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Libertà di pensiero

Libertà di pensiero

A cura di Carmelo Sciascia

Benedetto XVI e la pedofilia nella Chiesa, alcune osservazioni a margine

La Chiesa è stata sempre in contraddizione con se stessa. Come ogni uomo, si è sempre contraddetta, contraddicendo. Per questo è sempre sopravvissuta, la Chiesa ha avuto la capacità di adeguarsi ai cambiamenti dei tempi.  Ogni credente sta in seno alla Chiesa con le proprie convinzioni anche perché se non sono quelle dell’ufficialità del momento, lo sono sicuramente state, in perfetta armonia, con le interpretazioni dei tempi passati o lo saranno con quelle che verranno in anni futuri. Sembra assurdo ma nella Chiesa c’è chi ancora sostiene la necessità di Crociate, così come sono avvenute in oscure epoche medioevali, come c’è stato e c’è, chi le ha sempre condannate e le condanna tuttora.  Tant’è che ogni Papa ha avuto un suo personale giudizio su trascorse epoche storiche, così come su un preciso periodo, nel caso specifico consideriamo il ’68. Negli anni del cosiddetto sessantotto c’erano due personalità, allora sconosciute ai più, che in seguito diventeranno Papa. Da una parte, un giovane teologo dell’università di Tubinga, Joseph Ratzinger, che aveva definito il movimento come una “insurrezione contro la totale pianificazione della nostra esistenza”, era stato perciò contestato dagli studenti ed aveva preferito cambiare Università. Rifugiandosi in una sede più tranquilla, era convinto allora e ha dimostrato di rimanere convinto che il ’68 è stata una “insurrezione” che ha lasciato intorno a sé solo macerie. Allora aveva preferito rifugiarsi in un’altra Università così come in epoca recente, Benedetto XVI ha preferito ritirarsi dal proprio magistero, per ricoprire il ruolo di “Emerito”.   Nello stesso periodo, in un’altra parte del mondo, meno fortunata, l’allora provinciale dei Gesuiti Jorge Mario Bergoglio faceva da guida spirituale ai giovani universitari della Guardia de Hierro, simpatizzava con il suo popolo, il popolo argentino, che identificava con il “santo pueblo fidel de Dios”. Anch’egli nello stesso periodo sarà Papa e cercherà con impegno di svolgere il proprio magistero, dalla Cattedra di San Pietro, con il nome di Francesco.

Negli anni sessanta, sedeva al soglio pontificio Papa Paolo VI, un Papa che si vuole qui ricordare per due sue encicliche: la Populorum Progressio e la Humanae vitae. La prima, nel solco tracciato dal Concilio Vaticano II, può considerarsi progressista e popolare, pone limiti ad una concezione completamente liberale e rivede le posizioni conservatrici sulla proprietà così come erano state formulate da Leone XIII e da Pio XI, nella seconda enciclica ritorna ad affermare posizioni conservatrici che erano state contestate in seno alla Chiesa stessa, come il controllo delle nascite. Da una parte il Concilio voluto da Giovanni XXIII, rappresentava una ventata di rinnovamento, dall’altra un contro Concilio dogmatico strisciante si faceva strada e cercava di cancellare lo spirito di rinnovamento spirituale che aveva animato tanti cattolici e sacerdoti. Questi sono stati gli anni sessanta in ambito ecclesiastico. Da una parte preti come Don Minzoni, come don Mazzi, dall’altra una gerarchia vaticana a difesa della tradizione conservatrice che poneva in primis l’interesse economico e finanziario (vedasi al riguardo L’Espresso del 14 febbraio 1965). 

Comunque quello che oggi colpisce è il tentativo di revisione che da ogni parte cerca di riscrivere gli eventi salienti che hanno determinato la storia contemporanea. Si vorrebbe riscrivere la storia partigiana, riabilitare il fascismo, demonizzare il sessantotto. In quest’ottica, a mio avviso, si inserisce l’intervento del papa emerito Benedetto XVI. L’articolo dell’11 aprile è stato pubblicato su Catholic News Agency, io l’ho letto integralmente in una traduzione che spero sia fedele quanto più possibile all’originale.

L’intervento è diviso in tre parti, ed è stato scritto per dare risposte alla crisi scoppiata nell’ambito della Chiesa sugli abusi sessuali. Diciamo che, da laico, la parte che più mi interessa è la prima, semplicemente perché nel tentativo di giustificare gli eccessi sessuali di seminaristi e religiosi, si opera una vera e propria revisione di tutta la politica libertaria e progressista degli anni sessanta.

Credo che criticare la famiglia patriarcale, come qualsiasi forma di gerarchia maschilista, nulla abbia a che vedere con l’esaltazione sfrenata di qualsiasi manifestazione sessuale. L’emancipazione della donna, grazie anche all’uso di anticoncezionali, è stato un fenomeno dirompente per una nuova concezione del ruolo della donna nel contesto della società.  Una certa concezione della libertà sessuale come presupposto di un determinato cambiamento politico è stata una manifestazione più d’oltreoceano che europea: con i primi movimenti omosessuali o con il movimento degli hippies.

Vorrei conoscere da quale fonte è stato appreso dal Nostro Emerito che “Parte della fisionomia della Rivoluzione del ’68 era che anche la pedofilia veniva poi valutata come consentita e appropriata.”

Cercare di giustificare la pedofilia di alcuni preti (centinaia?) cercandone la radice storica nel sessantotto mi pare una operazione del tutto arbitraria.

