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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Piacenza Nostra

Piacenza Nostra

A cura di Cesare Zilocchi

Cronache piacentine in attesa di editore, dal ‘700 all’Unità d’Italia

Ultimi cronisti della vita cittadina prima dell’avvento dei giornali, giacciono inediti nella civica biblioteca. Vediamoli in breve.

Don Girolamo Bozzini (o Buzini) compilò Ragguagli di cose notabili accadute in questa città di Piacenza dal 1712 al 1746. Periodo, quello, funestato da terribili morie del bestiame bovino, che il Bozzini trattò con diligenti osservazioni.

Don Giulio Gandini ci ha lasciata la sua Cronaca suddivisa in tre tomi: periodo farnesiano, periodo borbonico, ducea di don Ferdinando, illustrati da ritratti dei personaggi che vi si incontrano. 

Antonio Salvi, primo cronista laico, riferì curiose Memorie degli anni 1775-1816, con maggiore interesse per il periodo napoleonico.

Conte Giuseppe Dal Verme, non propriamente un cronista, è più noto noto come compilatore di un pregevole Regesto dell’archivio capitolare del Duomo. Tuttavia anche le sue annotazioni meteorologiche, le statistiche, le curiosità intorno alle confraternite religiose meriterebbero un accesso a stampa. 

Gian Francesco Bugoni, creatore del primo giornale agrario, fu anche un erudito ricercatore di documenti storici originali. Compilò inoltre una corposa Cronaca della prima metà dell’800 che comprende i fatti del ‘48-’49.

Antonio Bertoli, impiegato presso l’ammazzatoio delle bestie (macello) istituito dalla amministrazione napoleonica nella ex chiesa del Carmine, scrisse una Cronichetta (1806-44) umile anche nel piccolo formato dei fogli ma non priva di interessanti osservazioni e considerazioni.

Conte Giuseppe Nasalli Rocca, compilatore non di una cronaca ma di un diario di raro interesse quale fonte di controinformazione. L’aristocratico piacentino bollò infatti, ora con livore, ora con sarcasmo, i rivolgimenti politici che condussero alla unità d’Italia, quali cause di decadimento delle “belle costumanze antiche”, partendo dalle annotazioni di fatti e comportamenti osservati a Piacenza.

Lucini e Naldi vanno citati quali autori di cronache minori.

Cronache piacentine in attesa di editore, dal ‘700 all’Unità d’Italia

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