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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Anticaglie

Anticaglie

A cura di Carlo Giarelli

Guida per chi vincerà le elezioni

Come si sa i sondaggi politici sono vietati per legge, almeno 15 giorni prima del voto. Il perché? Possono distrarre qualcuno e influenzare qualcun   altro. Bene. Ma se sono vietati i sondaggi e la pubblicazione delle previsioni di voto, non possono essere vietate le guide, rispondendo alle quali ci si fa un’idea   in anticipo di chi sarà  il vincitore. Quindi con questo articolo mi limiterò a parlare di indicazioni-guida, di percorsi da seguire, su cui ognuno si potrà soffermare per prendere ispirazioni e poi apporre la sua X su uno dei candidati. Dunque enuncerò gli elementi di una scelta per poi lasciare che ognuno percorra, a modo suo le tappe di questo percorso al fine di convincersi dove mettere il voto.  In altri termini farò capire senza dire, consapevole di correre il rischio di dire senza farmi capire. Specie da parte di   coloro che o non vorranno leggere oppure perché impediti dal non essere  molto versati in matematica. A tanto infatti ci condurrà la guida nel fare semplici somme, tipo due più due fanno quattro o cose del genere. Perché per conoscere in anticipo il vincente nel ruolo di sindaco per la nostra città, più che la logica dovremo scomodare la matematica. Comincio allora con il primo punto di questa guida: la bellezza sul piano fisico. Inutile mentire o fare gli spigolistri ma potrei  anche dire, fare i collotorti per quei pochi o tanti  che non intendono sia la prima parola, che la seconda, in quanto la guida ha il suo lessico particolare che deve essere tradotto in parole più comuni che significano bigotto, ipocrita, malfido, bacchettone e via andare.  Insomma, mandando al bando  le ipocrisie si sa che  la posta oggi si gioca sulla bellezza fisica. E’ questa la dote vincente che attira e conquista la società, come  la nostra, che  dell’apparire più che dell’essere ha fatto la sua carta d’identità. In termini, molto più brutali ( ma anche  più veritieri) i bruttini sono esclusi dai giochi. Ci potrà essere ancora qualcuno che li sostiene. Che  osi perfino attribuire loro capacità non comuni in un corpo invece comunissimo. Oppure che sostenga come i buoni non seguano le fattezze fisiche, così come la cultura e cose del genere. Ma di tutte queste presunte virtù, oggi ognuno se ne fa un baffo, se manca il supporto visivo. Il buono è considerato spesso un cretino, il colto un sopravvissuto, il capace un inetto se non riesce a perforare il muro della comunicazione visiva, fatta di luci, di pose calcolate. In sostanza di allettamenti estetici. Dunque la bellezza rappresenta nel quadro totale del mostrarsi in pubblico per un politico, la dote più importante e nessuno pensi ad altro tipo di bellezza, quella interiore, che non si vede ed anche se si colora di moralità o peggio di spiritualità, non serve a bucare il video di noi tutti teledipendenti, abituati alla vista di bellocce e di palestrati. Inutili elementi questi, parlo della moralità e della spiritualità, che hanno in sé la polvere del vecchio, il rancido delle cose stantie in grado di infastidire i molti. Mentre quei pochi abituati a scerpere ( abbiate pazienza con l’uso di questi vocaboli da parte della guida) che traduco nel senso di cogliere quello che non si vede, quei pochi-dicevo- sono in netta minoranza.   Ritornando allora alla bellezza fisica, guardate i due candidati e decidete. Io per me avrei già deciso, dove mettere la croce, ma io sono della vecchia guardia che in questo campo si lascia condizionare dal genere. A voi invece si apre ora l’opportunità se sia meglio interpretare i tempi attuali.  Dove il genere inteso come appartenenza ad uno dei tre o quattro sessi di cui oggi si parla, debba condizionare se  essere meno rigidi sulla sessualità, dimostrare apertura al diverso, in sostanza ai nuovi modelli che avanzano. Interpretabili da qualcuno come una evoluzione della razza umana.  Da ciò saper valutare chi dei due candidati manifesti più disponibilità a capire e nello stesso tempo ad avere  meno insofferenza a non voler capire, potrebbe rappresentare  un vantaggio o uno svantaggio.  Rispondete a questa domanda e poi mettete la croce a favore di uno dei due candidati. Il genere sessuale, chissà perché,  mi rimanda ad un  altro tema della guida che oggi non è più considerato di moda: l’appartenenza religiosa. Nessuno ne parla e nessuno è disposto a scommettere un solo siclo (è la guida che usa come riferimento l’ antica moneta ebraica) su tale tema. Troppo complesso e per di più reso difficilmente comprensibile  da parte degli stessi  sacerdoti eredi degli antichi ierofanti , quelli dei misteri eleusini, che in fatto di mistero o di sacralità sembravano dare qualche punto agli attuali secolarizzati ministri del culto. I quali a volte gareggiano in laicità con i laici che non per niente si definiscono adulti, onde essere meglio accolti nell’abbraccio religioso onnicomprensivo. Insomma questo tema per i nostri due candidati è meglio lasciarlo perdere. Vantaggi e svantaggi si equivalgono, dunque segniamo una doppia X e andiamo avanti con un tema oggi importantissimo: la capacità affabulatoria. Chi fra i due la possiede in misura maggiore? Difficile dirlo. Entrambi sono ben dotati e convincenti ma con una differenza. Al linguaggio verbale si deve associare, quello corporeo, in  genere il più veritiero.  