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Venerdì, 29 Marzo 2024
Piacenza Nostra

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A cura di Cesare Zilocchi

Il meteo piacentino ai tempi dei romani e di Annibale

Surriscaldamento planetario: pericolo inedito o grossa bufala? Proviamo a sfrucugliare tra le cronache piacentine del passato per verificare i capricci del meteo e i mutamenti climatici veri e propri

2.  Tempo di Roma (la prima puntata si può consultare qui)

Le grandi civiltà classiche sorsero  in climi caldi. E questo è un fatto. Annibale passò le Alpi tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre per dare inizio alla campagna contro Roma. Campagna d’inverno, quindi. E questo è un fatto strano.  Come poteva un grande condottiero africano, con elefanti al seguito, scegliere l’inverno per le sue imprese guerresche nella penisola ?   

Polibio e Livio collocano la battaglia della Trebbia nei giorni successivi al solstizio d'inverno, ovvero negli ultimi  di dicembre (festa del sole invitto, quando la luce del giorno torna a prevalere sulle tenebre). I romani accampati in sponda destra (presso Ancarano), i cartaginesi in sponda sinistra (presso Gazzola). Aggiungono gli storici che Sempronio Longo, duce dei romani, era un tipo impaziente e che, abboccando alle provocazioni nemiche, ordinò alle legioni di passare la Trebbia. Fosse di questi tempi  nessun problema, l'acqua arriverebbe si e no alle ginocchia. Ma in quel 218 a.C.  - attestano gli storici - arrivava alle ascelle perché I giorni precedenti la battaglia  erano stati molto piovosi. Toh, fino al primo gennaio 2016, non pioveva da oltre due mesi. Troppe cose non tornano: Il cartaginese che nel periodo delle piogge passa il Ticino, il Po e altri fiumi, il romano che d’inverno manda i soldati all’attacco previo ammollo nelle correnti della Trebbia in piena.  O davano entrambi da matti o – invertendo un luogo comune -  non c’erano ancora le stagioni di oggidì.

Poi Annibale passò gli Appennini e arrivò in Etruria a primavera. Così dice la storia.  Però come diavolo abbia potuto mantenere  per tre mesi,  presunti freddi e infruttiferi, un esercito di 30 mila uomini  nelle valli (o sugli altopiani) tra la Cisa e la Forcella nessuno lo spiega in modo passabile.   

(2. continua)

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