio vuoto in più disponibile».

A Stefanelli è stato chiesto quale fossero gli esempi da seguire per la nostra città. «Possiamo imparare da tante realtà, a partire da Parma, Padova, Alessandria, Reggio Emilia». Un’altra indicazione di “Trt” è quella di individuare un «manager per la logistica», che si relazioni con tutte le aziende del territorio per conoscere lo spostamento delle merci, il loro movimento. «È difficile, lo sappiamo. Tutti coltivano il proprio orticello. Ma sarebbe importante costringere tutti gli operatori a coordinarsi meglio. Ad esempio nel distribuire al meglio i carichi dei propri camion. Sappiamo con certezza che molte società li fanno partire semivuoti».

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