"Raccolta" di Carmelo Sciascia
La nostra sezione Cultura, curata dal giornalista Renato Passerini, dedica questo spazio alla segnalazione e recensione di libri piacentini. Ne entrano a far parte le opere che trattano argomenti riguardanti la nostra provincia: geografici, storici, ambientali, economici, urbanistici, folcloristici, ecc.; a queste si aggiungono i libri di autori piacentini, per nascita o per adozione e i cataloghi delle esposizioni allestite sul territorio provinciale
OGGI SEGNALIAMO:
"RACCOLTA"
Autore: Carmelo Sciascia
Pagine 104
Casa editrice youcanprint
Anno di edizione 2017
Prezzo di copertina euro 10
Il libro sarà presentato:
lunedì 13 Marzo 2017, ore 18.30 alla LIBRERIA FAHRENHEIT ,via Legnano, 4 e e a BIFFI ARTE, sabato 25 marzo 2017 alle 17.00.
CARMELO SCIASCIA nasce a Hornu in Belgio. Frequenta il Liceo ad Agrigento. Si laurea a 22 anni in Filosofia, a Palermo. Pensionato, già insegnante, ferroviere, dipendente MIUR da Racalmuto a Piacenza e viceversa, è da tempo compiutamente inserito nella realtà piacentina.
Dipinge e scrive per solipsismo, termine sostantivo maschile e femminile che indica chi aderisce alla filosofia del solipsismo: tutto quello che l’individuo percepisce è creato dalla propria coscienza. Di conseguenza, tutte le azioni e tutto quello che fa l’individuo è parte di una morale prestabilita dal proprio io, ubbidendo pertanto solamente a quello che quest’ultimo dice, al di là delle leggi prestabilite dal mondo esterno e da altre soggettività.
Questa "Raccolta" è il Diario Pubblico di un anno, il 2016. Pubblico perché si tratta di note, divagazioni, appunti di viaggi, di film e di letture di elevato feeling culturale, che da dicembre abbiamo il grande piacere di ospitare anche sulle nostre pagine. Sono note di un lungo viaggio seguendo i fatti della nostra quotidianità visti con gli occhi e la mente del filosofo, un pozzo delle curiosità intelligenti: una lanterna magica nella quale trovare paesaggi, ricordi, memorie, libri,
Il lavoro di Carmelo Sciascia – scrive il giornalista e scrittore Gaetano Savatteri - che altrimenti andrebbe perduto nella memoria corta del quotidiano, da alcuni anni finisce raccolto in una specie di zibaldone che registra il peregrinare, fisico o soltanto mentale, dell’autore. Spuntano da questa Raccolta pensieri e annotazioni, città straniere, mostre, eventi – come suol dirsi, con termine abusato – che si accendono e si spengono. Illuminazioni, rimandi, parentele si intrecciano dentro la trama che Carmelo Sciascia (uno di quei siciliani nei quali Leonardo Sciascia credeva, quelli che “parlano poco”, “non si agitano”, “si rodono dentro e soffrono”) tesse periodicamente per i suoi lettori. Non so quanti e chi siano i lettori dei suoi interventi, ma li immagino come lettori curiosi, viaggiatori discreti, frequentatori di biblioteche, affezionati alla carta stampata, capaci ancora di ritagliare un articolo e conservarlo per tornarci sopra o per trovare il suggerimento di un libro, di un film, di un testo dimenticato o poco conosciuto.
Carmelo Sciascia ha un punto di osservazione privilegiato perché appartato e di provincia. Questo non significa che Sciascia, se richiamato da uno spettacolo teatrale, da una mostra o da un convegno, non si sposti, anche frequentemente, nelle grandi città. Ma si sente, nelle sue cronache, il privilegio e l’orgoglio di venire da un piccolo centro del sud della Sicilia come Racalmuto, con la sua storia lunga e la forza letteraria che gli ha dato uno scrittore come Leonardo Sciascia e di ritirarsi, dopo aver visto luoghi e attraversato terre, in questa provincia padana, con i suoi selciati che fanno vibrare le ruote di mille biciclette. La provincia italiana, sia del sud che del nord, diventa per Carmelo Sciascia il luogo di decantazione e di riflessione di quanto è passato sotto gli occhi dell’autore: qui si riannodano i fili del sapere che è intelligenza capace di trovare nessi, parentele e affinità anche tra posti e libri molto diversi.
La provincia sembra il luogo perfetto per un pensiero lungo e lento, ma mai torpido o pigro. Per un pensiero che permette di risalire lungo catene di rosari culturali o di divagare. Leggendo Carmelo Sciascia, le sue cronache vagabonde, mi sembra di ritrovare i passi perduti di chi trova ancora diletto nel passeggiare sotto i portici di una città, di soffermarsi in una bottega antica, di chiacchierare con un amico incontrato per caso a parlare di niente, di tutto, di se stessi e del mondo.
Certo, c’è la Sicilia in queste cronache. Affiora più volte: è uno dei due capi dell’elastico che Carmelo Sciascia tende anche quando si spinge lontano. L’altro capo del filo è Piacenza e un giornale che lo ospita con intelligenza, concedendogli il lusso di dare spazio a temi e argomenti che non danno titoli ad effetto, che non producono mode, tendenze o allarmi. Uno spazio in cui la scrittura convulsa del giornalismo cede al passo del flaneur, all’uomo capace di smarrirsi e ritrovarsi solo per il piacere, non tanto di perdere il tempo, ma di ritrovarlo.
Sono boccate di ossigeno queste cronache, che ci distolgono da facebook, da instagram, dai centoquaranta caratteri di twitter per ridarci una scrittura che risale per spirali, si allarga e si restringe, sia pure dentro la tirannide delle colonne di un quotidiano. Un pozzo delle curiosità intelligenti: una lanterna magica nella quale trovare paesaggi, ricordi, memorie, libri, oggetti e cartoline come nel cassetto chiuso di una casa abbandonata. E a volte ci regala sorprese che non ci aspettavamo.