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Anticaglie

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A cura di Carlo Giarelli

Razionalità e irrazionalità della politica

Nessuno infatti ha più fiducia dei politici, di ogni ordine e grado, tanto che molti preferiscono masticare amaro in casa, disdegnando di partecipare alla cosa pubblica. In sostanza quando ci sono le elezioni disertarle come fossero la peste...

Che l’uomo sia un essere razionale ci sono dei dubbi. Specie quando deve scegliere e poi valutare i suoi comportamenti. Apparentemente mossi da criteri razionali ,ma di fatto condizionate dagli aspetti emotivi in cui mette un po’ di tutto. Quello che, scomodando Parmenide, è e quello che non è, ma appare. Senza farla troppo lunga voglio dire che le opinioni sono una cosa, mentre la verità, cosiddetta razionale, un’altra. Per dimostrare questo, prendiamo come esempio la politica, un’area questa dove specie oggi di confusione ce n’è tanta. Le grandi ideologie infatti, terreno ieri di certezze (razionali?) sono tramontate , per giuntaanche un po’ miseramente e hanno lasciato il posto  a piccole ideologie che affondano negli interessi personalio di casta e poco di più. Sembra infatti che ognuno tiri l’acqua al suo mulino senza nemmeno porsi il problema se sia giusto o sbagliato quello che fa. L’importante, a proposito del mulino, è infarinarsi quel tanto che basta per dare l’impressione di essere  attenti e sensibili al tema del lavoro e poi portare a casa la farina spesso sottratta per non dire rubata. Che in questo vi sia razionalità può essere, ma che prevalga l’appetito come pulsione istintuale e quindi poco razionale, non èsolo  verosimile, ma molto probabile. 

Dicevamo dunque della politica che in base a queste premesse si può anche definire  la sede tipicadove si sviluppa ilcosiddetto magna magna. Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti. Nessuno infatti ha più fiducia dei politici, di ogni ordine e grado, tanto che molti preferiscono masticare amaro in casa, disdegnando di partecipare alla cosa pubblica. In sostanza quando ci sono le elezioni disertarle come fossero la peste. Comprensibile anche se non completamente giustificabile. L’attenzione si risveglia quando sembra che qualcosa cambi. Basta poco. Un volto nuovo che constasti con le cariatidi della vecchia e mai morta politica è spesso sufficiente. Ormai l’irrazionalità del disgusto verso le solite facce si è impossessata della politica. Inutili fare dei nomi, visto che il fenomeno li comprende tutti. Prendetene infatti uno a caso che da anni imperversa in televisione  e subito scatta l’effetto pavloviano della reazione gastrica. Dove nausea e vomito, a stento trattenuto, sono i sintomi rivelatori. Il bisogno di cambiamento diventa quindi prima di tutto una esigenza corporea . E la testa c’entra solo non per quello che contiene, il cosiddetto pensiero razionale, ma per quello che non vorremmo contenesse e che chiamiamo cefalea. Ovvero più comunemente mal di testa. Per ovviare a questo, la pillola da assumere è  solo metaforica. Il ché vuol dire non rinunciare ad illuderci, contando su nuovi progetti, su  facce mai viste e si potrebbe anche continuare, scomodando la psicologia, su archetipi che non sono altro che immagini o modelli in cui noi da sempre ci specchiamo per continuare a credere che il mondo in fondo non è quello schifo che appare.

Dunque con queste premesse la razionalità batte in ritirata, sostituita dall’irrazionalità del sentimento, ammesso e non concesso che il sentimento sia irrazionale. Ma andiamo avanti senza addentarci in temi troppo complicati ,accontentandoci di trattare il tema politico dopo le recenti elezioni. Che hanno visto il successo del movimento Cinque Stelle in molte realtà comunali, specie in comuni importanti come Roma e Torino. Perché? Per il programma innovativo proposto dai due candidati Cinque Stelle? E chi mai se ne è accorto del programma? Questi( i programmi)Infatti sembrano tutti uguali e se ci sono differenze, ammesso che qualcuno se ne occupi, esse sono minime e non sufficienti a far pendere la bilancia del gradimento sull’uno o sull’altro candidato. La scelta quindi non è questione di razionalità, ma segue altri schemi che si orientano più verso cuore che  non al cervello. Basta e avanza che il candidato non faccia parte del vecchio mondo. Quello delle immagini televisive che  in tutti questi annilo hanno visto invecchiare sia negli aspetti fisicisia riguardo alle tante( troppe) parole dette e ripetute fino alla nausea, cui non crede più nessuno, vista la situazione in cui, grazie a loro, siamo precipitati. Anche la tv infatti con i suoi riti, manda messaggi cifrati, non tanto alla testa quanto, come detto, allo stomaco.

