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Mercoledì, 24 Aprile 2024

Attacco di panico: conoscerlo per affrontarlo

Uno scoppio acuto di ansia estrema, con terrore di perdere il controllo e di morire, arriva all'improvviso come un "fulmine a ciel sereno". Si innesca così un circolo vizioso di sensazioni fisiche, emozioni e pensieri che portano ad un nuovo attacco, questo provoca sofferenza, chiusura e limitazioni della quotidianità. Questo disturbo può essere superato agendo sui meccanismi che lo innescano, conosciamolo più da vicino

Carlo ha 30 anni e lavora come ingegnere presso una multinazionale. Durante un viaggio in aereo per affari, inizia a sentirsi come se stesse per avere un attacco cardiaco, anche se non sa spiegarsi il motivo in quanto è un uomo giovane e sano. Prova un enorme senso di terrore e di catastrofe, il suo cuore batte forte ed è in un bagno di sudore, ha la gola secca. Gli altri passeggeri non sembrano accorgersi del suo intenso disagio ma Carlo è sicuro che morirà se non riceverà immediate cure mediche. Tuttavia dopo 20 minuti si sente meglio e decide che non andrà al Pronto soccorso. Nelle successive settimane, Carlo ha altri episodi simili di ansia fortissima, di breve durata, al lavoro, in macchina ed al supermercato. Quando inizia a trovare scuse per non uscire dal suo appartamento per paura di avere un altro attacco, la sua ragazza inizia ad insistere perché consulti un medico.

Il Disturbo di panico viene classificato tra i Disturbi d’ansia, perché è questo il sintomo principale che vi si manifesta in tutti i suoi aspetti: fisici, emotivi e cognitivi. Le persone con Disturbo di panico soffrono di episodi di intenso terrore, conosciuti come attacchi di panico, in cui si sentono travolti dall’ansia ed hanno un forte impulso a fuggire o a chiedere aiuto. Differentemente dal Disturbo d’ansia generalizzato che comprende un’ansia cronica ma più sfumata, le persone con esperienze di attacco di panico soffrono di scoppi acuti di ansia estrema in assenza di un reale pericolo. Questi episodi causano progressivo malessere e disagio nella persona con conseguente compromissione del funzionamento di vita quotidiano (evitamento di alcuni luoghi, diminuzione delle attività svolte e/o necessità di essere accompagnati). Questi momenti di ansia intensi si manifestano come “fulmini a ciel sereno”, ma possono essere anche provocati da circostanze stressanti eventualmente non riconosciute dal soggetto. Indipendentemente da ciò che li scatena, gli attacchi solitamente arrivano all’improvviso, sono sopportati con sofferenza perché terrificanti e travolgenti e non durano più di mezz’ora.

Individuiamo ora i sintomi di tipo fisico/fisiologico che sono quelli più facilmente riconoscibili:

  • tachicardia, battito cardiaco accelerato e dolore/oppressione al petto,
  • aumento della sudorazione, brividi o vampate di calore,
  • tremore del corpo, intorpidimento o formicolio di alcune parti,
  • respiro affannoso, sensazione di soffocamento,
  • nausea  e vertigini.

Sintomi emotivi:

  • paura di perdere il controllo,
  • paura di morire

Sintomi cognitivi:

  • persistente preoccupazione per ulteriori attacchi,
  • tensione per le conseguenze di un attacco,
  • pensiero dei cambiamenti di comportamento a causa degli attacchi.

Dopo un attacco di panico, molte persone iniziano a preoccuparsi della possibilità di averne altri in futuro e possono così cadere in un circolo vizioso di “paura della paura”. Si può essere così spaventati dalla paura di rivivere un evento simile che si finisce per chiudersi in casa, una condizione nota come Agorafobia, evitando quindi attività e contesti potenzialmente scatenanti. Questo comportamento al momento può sembrare tranquillizzante ma incrementa maggiormente il pensiero negativo e spinge la persona all’isolamento, alla chiusura aumentando lo stato di ansia che incrementa la possibilità di un successivo attacco di panico, questo viene definito Ciclo dell’attacco di panico.

Superare questo problema si può, ed è fondamentale spezzare questo circolo vizioso, agendo appunto sugli aspetti fisiologici (sensazioni fisiche), emotivi (emozioni) e cognitivi  (pensieri) perché è proprio la valutazione erronea di questi tre aspetti a mantiene e a rafforzare il disturbo.

Attacco di panico: conoscerlo per affrontarlo

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