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Libertà di pensiero

Libertà di pensiero

A cura di Carmelo Sciascia

La banalità di un cartello ed il suo recondito significato

Tra i tanti cartelli della segnaletica verticale che indicano divieti, ne troviamo uno che, di forma rotonda come gli altri dello stesso genere, si differenzia per essere di colore rosso con banda orizzontale bianca: è il segnale che indica il divieto di accesso. Molti lo riconosceranno perché non è raro incontrarlo durante i soliti spostamenti cittadini, anche perché la sua conoscenza è indispensabile (come la conoscenza di tutti gli altri segnali stradali) per conseguire il certificato che ci autorizza alla guida. I cartelli vengono collocati per favorire il regolare traffico automobilistico, per valorizzare percorsi turistici, per indicare percorsi di importanza culturale, religiosa, artigianale, sportiva, ambientalista ed enogastronomica.

Credo che i cartelli siano utili, ma a volte risultano eccessivi, superflui perfino. Certo aiutano l’autoctono come il turista, al turista soprattutto sollecitano la fantasia nello scoprire siti nuovi ed interessanti.

A Piacenza, accostato alle mura farnesiane (la terza storica cinta muraria della città) quella che sostiene il Pubblico Passeggio, all’altezza del mercatino rionale di via Alberici, troviamo un cartello che indica un divieto di accesso. Un divieto, che ci segnala di non andare oltre le mura, cioè di non attraversarle!

La questione sembra di una superficialità lapalassiana. Ma vi assicuro che così non è. O meglio. Questo mercatino è stato costruito nel vallo delle mura, come tanti altri manufatti che sono stati innalzati in anni remoti, alcuni in anni a noi più prossimi. Dicevo che alcuni sono stati innalzati e da tutti visibili, altri poco visibili, sono stati scavati nelle mura ricavandone dei box (ce ne ha reso edotti ilPresidenteEnte Farnese, generale Eugenio Gentilein occasione della presentazione del libro Le Vestigia Farnesiane –Tip.Le.Co. 2019- di Renato Passerini, a Palazzo Galli).

Gli edifici costruiti nel vallo delle mura, oltre al mercato rionale di via Alberici, sono il palazzetto dello sport e le abitazioni in prossimità di Santa Maria di Campagna, in tempi a noi ravvicinati Borgo Faxhall che ha inglobato le mura stesse, con il consenso più o meno esplicito di tutte le amministrazioni comunali, di qualsiasi colorazione politica, che ne hanno stravolto anche l’iniziale destinazione d’uso.

Ora la questione del segnale posto sotto le mura che sembra a primo acchito banale, probabilmente nasconde un significato più profondo, ci vuole indicare che non si deve andare fin sotto le mura, dentro le mura: attraversarle! Quindi ha un significato di recondita salvaguardia storico-architettonica di una delle parti più fragili ed esposte della città: le mura cinquecentesche.

Allora se è questo il vero ed ultimo significato di questo segnale stradale, che ben vengano, simili cartelli da porre in prossimità di tutti i luoghi, beni storici ed architettonici da salvaguardare, sparsi per la città: sarebbe una iniziativa lodevole, anche perché qualsiasi trasgressione, come per gli automobilisti distratti, vedrebbe scattare una immediata sanzione proporzionata all’inosservanza, potrebbe essere un utile deterrente contro qualsiasi forma di sfregio edilizio.

Sì, lo so, le norme ci sono, dalle leggi nazionali di salvaguardia del patrimonio storico, ai regolamenti di edilizia comunali, ma se il problema delle colate cementizie continua a perpetuarsi, chissà magari una semplice segnaletica potrebbe fermarne l’avanzata: tanti bei cartelli di divieto di accesso, da porre nella vicinanza dei monumenti cittadini, come nelle prossimità delle periferie che sono stati invasi e continuano ad esserlo, dalla presenza di grigi ed anonimi capannoni.

La banalità di un cartello ed il suo recondito significato

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