Come Crono ha divorato i suoi figli , per essere a sua volta vinto e detronizzato, anche le immagini tv divorano se stesse. La legge del corpo  impone tale cambiamento per vincere la repulsione dei succhi gastrici. Queste le caratteristiche che devono avere le nuove immagini di politici per ovviare ai disturbi: essere di nuovo conio e gradevoli, manifestare disinvoltura  e sincerità nelle liturgie delle interviste e  soprattutto non dare l’impressione della presupponenza e dell’arroganza tipica del vecchio politico. Insomma rifiuto del già visto con quel che comporta in fatto, come detto, di reazione corporea.  Per meglio precisare questo punto di vista ricorriamo a due esempi e cominciamo con quello che è  successo a Torino nel ballottaggio. Da una parte un vecchio arnese della  politica, mi riferisco a Fassino, che trasmetteva una immagine, quasimummificata nell’espressione e stantia nelle parole. Improntate , è vero, a cose condivisibili e perfino razionalmente convincenti, ma registrate nella mente come vecchie, senza  l’impressione di cogliere il futuro che avanza e che richiede nuove vie inesplorate  spesso sconosciute alla ragione. Impressione dicevo, colta al volo da quel fondo misterioso che è dentro di noi e che  per semplificare, chiamiamo genericamente e impropriamente sentimento.

Dall’altra parte  una donna giovane, come quelle che incontriamo per strada e che per questo entra subito positivamente nel nostro immaginario dove sono stoccatele illusioni per dirci, nonostante tutto, che qualcosa di buono possa ancora  avvenire.Anche il vestito conta. Camicetta e pantaloni il suo stile. Semplice come desidera l’uomo della strada che avverte il piacere quando può identificarsi con qualcuno che suscita simpatia e per giunta (parlo del look) privo di ogni orpello oggi considerato inutile, perché vecchio stile. Poi quello che più conta, nessun atteggiamento di finta umiltà che poi , grattando in superficie , può rivelare il suo opposto: l’ arroganza mascherata. Se questo capita a Torino , lo stesso vale per Roma. Anche qui una donna , un genere  questo che già di per sé, rompe con   la vecchia mentalità dell’uomo solo al comando. Anch’essa , l’eletta, si presentagradevole di aspetto e semplice nel proporsi. Un esempio, da Accademia della Crusca? Come possiamo chiamarla: Sindaco o Sindaca? Chiamatemi pure Virginia, la risposta. Spiazzante. Due candidate queste che sembrano scaturire dal bisogno del pubblico di allontanarsi dalla politica perché la politica si era a sua volta allontanata dalle gente. Quali siano i rispettivi programmi non è dato sapere. O meglio per chi ha voluto saperli  non è detto  abbiano c’entrato molto con la vittoria di queste due candidate nelle elezioni. La vittoria elettoraleinfatti ricadeva un tempo nel territorio della ragione  che coincideva appunto con  il vecchio modo ideologico di fare politica. Oggi invece vince l’istinto di conservazione,  l’irrazionalità  da contrapporre alle cose   ormai ammuffite e in una parola, col sentimento dell’illusione.La ragione eventualmente subentrerà dopo, quando il risultati verranno al pettine Come è successo recentemente con la parola rottamazione che ha generato  prima entusiasmo per la sua carica ritenuta innovativa anche se non si sapeva contro chi e cosa. Poi a rottamazione tradita, il sentimento ha ceduto e la ragione ha ripreso per un attimo il sopravvento generando una  nuova  disillusione.

Ora, poiché la speranza è l’ultima a morire, il ciclo delle alternanze  ricomincia con due giovani donne. Di queste diremo di tutto e di più fra qualche tempo, per ora conviene lasciarle fare. E’ presumibile che un cambiamento  infatti ci sarà, perché insito nel genere femminile poco votato alla mediazione utilitaristica e spesso ipocrita, tipico invece dell’altra metà del mondo. Infatti le donne sono molto più interessate alle scelte totalizzanti e fra streghe o fate non ci resta  che sperare, prevalgano le seconde. Infatti nella situazione stagnate in cui siamo precipitati con questa politica, non è più il tempo delle mediazioni anche se è lecito porre il sospetto che due donne ai vertici, per giunta inesperte delle cose del palazzo, possano rappresentare un tuffo nel vuoto. Ma è giunto ormai il tempo di saper rischiare, anche perché delle cinquanta sfumature di grigio ormai invecchiate in breve tempo, non sappiamo più che farcene, e abbiamo bisogno di nuovi colori.  Dunque meglio attrezzarsi  al nuovo che avanza, piuttosto che cercare di recuperare il vecchio repertoriodelle immagini sbiaditegià sconfitto dalle figure graziose e gradevoli delle due nuove  arrivate. Un pensiero irrazionale ci accompagna. Fra i due estremi del meglio e del peggio,infatti rischiamo poco. Il peggio è già un assoluto che ormai non può più peggiorare.

Razionalità e irrazionalità della politica

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