Fu un periodo in cui si cercò di togliere alla sessualità qualsiasi copertura ideologica mistificante, iniziare a gettare le basi per una educazione sessuale scientifica fu un obiettivo del movimento femminile di quegli anni, un obiettivo che la moderna pedagogia ha fatto proprio. Esperienza tra l’altro che diversi paesi del nord Europa avevano attuato ed inserito nei propri programmi scolastici. Questo non ha nulla a che spartire con la diffusione della pornografia, il Nostro Emerito, di contro afferma che “I film sessuali e pornografici divennero allora un evento comune, al punto che furono proiettati nei cinegiornali”.

Non si può descrivere il movimento del sessantotto come un’orgia collettiva, credo che finora non l’abbia fatto nessuno. Quando si parla di un’orgia collettiva viene in mente il libro “Profumo” di Patrick Süskind, quando il personaggio principale “Grenouille viene identificato e arrestato. Il giorno della sua esecuzione, però, dinanzi alle diecimila persone riunitesi ad assistere alla sua morte, Grenouille si presenta con addosso una sola goccia del suo profumo. Sotto l'effetto del profumo la folla dapprima si convince dell'innocenza di Grenouille e infine, inebriata dal fascino che scatena la visione di Grenouille, si abbandona ad un'orgia sfrenata”. Questa la descrizione così come ce la presenta wikipedia. Mentre nell’articolo in questione troviamo l’affermazione che “Tra le libertà per le quali la Rivoluzione del 1968 cercò di lottare c’era questa libertà sessuale totale, che non concedeva più alcuna norma”.

“Ricordo -sostiene Benedetto XVI-  anche di essere arrivato in città il Venerdì Santo nel 1970 e di aver visto tutti i cartelloni affissi con un grande manifesto di due persone completamente nude in un abbraccio ravvicinato”. La storia dell’arte è piena di immagini di figure nude, di corpi nudi, nelle chiese troviamo Maddalene, seni di vergini e martiri denudati ad ogni piè sospinto, nessuno ha mai gridato allo scandalo. L’unico a farlo è stato Papa Paolo IV che, dopo il Concilio di Trento, commissionò a Daniele da Volterra di coprire le parti intime dei nudi michelangioleschi della Cappella Sistina, che per ciò è passato alla storia come il pittore-Braghettone. Il sessantotto è accusato di avere provocato anche la riduzione delle vocazioni: “Per i giovani della Chiesa, ma non solo per loro, questo è stato per molti aspetti un momento molto difficile. Mi sono sempre chiesto come i giovani in questa situazione potessero avvicinarsi al sacerdozio e accettarlo, con tutte le sue ramificazioni. Il crollo estensivo della successiva generazione di sacerdoti in quegli anni e l’altissimo numero di laicizzazioni furono una conseguenza di tutti questi sviluppi”.

È evidente come le frasi virgolettate sono le stesse originali scritte dal Nostro Benemerito. Fin qui ho commentato velocemente quello riportato nella prima parte, della seconda parte dell’articolo riporterò, senza tanto commento, solo qualche frase: “In vari seminari sono state costituite cricche omosessuali, che hanno agito più o meno apertamente e hanno cambiato significativamente il clima dei seminari”. “Un vescovo, che in precedenza era stato rettore del seminario, aveva fatto in modo che ai seminaristi fossero proiettati film pornografici, presumibilmente con l’intenzione di renderli così resistenti a comportamenti contrari alla fede”. Se in un seminario si costituiscono cricche di omossessuali o se un vescovo proietta nel suo seminario film pornografici è colpa del ’68? “La questione della pedofilia, come ho ricordato, si è acuita solo nella seconda metà degli anni Ottanta”. La pedofilia si manifesta quindi vent’anni dopo, negli anni ottanta… solo? Forse non c’è sempre stata in certi ambienti, in certi luoghi, dove non c’è stata mai promiscuità?

La terza parte dell’intervento del Nostro Emerito, è più teologico, si parla della Bibbia, dell’Eucaristia, della Chiesa e perfino del diavolo, ma credo sia un discorso - inter nos- tra fedeli: serve a persuadere chi già è persuaso, cioè chi già crede.

Fanno eccezione alcuni passaggi come quando: “E’ il caso della pedofilia. È stata teorizzata solo poco tempo fa come del tutto legittima, ma si è diffusa sempre di più. E ora ci rendiamo conto con sorpresa che stanno accadendo cose ai nostri figli e ai giovani che minacciano di distruggerli. Il fatto che questo possa diffondersi anche nella Chiesa e tra i sacerdoti dovrebbe disturbarci in particolare.” Nella Chiesa e tra i sacerdoti… ricordate quel bel film di Almodovar “La mala educaciòn”? E poi vorrei chiedere: chi ha teorizzato “solo poco tempo fa come del tutto legittima” la pedofilia? Credo che, se così fosse sarebbe necessario denunciare all’autorità preposta l’autore di queste teorie, in netto contrasto con qualsiasi ordinamento giuridico, di qualsiasi paese civile.

In quest’ultima terza parte viene riporta la confidenza di “Una giovane donna che era una [ex] chierichetto mi ha detto che il cappellano, il suo superiore come chierichetto, ha sempre introdotto l’abuso sessuale che stava commettendo contro di lei con le parole: “Questo è il mio corpo offerto per voi”. Frase che fa sostenere al Nostro che “il diavolo vuole dimostrare che non ci sono persone giuste”. Sì, forse il diavolo vuole dimostrare che non ci sono persone giuste, fosse solo il diavolo…

P.S. al di là di qualsiasi considerazione sull’articolo, all’unisono con benedetto XVI: “Al termine delle mie riflessioni vorrei ringraziare Papa Francesco per tutto quello che fa per mostrarci, sempre più, la luce di Dio, che non è scomparsa, anche oggi. Grazie, Santo Padre!”

Benedetto XVI e la pedofilia nella Chiesa, alcune osservazioni a margine

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