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Traumatologia, ortopedia e chirurgia senologica trasferite alla Clinica Piacenza

L’Ausl riorganizza i suoi reparti e l’attività. Si torna a operare nella struttura di via Morigi

La situazione è in continua evoluzione e l’ospedale di Piacenza si riorganizza. L’Ausl sta cambiando in corsa la gestione dei reparti, per cercare di ottimizzare il lavoro dei professionisti e agevolare il quadro. Chirurgia senologica e ortopedia sono stati infatti trasferiti momentaneamente alla Clinica Piacenza di via Morigi.

«Dobbiamo lasciare più spazi presso l’ospedale – ha spiegato il dottor Pietro Maniscalco, direttore dell’unità di ortopedia -, per questo la nostra attività traumatologica viene trasferita alla “Clinica Piacenza”. Questo complesso trasferimento non è ancora terminato e si svolgerà in quattro giorni. Già da ieri abbiamo ricoverato alla clinica pazienti con patologie traumatiche». Ovviamente presso la clinica sono trasferiti coloro che non sono stati contagiati dal virus. «Da domani partono i primi interventi chirurgici, nei prossimi giorni anche le visite ambulatoriali. Se invece il paziente ha il coronavirus, rimarrà attivo un pronto soccorso traumatologico all’interno dell’ospedale».

«L’azienda sanitaria – aggiunge il dottor Dante Palli, responsabile della chirurgia senologica - vuole lanciare un messaggio alla popolazione. 2-8-16L’ospedale di Piacenza sta cercando con tutte le sue forze di impegnarsi sul Coronavirus e non vuole soccombere. Non ci si ammala soltanto di Coronavirus, che induce una mortalità legata ad altre patologie (i tumori in particolare). Il tumore alla mammella, di cui mi occupo, ha visto un’interruzione degli interventi chirurgini di due settimane per questa emergenza drammatica. Ma è rimasta l’attività ambulatoriale. Da adesso in poi alla Clinica Piacenza torneremo ad operare. Potremmo garantire in clinica lo stesso livello di assistenza che garantivamo presso l’ospedale. Dobbiamo impedire che le donne ammalate di tumore possano non avere una risposta sicura e rapida presso la nostra città». «Abbiamo preso – precisa Palli - appuntamenti ben distanziati tra loro in modo da non avere assembramenti nelle sale d’attesa».

«Alcune patologie – ha rilevato anche il dottor Patrizio Capelli - non sono più seguibili all’ospedale e vanno trasferite. Purtroppo non si può spostare tutta l’attività chirurgica “tout court”. È stata fatta una scelta di convogliare alla clinica tutta la traumatologia, così come alcune attività ginecologiche e la chirurgia plastica e la chirurgia oncologica della mammella. Ma altre attività non possono essere spostate, non si prestano per un assetto organizzativo di medio livello». In ospedale è rimasta la chirurgia d’urgenza. «Stiamo localizzando e trasferendo in altre sedi i pazienti oncologici che erano pronti all’operazione e su cui non siamo potuti intervenire. Stiamo così creando un network oncologico e chirurgico».

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