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Anticaglie

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A cura di Carlo Giarelli

Donne, donne eterni dei, nei seminari

La frase del titolo anche se evoca il duetto Rosina -Figaro del Barbiere di Siviglia di G. Rossini, non si riferisce all’opera comica, ma ad un operazione che di comico ha ben poco e che alcuni vogliono attuare nei seminari. Dove il Dio dei cristiani essendo in crisi nei suoi pastori, si pensa blasfemamente di aiutarlo con un pluralismo di dei terreni, per sanare una situazione che in questi ultimi tempi si è deteriorata. Intendiamoci non si tratta di un ritorno al paganesimo, vale a dire la religione degli dei falsi e bugiardi, ma di una soluzione esclusivamente terrena, che possiamo chiamare anche terra terra , cui viene affidato il compito e il destino di voler cambiare il degrado dei costumi in cui sembra caduta la Chiesa. La crisi infatti ha un nome: pedofilia con annesse tutte le varianti omosessuali riscontrabili anche in età giovanile (efebofilia) ed adulta, che sta macchiando la Chiesa con uno scandalo che se nei tempi passati poteva essere coperto dal silenzio, oggi in tempi di comunicazione totale non è più possibile tenere nascosto . Le statistiche sono quanto di più inattendibile possano esistere, equiparabili spesso alle fake news, tuttavia qualche numero è uscito fuori recentemente, onde misurare il quantum dello scandalo. Ed allora ecco l’allarmante dato: Il 7-8 % dei preti sembra coinvolto nel reato-vizio- peccato della pedofilia e di tutti i suoi connessi. Prendiamo pure con beneficio di inventario tali numeri, ma quel che è certo riguarda un fenomeno non trascurabile di pulsioni istintuali, come le definirebbe Freud, comuni a tutti gli uomini e che esistono anche fra quelli che sono o sarebbero legati ai voti di castità. Insomma sotto la veste talare, oggi non più di moda, qualcosa si desta. Per questo la stessa veste, diventa da una parte il segno della dannazione, ma dall’altra quello della salvezza. Tutto dipende da chi l’indossa. Posto che quella del prete non garantisce più ( ammesso che le cose un tempo fossero diverse) moderazione e astensione dalle ingerenze del diavolo in fatto di sessualità, un’altra veste può essere di aiuto. E qui scomodiamo pure la frase del Barbiere dove le donne sono equiparate agli dei. Non è uno sproloquio questo. Che la veste femminile sia potentissima a risvegliare appetiti tali da far pensare a qualcosa di extra terreno e quindi agli dei, non è certo una novità. Ogni uomo lo può affermare ed ogni donna lo può dimostrare. Ma questa verità fino a ieri stava confinata fuori dai seminari. Rigorosamente maschili sia nella frequentazione che nell’insegnamento, dove la donna appunto perché paragonata al dio della provocazione e della seduzione, veniva bandita da ogni possibile partecipazione e coinvolgimento passionale. Ma in questo modo le cose non hanno mai funzionato. Credere solo nella donna madre e santa è stata un’operazione giusta dal punto di vista dottrinale, ma non dal punto di vista comportamentale, inteso nel significato di ormonale, anche se salvaguardata e sostituita nei seminari, dalla componente omosessuale per tutti coloro che non avevano o hanno la forza di contenere la passione. Ma la donna intesa come genere non è mai completamente classificabile come santa né come peccatrice. I casi di santità a cominciare da Maria madre di Cristo non si contano, come pure le peccatrici riempiono i libri di storia. Anche se molte di queste si sono poi redente. Ma dicevo la forza della gonna, in un senso o nell’altro non è mai trascurabile. Sia come esempio positivo che come esempio negativo. Con una presa d’atto della realtà, sembra che se ne siano accorti i preti australiani. I quali pur auspicando il celibato come soluzione migliore ed ideale di chi si dedica a Cristo come ministero, non escludono per contenere la pedofilia, il coinvolgimento delle figure femminili, nella formazione dei preti in seminario. Cosa si vuol dire: che fra omosessualità ed eterosessualità, purché quest’ultima sia regolarizzata, sembra preferibile la seconda, ed in questo modo vincere la piaga della omofilia. Una soluzione accettabile questa? Non è detto, non solo sul piano della tradizione che lega il prete alla castità sia maschile che femminile, ma perfino sul piano dell’origine della pulsione sessuale, oggi sostenuta da parte di alcuni teologi, fino a liberalizzare l’atto fisico facendolo diventare atto di amore verso l’altro. E questo indipendentemente dal genere di appartenenza. Per la verità anche al di fuori della Chiesa la modernità vacilla sui valori della tradizione, che ha sempre inteso separare l’uomo dalla donna come due esseri diversi e complementari specie nell’unione fisica. Ma i tempi sono quelli che sono e la confusione diventando sovrana, induce a pensare che nel prossimo futuro, l’eros supererà le barriere della distinzione dei sessi e diventerà transessuale. Sopravvivenza della specie e procreazione non diventano più cause e motivi della separazione dei generi . La prima, la sopravvivenza si può oggi infatti già realizzare con sistemi sostitutivi dell’atto sessuale e la procreazione diventa la sua naturale conseguenza. Il mito greco dell’ermafrodito riportato nel Simposio di Platone sta per essere riproposto. L’abolizione del repressivo orientamento sessuale e genitale da parte della cultura tradizionale,-dicono i modernisti- libereranno l’uomo da ogni impedimento per attuare la sua vera e libera natura onde vincere ogni complesso di colpa, essendo-ribadiscono sempre gli stessi- la vera natura dell’uomo transessuale. La più idonea questa ad esercitare la sessualità senza dover rispettare obblighi antichi ormai superati. In questo contesto ancora una volta la Chiesa pur dovendo correre ai ripari, non ascolta queste fantasie. La sua è tradizione e trascrizione e rimane legata ad una differenza fondamentale fra uomo e donna. Quindi non confusione né indifferenziazione. Perché rimanga dunque questa diversità alcuni all’interno della Chiesa auspicano venga riabilitata la donna nella sua vocazione di appartenenza ad un genere dove santità e peccato si mescolano spesso in dosi difficilmente separabili e valutabili. Eterosessualità preferibile all’omosessualità, diventa la nuova proposta per chi non regge il voto di castità anche nei seminari, dove la donna prima rigorosamente esclusa , potrebbe fare capolino e così esercitare la sua vocazione attrattiva, di santa o di figlia del diavolo. Ce lo dice una metafora che nasce all’interno della Chiesa da parte di alcuni suoi esponenti ed esprime l’analogia fra l’Istituzione sacra e la gonna anzi la minigonna( come sono scaduti i tempi). Eccola: che questa ( la minigonna)copra il necessario e lasci intravvedere quello che stimola la curiosità e l’interesse. Donne, donne eterni dei dicevamo all’inizio e chiudiamo con la stessa espressione comica. Ma che sia veramente comica qualche dubbio viene. Già. 

Donne, donne eterni dei, nei seminari

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