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Vicino a te non ho paura

Vicino a te non ho paura

A cura di Luana Carini

Sono un veterinario che si commuove e si emoziona. Ma so ricominciare ogni giorno

La mia peggior debolezza, l’immedesimarmi troppo, farmi coinvolgere in alcune situazioni, piangere di sera ripensando al fatto che non potevo assolutamente cambiare le cose, perché anche la scienza e la medicina hanno tanti limiti e non sono perfette. Ogni volta poi che ripercorro questa strada tortuosa e in salita, riesco sempre a trovare la forza dai miei sbagli, risollevandomi e ricominciando una nuova giornata

Si è concluso così un altro anno, lasciando dietro di sé tantissime emozioni, nonché delusioni e paure, che hanno contribuito sempre di più ad arricchire il mio bagaglio di esperienza e a riempire il cuore di storie, tristi o allegre, che in un modo o nell’altro mi hanno aiutato a crescere sia umanamente che professionalmente.

Questo lavoro, come tanti altri d’altronde, può essere rappresentato da momenti di assoluta tristezza e depressione, così come da situazioni felici che ti permettono di andare a letto con il sorriso, sapendo che anche per oggi qualcuno è stato meglio grazie a te.

Ora, non sempre è facile prendere coscienza di questi sentimenti che spesso si mescolano tra loro, lasciando un senso di assoluta impotenza tale da portarti in condizioni di non poter riposare senza che la mente vaghi in cerca di risposte.
Anche noi siamo essere umani, e come tali siamo oberati da tutti quei problemi quotidiani che ogni persona deve affrontare.
Spesso viene anche data poca considerazione a questo mestiere, non perché non abbia valore, bensì perché viene etichettato solo come una missione, quindi non adeguatamente rispettato.

E’ vero, la professione del medico veterinario nasce da un profondo senso di responsabilità e rispetto verso quegli essere viventi che da soli non possono difendersi. Proprio per questo viene reso ancora più complesso attraverso una difficile interpretazione dei sintomi, interagendo con il proprietario.
Vorrei davvero riuscire a chiarire sempre tutto e subito, ad avere risposte per ogni singola domanda, a capire tutti i sintomi in cinque minuti, ma a volte non è così facile: servono tempo e riflessione, e ancora il margine di errore è sempre presente.

E’ qui che la categoria del medico veterinario si divide in due: esistono quelli a cui l’interpretazione dei sintomi, dopo diversi esami, porta più o meno rapidamente a una diagnosi che poi verrà comunicata al proprietario in modo formale e sterile. Poi esistono invece quei medici che cercano sempre di immedesimarsi nel caso clinico come se fosse il proprio animale, mettendosi nei panni del proprietario e spiegando con parole amichevoli e umili la problematica del paziente, sempre attraverso il supporto di esami ed approfondimenti. 

Ecco, io credo di appartenere a quest’ultima categoria, e non perché non sia in grado di approfondire argomenti scientifici in maniera formale o di approcciare con il proprietario in modo serio, anzi: considero sempre il fatto che è importante porsi sullo stesso livello, alla pari, per riuscire a comunicare la propria posizione ed illustrare al meglio ogni singolo dettaglio.

Forse questa è anche la mia peggior debolezza, l’immedesimarmi troppo, farmi coinvolgere in alcune situazioni, piangere di sera ripensando al fatto che non potevo assolutamente cambiare le cose, perché anche la scienza e la medicina hanno tanti limiti e non sono perfette.

Ogni volta poi che ripercorro questa strada tortuosa e in salita, riesco sempre a trovare la forza dai miei sbagli, risollevandomi e ricominciando una nuova giornata.
Probabilmente continuerò a piangere con il proprietario durante l’eutanasia di un animale, a non dormire in alcune nottate, a emozionarmi per un parto di un cane o un gatto, o a festeggiare i successi clinici; ma questa sono io e non credo poi di voler cambiare. Spero solo di continuare a migliorare per offrire un servizio professionale prima di tutto ma anche umano, come vorrei che venisse fatto anche a me se mi trovassi in difficoltà nella medesima situazione.

Un ringraziamento speciale a una paziente unica che oggi purtroppo è scomparsa ed è volata, come mi piace ricordarlo, sul ponte arcobaleno con la sua pallina a correre felice per sempre: un bacione alla cagnolona Kiss dei miei carissimi amici Manuel e Silvia.

Sono un veterinario che si commuove e si emoziona. Ma so ricominciare ogni giorno

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