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Giovedì, 25 Aprile 2024
Libri piacentini

Libri piacentini

A cura di Renato Passerini

L’Urtiga, piccolo omaggio a Luigi Paraboschi

La nostra sezione Cultura, curata dal giornalista Renato Passerini, dedica questo spazio alla segnalazione e recensione di libri piacentini. Ne entrano a far parte le opere che trattano argomenti riguardanti la nostra provincia: geografici, storici, ambientali, economici, urbanistici, folcloristici, ecc.; a queste si aggiungono i libri di autori piacentini, per nascita o per adozione e i cataloghi delle esposizioni allestite sul territorio provinciale

Autore: un gruppo di amici

Pagine 202

Anno 2016 – n° 11

Edito da L.I.R

Prezzo euro 11

luigi paraboschi  (4)-2

PICCOLO OMAGGIO A LUIGI PARABOSCHI

Noi lo chiamavamo "il Preside", molto affabile ecordiale con la battuta sempre pronta. Quasi ogni sera verso le 18,30 entrava in negozio, non prima di aver parcheggiato la bicicletta contro il muro e l'immancabile sigaro rigorosamente acceso, appoggiato sul tubo del gas posto fuori,una chiacchierata veloce del più e del meno, uno sguardo sul banco alla ricerca di qualche titolo nuovo di autori piacentini e poi... "adesso vado a prendere un caffè che stasera devo lavorare fino a tardi". Ecco queste poche righe per ricordare con affetto una persona che purtroppo ha lasciato un vuoto incolmabile tra noi...

I ragazzi della libreria

AI LETTORI

Abbiamo perso un amico il 2 marzo, non il coordinatore della redazione.  Questo che trovate ora è l'ultimo numero che abbiamo studiato e realizzato insieme. Rispetto al "timone" che insieme a Luigi avevamo pensato, manca solo una rubrica annuale che aveva ideato e che curava, quell'immane lavoro che è Scaffale piacentino, la raccolta di tutto quel che era stato pubblicato, nell'anno precedente, a Piacenza, su Piacenza, da piacentini o su piacentini. Era quasi pronta quando, un virus gli aveva bloccato il computer pochi giorni prima che un malanno bloccasse lui a letto; "Bè, - ci aveva detto - se devo restare in casa vedrò di accelerare e rifare il lavoro". Attendevamo - a rivista chiusa tipograficamente - la rubrica, aspettando che si riprendesse. Ed è rimasto un vuoto là in fondo intorno a pagina 200.

Ma il vuoto vero è rimasto qui tra di noi. Che è un vuoto pesante perché ci carica responsabilità. Di portare avanti il suo progetto, pur nella consapevolezza di non poter più contare sulla sua conoscenza delle cose piacentine, sul suo equilibrio nelle scelte, sulla sua capacità di comunicazione quando si andava in pubblico, sui suoi rapporti cordiali con tutti, sulla sua capacità di smussare qualche spigolo che inevitabilmente si crea tra le esigenze di chi deve pubblicare e chi vuol scrivere. Fin qui, siamo alla dodicesima uscita, siamo andati avanti con lui. Adesso contiamo di andare avanti ancora insieme al suo ricordo.

La redazione

“Ippolito ha preparato il vino, Danilo lo ha imbottigliato, e io ci ho messo il tappo.” Era solito dire così Luigi, ha ricordato Ippolito Negri alla Libreria Romagnosi in occasione della presentazione di questo numero de “L’Urtiga” la rivista di cultura piacentina. “L’umiltà di Luigi è il più grande insegnamento che mi ha lasciato, da lui avevo tutto da imparare” ha affermato Andrea Bergonzi. “Non si arrabbiava mai – ha aggiunto Danilo Anelli –anche se io sono riuscito in questa impresa, perché voleva che scrivessi sulla rivista”.

Molte sono le iniziative culturali realizzate da Luigi Paraboschi nel campo della conoscenza delle tradizioni e del dialetto con analisi e studi sempre ancorate su basi scientifiche. Tra queste, nell’anno 2012 unitamente a Romano Gobbi, la nascita de “l’Urtiga”.Eppure Luigi non si metteva mai in prima fila, cercava una posizione defilata, non di primo piano, che fosse alla presentazione di un libro a Palazzo Galli – Banca di Piacenza, o a una riunione di dirigenti scolastici. Restano tante testimonianzedi quel che ha fatto, e qualche progetto.

Ricorda Ippolito Negri: “Era entrato nella scuola; primi anni in Alta val Trebbia, poi dalla cattedra era passato alla presidenza, val Tidone, bassa val d'Arda, Rivergaro, scuola Dante-Carducci. Tanti racconti in ordine sparso di quegli anni. Ma quel che è stato Luigi nella scuola lo hanno raccontato le insegnanti con il profilo che Titta Fellegara, professoressa della Dante, ha letto in Santa Maria di Campagna. Eda quel commosso ritratto formatosi alla Dante emerge Luigi come insegnante e quel che è stato per la scuola piacentina.

Sai che gli uomini e le donne devono morire, ma ci sono persone che puoi pensare solo vive, in movimento, prese da quanto le appassiona e le cattura. Luigi una di queste. Ci faremo una ragione della perdita di questo amico, ma continueremo a ricordare (cioè a portare nel cuore) la sua presenza di là della separazione e della mancanza.  Il tempo, che Luigi avrebbe detto "galantuomo ", porterà il nostro grazie, per ciò che da lui abbiamo avuto, da ora in poi". 

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