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Il tarlo scemo

Il tarlo scemo

A cura di Nereo Trabacchi

Mina la bambina

Mina è una povera bambina perseguitata dal destino. Orfana di entrambi i genitori, è stata adottata da una povera donna. Fino a tre anni aveva l’aria di una minorata. E’ stata per un certo periodo cieca. A sette anni ha conosciuto una signora che ha cominciato a proteggerla, che ha soddisfatto il suo più grande desiderio: studiare il pianoforte

Mina è una povera bambina perseguitata dal destino. Orfana di entrambi i genitori, è stata adottata da una povera donna. Fino a tre anni aveva l’aria di una minorata. E’ stata per un certo periodo cieca. A sette anni ha conosciuto una signora che ha cominciato a proteggerla, che ha soddisfatto il suo più grande desiderio: studiare il pianoforte. Da allora scrive alla sua protettrice lettere e poesie di una freschezza sconcertate. Dopo aver preso lezioni di francese, presso l’amica della donna, ha scritto: “La derrière des petites filles, c’est tout mème un sacre cadeau du ciel pour les nerfs des mamans. Je sai bien que c’a été inventé pour ca, la main un creux et la fesse une bosse.”

Un giorno in una lettera Mina cerca di spiegare, a soli otto anni, come nasce un pulcino: “Si tiene soltanto il papà e una mamma per avere dei piccini. Voi forse credete che un tacchino o un’oca vegano al mondo in una casseruola. Ebbene, vi spiego: occorrono un maschio e una femmina. Se sono dello stesso genere non funziona. Allora il maschio canta, insomma dovete aver pur sentito un gallo cantare, anche se abitate nel centro della città. Allora siccome la gallina non riesce mai a cantare con lui che gli spiega, ebbene il gallo salta sulla gallina; è proprio divertente, si direbbe che giocano; dopo la gallina si arruffa, e ha ragione, e insieme cantano ognuno nel loro tono, ma le belle note d’oro del gallo, danzano nel cuore della gallina e tutta questa musica scivola nel piccolo laboratorio dove la cocca fabbrica il vostro uovo “à la coque”; e ogni volta che trovate nel vostro uovo un petalo trasparente, ebbene, dovete sapere che è perché la gallina ha amato il canto del suo gallo. E se si affida al calore di una cocca questo uovo per ventun giorni, il petalo fiorisce di una gran mazzo di mimosa in cui danzano due perle nere, spuntano due tridenti di corallo; se avvicinate l’orecchio alla sua casetta, udirete solo il più leggero, il più regolare, il più meraviglioso “staccato” del mondo: quello di un piccolo becco che sa di esser nato dalla musica e che in musica chiede che gli si apra la finestra sul resto del mondo…”

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