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Giovedì, 25 Aprile 2024
Libertà di pensiero

Libertà di pensiero

A cura di Carmelo Sciascia

L’ascesa e il declino degli apostoli dell’antimafia: uomini di Stato infedeli, servizi segreti deviati e giornalisti spregiudicati

I libri sono come le ciliegie, lettone uno vien voglia di leggerne subito un altro. Se questo è vero per i libri in generale, lo è ancora di più, se il libro che si propone nell’immediato è il prosieguo o l’approfondimento di quello precedente. Il libro si autopropone, proprio così, perché i libri spesso non li scegliamo, spesso sono loro ad imporsi alla nostra attenzione, sono loro che scelgono il lettore. Nel caso specifico, dopo avere letto e commentato “Il padrino dell’antimafia” del giornalista di Repubblica Attilio Bolzoni mi è stata proposta la lettura di un altro libro che affrontava lo stesso argomento. Un altro libro che parlava di mafia, della mafia travestita da antimafia, così come si era imposta negli ultimi decenni in Sicilia: “Il sistema Montante” di Salvatore Petrotto (Bonfirraro editore - 2019).  Questo libro è stato pubblicato ad Aprile, due mesi dopo la pubblicazione, avvenuta nel Febbraio 2019 del Padrino dell’antimafia di Attilio Bolzoni. C’è un anno nella recente storia d’Italia che funge da spartiacque nella storia repubblicana ed è rappresentato dal 2012. Annus Horribilis.Già Giorgio Bocca aveva scritto un libro, uscito nel 2010, con questo titolo, solo che l’anno cui l’autore faceva riferimento era il 2009 ed il referente politico era l’allora Capo del Governo, il cav. Silvio Berlusconi. L’annus horribilis cui invece io faccio riferimento è il 2012. Anno in cui, con il contributo del Presidente Giorgio Napolitano, del FMI, della BCE e della Comunità europea tutta, è stata sospesa la democrazia in Italia. Come Capo del Governo viene imposto il bocconiano Mario Monti (figura di spicco del Club Bilderberg) e vari Ministri formalmente tecnici, in realtà imposti per un preciso disegno politico. Tra questi, nessuno può dimenticarne almeno due: la Fornero per la disastrosa cosiddetta riforma delle pensioni e la Anna Maria Cancellieri per i provvedimenti presi in politica interna. Tra i provvedimenti presi dalla Cancellieri che a noi interessano in questo momento, ve ne sono due che riguardavano lo scioglimento per infiltrazione mafiosa dei Comuni di Salemi e di Racalmuto. Sindaco di Salemi era stato Vittorio Sgarbi che aveva condotto le sue battaglie politiche contro l’installazione delle pale eoliche che deturpavano il paesaggio, mentre il sindaco di Racalmuto era Salvatore Petrotto che qualcosa aveva avuto da ridire sulla gestione dello smaltimento dei rifiuti nei comuni dell’agrigentino. 

Il problema della gestione dei rifiuti, in particolare della discarica di Siculiana dei Fratelli Catanzaro, ce lo descrive molto bene l’avvocato Mauro Mellini, già parlamentare radicale, nella prefazione del libro di cui ci stiamo occupando, Il sistema Montante.

I Fratelli Catanzaro sono stati alfieri della lotta al pizzo ed alla mafia, così come lo è stato Antonello Montante, Presidente di Confindustria Sicilia. Ci sarebbe da ridere, se tutta la faccenda non fosse terribilmente tragica: più che degli imprenditori il duo Montante-Catanzaro viene definito il duo dei “prenditori”. In quest’opera si citano, perché coinvolti in vicende giudiziarie abbastanza gravi, dei personaggi pubblici, con incarichi di grande responsabilità politica ed amministrativa, motivo che deve fare riflettere e non poco, il comune cittadino. Il senatore Renato Schifani che diventa, seppure indagato per mafia, presidente del Senato; Saverio Romano divenuto ministro anche se sotto inchiesta per mafia; il colonnello dei carabinieri Giuseppe D’Agata, il generale Arturo Esposito. Testualmente: “Il colonnello D’Agata praticamente aveva dato in appalto al Montante il suo alto e delicato ufficio, di concerto col senatore Schifani e il generale Esposito, che è stato anche il direttore nazionale dei servizi segreti civili”. Mentre l’ex ministra Cancellieri veniva investita dagli scandali: per il figlio e per la famiglia di bancarottieri Li Gresti che l’usava a proprio piacimento.

