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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Trent’anni fa Papa Wojtyla in Santa Maria di Campagna: il ricordo

A trenta anni dalla visita di Papa Giovanni Paolo II a Piacenza con tappa in Santa Maria di Campagna, (5 giugno del 1988) la Banca di Piacenza ha presentato nel porticato conventuale della Basilica un opuscolo

A trenta anni dalla visita di Papa Giovanni Paolo II a Piacenza con tappa in Santa Maria di Campagna, (5 giugno del 1988) la Banca di Piacenza ha presentato nel porticato conventuale della Basilica un opuscolo con testo scritto da Franco Fernandi che oltre ai momenti vissuti dal Pontefice all’interno della Basilica, ricorda che altri due Papi: Urbano II e Gregorio X, avevano sostato in preghiera davanti alla statua della Madonna. Questo il testo integrale di Ferrandi che nel pieghevole della “Banca” comprende anche i discorsi di San Giovanni II a Piacenza:

La mattina di domenica 5 giugno 1988, Piacenza si svegliò sotto una pioggia torrenziale. Fin dalle prime luci dell’alba, piazzale delle Crociate andò riempiendosi di persone in attesa dell’arrivo del Sommo Pontefice, in visita alla nostra città. Pochi minuti dopo le otto, il corteo papale fece il suo ingresso nel piazzale antistante la basilica di S. Maria di Campagna. Appena sceso dall’auto, il Papa si diresse verso la folla per salutare alcune persone che da ore lo attendevano, incuranti del maltempo. Accompagnato dal Sindaco di Piacenza, sen. Angelo Tansini, dal Segretario di Stato cardinale Agostino Casaroli e dal Vescovo diocesano mons. Antonio Mazza, alle ore 8.08 entrò all’interno della Basilica, dove fu accolto dal Guardiano del convento, padre Alfonso Tomei e dai componenti la comunità francescana. Trattandosi di visita in forma privata, non furono ammessi all’interno della Basilica giornalisti e fedeli. Si diresse verso la cappella dell’Adorazione dei Magi, affrescata dal Pordenone e qui rimase alcuni minuti ad ammirare la bellezza di quei dipinti. Giunto davanti all’altare maggiore, dove è collocato il simulacro della Beata Vergine di Campagna, e inginocchiatosi sui gradini d’accesso al presbiterio, si raccolse in preghiera. Il sacrestano della Basilica, fra Ignazio Pazzaglia, presentò al Papa, adagiate su un cuscino di velluto rosso, le due corone auree che furono donate dai piacentini nel 1954, in occasione dell’incoronazione “in nomine Summi Pontifici” della statua della Madonna di Campagna. Dopo averle benedette, gli si avvicinarono sette bambini della Casa del Fanciullo: Stefano, Davide ed Eric Uccellini, Silvia Cella, Marco Barbieri, Ferruccio Dodi e Rossella Gallerati. Ad accompagnarli Padre Gherardo Gubertini, fondatore della Casa del Fanciullo, che salutò il Pontefice inginocchiandosi davanti a lui. Dopo essersi intrattenuto qualche istante con i ragazzi, uscì dalla Basilica e qui fu salutato da un caloroso applauso dai fedeli che ormai gremivano il piazzale. Alle ore 8.17 il Papa salì sull’auto e partì alla volta di Castel San Giovanni, paese natale del Segretario di Stato cardinale Agostino Casaroli.   Se Giovanni Paolo II fu il primo Papa a entrare nella basilica tramelliana, già altri due pontefici, Urbano II (1095) e il piacentino Gregorio X (1273) avevano sostato in preghiera davanti alla statua della Madonna di Campagna, in quegli anni collocata ancora nella primitiva cappella e solo nel 1522 incorporata nella grandiosa nuova basilica. Urbano II, tra l’1 e il 7 marzo 1095, partecipò a un Concilio indetto a Piacenza per affrontare le problematiche che affliggevano la Chiesa in quell’inizio di secondo millennio. Gregorio X, il piacentino Tedaldo Visconti, il 2 ottobre 1273 fece tappa a Piacenza durante il viaggio di trasferimento a Lione, per partecipare al Concilio. “L’anno poi di Nostro Signore 1273, Papa Gregorio Decimo Piacentino della famiglia de’ Visconti andò a Piacenza, e visitò la predetta Chiesa di Santa Maria di Campagnola; e concedé a tutti quelli ch’ogni giorno la visitavano mille anno, e mille quarantene di vera indulgenza. Entrò in Piacenza il giorno secondo di ottobre per andare al Concilio di Lione” (cfr Girolamo Menghi da Viadana, Celeste Thesoro della Gloriosa Madre di Dio Maria Vergine. Nel quale si ragiona del vero culto, e adoratione, che si deve alle sacrosante Imagini, Bologna 1609, p. 178).

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