Esaminate i loro discorsi e non lasciatevi condizionare dai programmi. Sono dissimili, questo sì, ma ognuno presenta qualcosa di buono. Anzi per dirla tutta, troppe cose buone da lasciare spazio a qualche dubbio sulla loro realizzazione. Sono le cosiddette promesse elettorali che vanno a pescare dove vuole  la gente. Ebbene guardate  ed esaminate i due personaggi  e poi scegliete. Un criterio abbastanza affidabile per decidere è quello di non lasciarsi convincere dal fiume di parole. Chi parla meno è in genere quello che maggiormente crede in quello che dice, perché non ha bisogno di dimostrare ciò che non è.  Per di più, non ha bisogno di ingannare, causa le eccessive promesse. Promesse da marinaio, un tempo si diceva,  perché le parole si perdono in un gurgite vasto, dove  poi  è difficile ritrovarle. Ebbene io non ho dubbi fra chi è meno marinaio dell’altro e voi?  Un’altra croce da mettere. Infine  la ideologia. E’ questo un falso tema. Le ideologie sono ormai tramontate. Al loro posto c’ è la comune panacea  della questione sociale. Ognuno in questo ci si butta (Chiesa inclusa). La sensibilità spesso solo a parole nei confronti del sociale, riempie bocche ed orecchi. Fa moda e ti fa sentire educato, sensibile, moderno, tollerante, aperto ai bisogni della gente soprattutto se di provenienza extracomunitaria. Il ché dà sempre un tocco di umanitarismo e perbenismo specie se non rivolto al vicino di casa. Perché se quest’ ultimo anche muore di fame, non smuove le coscienze, avendo il peccato originale di provenire dallo stesso paese, il nostro, considerato (spesso a torto) civile, in quanto votato solo  al bene dei multipli nantes. Dicevo dunque che nel sociale si genera un po’ di tutto quello che la campagna elettorale raccoglie. Un po’ di aspirazione alla pace, molta ipocrisia nel non vedere i problemi reali, che si esprimono nella mentalità del lasciare correre. Nel non vedere, sentire, udire al fine di non lasciarsi infognare in quei tanti e numerosi chiassuoli (e dai con i termini desueti della guida) dove miasmi vari e esalazioni mefitiche possono svelare il disegno ipocrita. Che è quello di portare la maschera in un teatro come quello della politica, da indossare con infinite possibilità di cambiamenti e sostituzioni. In tutta questa messinscena carnascialesca, chi ancora osa pronunciare parole come patria o semplicemente italianità, con il suo corredo di usi leggi e costumi, dimostra di non   aver capito dove tira la storia. Quindi su questo tema decidete senza indugi se appartenete   alla tradizione o alla cosiddetta modernità. La prima considerata progressista con juicio, la seconda progressista e basta. Una volta decisi, applicate la X senza titubanze.   Infine un ultimo tasto da valutare, sempre secondo la guida: quale dei due candidati usa meglio la fantasia. Meglio ancora quale dei due fa maggior ricorso all’utilizzo di parole che più di altre tradiscono la mentalità corrente tutta protesa ad abbagliare gli occhi e nello stesso tempo a   gettare lugubre ombre sulla vera comprensione. Ebbene oggi, ma anche ieri, la politica tende ad ingannare. Le parole vengono usate non per quel che significano, ma per creare curiosità, tipo modernismo, voglia di stupire, multiculturalismo che in realtà spesso coincide con l’ignorantismo. Ecco allora che il princisbecco, vale a dire l’oro matto di Bologna da cui deriva la parola sbolognare prevale sull’oro vero, simbolicamente  considerato superato dai gusti e dalle mode.  Così come chi userà il termine donnarummare per significare il tradimento verso i coloro sociali, quelli che un tempo si chiamava maglia di appartenenza, apparirà più moderno. Più fantasioso, più gradevole e più degno di fiducia. Poiché i tempi sono questi, l’Agostino santo e padre della chiesa è stato sostituito dal cinghiale che inguaia il Comune che non sa come risolvere il problema. Con la solita ipocrisia di non volerlo uccidere (il cinghiale), per poi ognuno   a riflettori spenti, disposto a partecipare ad una cena a base di carne dell’ungulato, purché di anonima provenienza.  Agostiniare potrebbe diventare il sinonimo di invadere terreni non consentiti senza rischiare la pelle. Ed essere addirittura  trattato come ospite di riguardo, avendo smarrito la strada.  Non date gemme agli eroi, ma ghiande ai porci sembra allora il nuovo credo progressista. Chi accetta questo stato di cose sa dove porre la sua croce, chi lo avversa sa invece dove mettere la sua X.  E poiché tertium non datur, la guida qui finisce con una postilla: diffidate di chi promette mare e monti. Per le acque a noi piacentini basa e avanza quella dei rivi sotterranei. Per i monti abbiamo già avuto l’esperienza, per analogia fonetica, di un Monti, capo del governo, oggi un desaparecido della politica. Aqui acabamos.       

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