Il Ministro Angelino Alfano viene spesso citato e per vari motivi. Eccone alcuni. Uno per avere nominato prefetto di Agrigento il capo della sua segreteria politica, Nicola Diomede, allontanato in seguito dall’incarico perché finito sotto inchiesta per corruzione ed associazione a delinquere. Due per l’incarico dato al fratello Alessandro alle Poste di 200 mila euro l’anno. Tre per i cospicui incarichi legali affidati alla moglie nell’ambito della Pubblica Amministrazione. Quattro per la gestione del centro di Lampedusa affidato ad un certo Montana, suocero del fratello Alessandro. Se in Italia la famiglia è tutto, evidentemente lo è ancor di più in Sicilia così come lo è per i politici a livello nazionale (il nepotismo di Umberto Bossi docet).

Il vertice di Confindustria Sicilia ha esercitato un potere immenso, non solo nell’isola ma nell’ambito di Confindustria nazionale, il clan era rappresentato da Montante, Lo Bello e Giuseppe Catanzaro.

Nel libro troviamo personaggi di tutta la Penisola tra cui il veneto Gianni Zonin, noti i suoi interessi in Sicilia,ex presidente della Banca Popolare Vicentina fonda Banca Nuova, l’istituto di credito siciliano dentro il quale avevano ingenti capitali personaggi quale Vito Ciancimino e l’ex Ministro Alfano.

La provincia di Agrigento paga la tassa sull’immondizia e sull’acqua più salata d’Italia, per avere in cambio un servizio che definire disastroso è puro eufemismo: rifiuti sparsi in ogni dove, acqua erogata ad intervalli temporali variabili, con turni fino a raggiungere i 15 giorni.

Mentre la Girgenti Acque gestiva e gestisce il servizio idrico dal 2007, con lo scopo di truffare gli agrigentini e sistemare dipendenti segnalati da politici compiacenti, per lo smaltimento rifiuti si sono favoriti gli interessi della Catanzaro Costruzioni s.r.l. che gestiva la megadiscarica di Siculiana-Montallegro, molti i funzionari pubblici coinvolti a partire dall’ex presidente della Regione Rosario Crocetta.

Finora ho accennato a qualche personaggio, a qualche episodio, il libro contiene anche dell’altro, come specifica il sottotitolo: - L’ascesa e il declino degli apostoli dell’antimafia, uomini di Stato infedeli, servizi segreti deviati e giornalisti spregiudicati -.

L’opera contiene, anche se in forma sommaria, una parte con riferimenti storici sulla Sicilia dell’Otto-Novecento, dalle rivolte post-unitarie del 1862 all’esperienza del governo Milazzo del 1958, dalle vicende del bancarottiere Michele Sindona al suo braccio destro Giovanni Macaluso alias Jo’- Fantomas, dall’agrigentino di Ribera Francesco Crispi al capo della polizia che investigò sulla morte del bandito Giuliano il racalmutese Ettore Messana, dallo splendore liberty dei Florio ai moti contadini dei Fasci Siciliani.

Il libro di Salvatore Petrotto riporta in appendice anche diversi atti giudiziari e testimonianze, peccato si leggano con difficoltà per i minuscoli caratteri tipografici usati. 

Dimenticavo di dire che la Strada degli scrittori, la strada statale 640, la Caltanissetta Agrigento, lungi dall’essere terminata (i lavori sono stati appaltati dalla C.M.C. di Ravenna) rimane un percorso difficile ed avventuroso. La Palermo-Agrigento che congiunge due città importanti viene definita la nuova la nuova Salerno-Reggio Calabria, ricordando che quest’ultima rimase per 30 anni un cantiere aperto. Le strade dei Monti Sicani, come di tutto l’interno della Sicilia definirle trazzere è un complimento. A proposito vorrei concludere allegando una serie di fotografie sullo stato in cui versava in questo mese d’agosto 2019 la famigerata “Strada degli scrittori”, nel tratto da Racalmuto- Agrigento ed all’altezza della diramazione Favara, dove persiste una stazione di servizio.

Queste foto testimoniano uno stato di totale abbandono e di inaudita barbarie di una parte, tra le più belle paesaggisticamente ed interessanti archeologicamente del nostro Paese.

A questo punto, non rimane altro che condividere la dedica dell’Autore che esprime manzoniana speranza nell’avvenire: “con la fiducia che possiamo non buttarci alle spalle il nostro futuro”!

L’ascesa e il declino degli apostoli dell’antimafia: uomini di Stato infedeli, servizi segreti deviati e giornalisti spregiudicati

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