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Giovedì, 18 Aprile 2024
Anticaglie

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A cura di Carlo Giarelli

Il congresso mondiale della famiglia a Verona

Tema del Congresso che si tiene a Verona, la famiglia, intesa nel modo tradizionale. Fino a qualche anno fa nessuno avrebbe messo in discussione il concetto di famiglia e nessuno avrebbe pensato che, su questo tema, si dovesse svolgere un Congresso, che nella mente degli organizzatori viene definito mondiale. Qualcosa quindi è cambiato nella nostra società e quindi nell’uomo, riguardo alla famiglia. Una rivoluzione del costume e quindi culturale associata ad una evoluzione, forse anche antropologica, che può spiegare i cambiamenti profondi della nostra società riguardanti la sessualità e l’etica. La sessualità anzitutto. L’insorgere di un fenomeno che si racchiude nella sigla Lgbt, costituisce una evidenza che nella storia dell’uomo anche se presente in altri periodi, non era così dichiarata e manifesta. La giustificazione, se così vogliamo chiamarla, è la scoperta di una nuova libertà non più compresa dalla morale e poi compressa dalle convenzioni sociali, che si è estesa a macchia d’olio fino a coinvolgere ogni strato sociale, per interessare ogni individuo. Il quale si compiace di vantare la libertà di agire come meglio crede in un ambito come la sessualità, dai contorni, oggi più che mai, non sempre definiti. Anche se , come detto, ce lo ricordano altre epoche storiche , basti pensare ai costumi dell’antica Grecia in cui la bisessualità era molto praticata. Ma Grecia a parte, la storia dell’uomo insegna come la sessualità, cosiddetta naturale, sia stata spesso confusa con quella culturale. Un esempio, fra tanti, in particolare ce lo ricorda, il caso dello scrittore dandy, Oscar Wilde, condannato per la sua condotta omosessuale, a due anni di lavori forzati. Altro esempio, questa volta più comune, ma non meno significativo, quella dei marinai, i quali durante i lunghi periodi di coabitazione sulla stessa a nave, diventano occasionalmente omosessuali per soddisfare le loro pulsioni nell’ambito della sessualità. Se tutto questo è vero, quando la società, allenta i suoi divieti in fatto di comportamenti , tutto diviene inestricabilmente soggettivo per quanto riguarda i processi sociali. S pecialmente quando si scomoda l’aspetto sessuale, tanto che ognuno si sente autorizzato a provare quello che non è più considerato un divieto a livello pubblico. E che pertanto assume il carattere di una nuova opportunità per estendere egoisticamente la propria personalità. Soprattutto se il soggettivismo sessuale diventa ideologia e lo spirito di emulazione diventa esaltazione del proibito. Stando così le cose, la tradizione si svilisce, in quanto proposta in negativo come espressione di una mentalità retrograda. Ce lo ricorda lo stesso vice premier Di Maio che pur considerandosi un cattolico, non esita a bollare il Congresso di Verona come una caduta, non solo di stile, ma di sostanza, verso il medioevo. Mentre al contrario chi manifesta una sessualità aperta in tutti i sensi senza distinzioni di funzioni ed organi, viene oggi considerato un moderno progressista, in grado di cogliere i nuovi fermenti di una società liquida, come la nostra, che si diffondono a piene secrezioni ormonali . Ecco allora il punto, la società liquida così chiamata da Bauman, che in fatto di sessualità diventa addirittura gassosa capace di avvolgere nei suoi effluvi ( tossici?) in fatto di usi e costumi, istituzioni e principi, libertà e anarchia, morale e licenziosità, questa società, dicevo, rappresenta il nostro attuale modo di vivere. Che poi esista, come qualcuno sostiene , una evoluzione della stirpe che con l’ausilio della tecnologia abbia abbandonato la sua natura per avviarsi verso un nuovo modello dove sessualità e procreazione si disgiungono al fine di giustificare l’attuale anarchia di comportarsi ,che questo esista, costituisce, un evento possibile che rende allora il futuro problematicamente immaginabile co non poca preoccupazione. Ma non è ancora finita. Alla libertà sessuale, si associa come detto, il secondo fattore, l’etica che obiettivamente viene messa in disparte. Infatti se la libertà è intesa non come capacità di fare bene, ma come mezzo esclusivo per realizzare ogni desiderio, anche la morale non ha più ragione di esistere. Infatti con l’abolizione del bene dal male, tutto diventa lecito e anche legittimo. Ritorniamo allora al Congresso. Con queste premesse, diventa non solo difficile ma addirittura eroico doverlo difendere. Difficile perché bisogna andare contro il luogo comune rappresentante il politicamente corretto, che si è già accaparrato il diritto e la ragione di voler affermarsi contestando la tradizione . Eroico perchè si rischia in prima persona di essere emarginati, in sostanza di risultare esclusi dagli ambienti che contano sia sul piano culturale che professionale. Soprattutto se anche la Chiesa, dimostra nelle sue variegate anime dei propri rappresentanti, con esclusione per la verità del Papa, una posizione che potremmo definire possibilista, verso la nuova visione antropologica della vita che invece crea imbarazzo fra le persone che ancora osano definirsi, con orgoglio, normali( ma fino a quando?). Ecco allora il punto dolens, cui i tradizionalisti, come chi vi scrive, devono allarmarsi nel considerare la famiglia tradizionale, formata da una madre ed un padre. Dove i figli non diventano amici dei due genitori, ma semplicemente rimangono figli, con tutto quello che questo stato comporta nell’ambito educativo. Ecco allora la domanda. Chi sono allora questi biechi antimoderni che non ci stanno a dichiararsi favorevoli al nuovo modo di pensare, onde accettare persino quella parte di scienza che giustifica la nuova famiglia formata da una vasta combinazione di madri e padri chiamati genericamente genitori, ma con l’aggiunta di una sfilza di numeri ( fino a 5) per esaurire le varie possibilità. Anche in questo caso, va detto, non tutto sarebbe risolto, bisognerebbe infatti cambiare l’etimologia delle parole in quanto anche il succedaneo genitore o genitori non corrisponde al significato di generare, ma a quello di assumere o affittare un essere. Generato da un utero, preso in affitto che poi nella famiglia affittante, diventa un corpo estraneo dal punto di vista della maternità. Dunque poiché la soluzione contrasta con chi ancora crede nei principi biologici ed etici, oggi per gran parte considerati obsoleti, la soluzione, peraltro non auspicabile, sarebbe quella di concepire un utero artificiale cui dedicare il beneficio o il miracolo della procreazione. In questo caso la robotizzazione dell’umanità, potrà diventare un fatto compiuto ed allora, con una immensa perdita di speranza, troverebbe soluzione sia la sessualità, che l’etica e perfino l’ etimologia. Al prossimo Congresso dunque inneggiante la umanità robotizzata, non ci sarà più bisogno di scomodare il termine famiglia, culla di tradizione , di affetti e di trasmissione del patrimonio genetico. Quella famiglia che metaforicamente parlando, rappresenta per l’uomo l’ investimento verso la sua immortalità. Infatti la macchina , diventata non più umana, non si perde in queste quisquilie. La sua natura infatti è un’altra ed il medioevo , come l’uomo, diventa troppo lontano per ricordarci come eravamo fatti.

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