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Vagabondi in Appennino

Vagabondi in Appennino

A cura di Pietro Nigelli

Nel regno dei giganti dai piedi di argilla

Il percorso odierno completa la conoscenza della sponda orografica sinistra dell’alta valle del torrente Perino portandoci nel “Regno dei Giganti dai piedi d’argilla”  ovvero nella più vasta delle isole serpentinose del Piacentino

L’itinerario, ad anello con caposaldo a p.so Santa Barbara 1143 m/slm coordinate UTM/UPS 0536479/4953196, è speculare a quello attuato in aprile che si sviluppava lungo il versante est dell’altopiano attraverso sfasciumi di serpentino e gerbidi sino alla Sella dei Generali 1217 m/slm coordinate UTM/UPS 0536397/4951946  per ritornare, su rotabile, al punto di partenza.

Il percorso odierno completa la conoscenza della sponda orografica sinistra dell’alta valle del torrente Perino portandoci nel “Regno dei Giganti dai piedi d’argilla”  ovvero nella più vasta delle isole serpentinose del Piacentino.

Inizialmente seguiremo dal p.so Santa Barbara 1143 m/slm coordinate UTM/UPS 0536479/4953196 la rotabile a fondo naturale d’accesso ai Piani d’Aglio 1060/1070 m/slm coordinate UTM/UPS 0537312/4955428 - esteso pianoro di quota ricco di peculiarità naturalistico-paesaggistiche - che domina la valle del Perino e l’insieme delle case sparse di Aglio.

Sulla linea di quota dei 1100 m/slm abbiamo la presenza di numerose sorgenti che danno vita a diversi rii tributari orografici sinistri del torrente Perino (Lampopera, Poggio e Fornace – che riunendosi poco a monte dell’abitato di Pradovera formano rio Ardera - Vanguardone e d’Aglio).

Aserej abbeveratoio-2Abbandoniamo l’ampio stradello 1103 m/slm coordinate UTM/UPS 0536610/4954277 per piegare a sinistra su mulattiera ampia e spesso fangosa proprio per le copiose sorgenti che oltre ad alimentare i sopradescritti rii arricchiscono di acque il tavoliere dei Piani d’Aglio 1060/1070 m/slm coordinate UTM/UPS 0537312/4955428 - nelle stagioni intermedie spesso risulta acquitrinoso e luogo ideale per l’avifauna di passo.

Dalla prateria di vetta entriamo nei boschi a latifoglie di faggio, nocciolo, carpino che contendono lo spazio a querce, frassini e sorbi montani per giungere nei pressi di Fonte dell’Uccellino 1123 m/slm coordinate UTM/UPS 0536419/4954613 dove cambia radicalmente sia il paesaggio che il percorso.

Il sentiero (attenzione al bivio tenere la destra) si fa più minuto ed inizia risalire le pendici est del monte Capra tuffandosi tra cultivar di resinose che chiudono l’orizzonte non mancando, però, di offrire sporadiche ed incredibili aperture sulla val Perino e la sua sponda orografica destra - ma di questo parleremo più avanti quando percorrendo il crinale avremo visuale libera ed ampia.

La salita mai difficoltosa prosegue per un kilometro circa e termina al raggiungimento dell’estremità NE del monte Capra dove il sentiero piega decisamente a sinistra e, perdendo quota,  perviene ad una piccola ed acquitrinosa prateria dominata da Poggio Vaccari 1230 m/slm coordinate UTM/UPS 0536725/4956511 a Nord e dal monte Capra 1310 m/slm coordinate UTM/UPS 0536651/4955653 a Sud.

Montanari_Raccolta delle foglie-2Siamo al punto di ritorno; invertendo di 180° la marcia si risale tra sfasciumi e massi serpentinosi per arrivare sulla lunga cresta sommitale (orientamento NE-SO)  1251/1310/1258/1239 m/slm.

Il panorama inutile dirlo è aperto a 360° e permette di osservare gran parte delle Terre Alte piacentine in generale e delle principali cime ofiolitiche di questo  “Regno dei Giganti dai piedi d’argilla”  che risulta essere più che una rarità una vera unicità.

Partendo dall’orizzonte SW ecco le alte valli del Trebbia e dell’Aveto con le cime dei monti Lesima, Alfeo, Carmo ed il genovese Antola.

Proseguendo ci imbattiamo nella incombente e viciniore groppone dell’Aserej che copre i lontani monti dell’alta val Nure; oltrepassiamola e di nuovo si apre ai nostri occhi la cerchia delle cime: quelle dell’alta Val d’Arda e della val Perino che ci accompagnano a portar lo sguardo a N sulla Padania terra di torri campanili ed argini.

Al termine di questo volo sull’orizzonte lontano portiamo lo sguardo su ciò che è a noi più vicino: le corrusche cime serpentinose che dominano la parte mediana della val Trebbia principalmente in sponda destra con alcune sporadiche ed isolate presenze, non per questo meno importanti, su quella sinistra.

Dominano il territorio sbucando dalle superfici boscate con piglio fiero e movimentato si presentano con guglie, pareti verticali, tormentate dorsali mutevoli nel tempo per crolli e cedimenti che danno origine a vasti conoidi di massi e ghiaie anch’essi tormentati da continui movimenti e scivolamenti; l’importanza di queste “isole” di roccia ignea è correlata all’ambiente che su di esse si è venuto a creare: un ambiente dove la biodiversità è elevatissima con forme di vita vegetale ed animale spesso rare od uniche - cito ad esempio la presenza di una stazione botanica di Frittillaria (Frittillaria tenella).

Proseguiamo il nostro cammino scendendo lungo la linea di cresta raggiungiamo una sella 1211 m/slm coordinate UTM/UPS 0536024/4954986 dove rientrando nel bosco a latifoglie piegiamo a destra e, seguendo una mulattiera ben marcata, raggiungiamo i contrafforti del monte Sant’Agostino salendo i quali raggiungiamo la cima 1256 m/slm coordinate UTM/UPS 0535590/4954902 resa evidente da alcune croci votive.

Volendo mettere un pizzico d’avventura nel nostro camminare seguiremo il crinale del monte puntando al p.so di Santa Barbara: sulla sinistra i boschi misti di resinose ed essenze autoctone, sulla destra il verticalizzato versante che domina l’omonimo santuario, Coli e le sue frazioni e le valli dei Curiasca di Coli e San Michele; dopo circa 1,5 km eccoci in vista della bianca statua di Santa Barbara che raggiungiamo ripercorrendo una parte della rotabile lungo la quale abbiamo dato il via alla nostra escursione.

Nel regno dei giganti dai piedi di argilla

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