Come prevenire l'influenza? Vaccinazione e misure di igiene e protezione individuali
Con l'autunno, arrivano le malattie da raffreddamento che insorgono quando il freddo, l'umidità, lo smog, gli sbalzi di temperatura possono favorire l'insorgenza di patologie acute dell'apparato respiratorio
Con l'autunno, arrivano le malattie da raffreddamento che insorgono quando il freddo, l'umidità, lo smog, gli sbalzi di temperatura possono favorire l'insorgenza di patologie acute dell'apparato respiratorio. Particolare importanza riveste l'influenza, un'infezione acuta virale che compare frequentemente all'inizio dell'inverno; si trasmette con facilità per via aerea, attraverso le goccioline di saliva emesse con la tosse ed il contagio è quindi favorito in ambienti e comunità, come uffici, scuole, mezzi di trasporto, collettività. Il virus dell'influenza fa parte della Famiglia degli Orthomyxovirus ed è composto da un involucro esterno che contiene gli antigeni di superficie: emoagglutinine e neuraminidasi, proteine che vengono riconosciute dal sistema immunitario, con produzione di anticorpi. Genoma a RNA a singolo filamento, in base alla tipologia degli antigeni interni maggiori, la nucleoproteina e la proteina della matrice, i virus influenzali vengono suddivisi in tipo A, B e C. Mentre i virus B e C hanno come serbatoio infettivo solo l'uomo, i virus di tipo A possono contagiare anche specie animali: suini, equini, uccelli e mammiferi marini. Ad oggi, sono stati identificati 15 sottotipi di emoagglutinina (HA) e 9 di neuraminidasi (NA). Peculiarità dei virus influenzali è quindi la variazione delle caratteristiche antigeniche che vengono distinte in: maggiori (antigenic shifts) e minori (antigenic drifts). Le prime si verificano ogni 10-12 anni e soltanto nei virus di tipo A, le seconde, quasi annualmente (ogni 1-3 anni), sia nei virus di tipo B che in quelli di tipo A. Gli antigenic shifts determinano la comparsa di virus nuovi, verso i quali la popolazione è priva di immunità. Il cambiamento simultaneo dei due antigeni di superficie (emoagglutinina e neuraminidasi), può determinare una infezione improvvisa e invasiva, in tutti i gruppi di età, su scala mondiale, (pandemia), particolarmente grave, per l'elevata mortalità che ne consegue. Se invece lo shift coinvolge solo l'emoagglutinina, il virus si diffonde, sempre a livello mondiale, fra individui di tutte le età, ma, per la presenza nelle popolazioni di anticorpi anti-neuraminidasi, la forma clinica della malattia risulterà meno grave.
Dopo un breve periodo di incubazione, 1-2 giorni, l'influenza esordisce in modo brusco con febbre a carattere continuo, oltre i 38°C, cefalea, brividi, tosse, dolori articolari e muscolari, faringite, a volte, nausea e diarrea e sintomi sistemici: inappetenza, astenia, malesseri e disidratazione. Le complicanze legate all'influenza sono soprattutto broncopolmonari (polmoniti batteriche e virali), sinusiti e otiti. I virus influenzali, quasi ogni anno subiscono mutazioni derivanti dalla ricombinazione genetica tra virus umani ed animali che impediscono alla popolazione di acquisire una immunità permanente. Per questo, l'OMS fissa annualmente la composizione del vaccino che viene reso disponibile agli inizi dell'autunno ed è il risultato dei dati di sorveglianza virologica forniti da tutti i Centri Nazionali di riferimento.
LA NUOVA COMPOSIZIONE VACCINALE
Per la campagna 2018/2019 la composizione vaccinale contiene i seguenti antigeni:
A/Michigan /45/2015 (H1N1) presente anche nel vaccino 2017/2018;
A/Singapore/INFIMH-16-0019/2016 (H3N2) nuova variante;
B/Colorado/06/2017 (lineaggio B/Victoria) nuova variante.
Nei vaccini quadrivalenti, è inserito il virus B/Phuket/3073/2013-like (lineaggio B/Yamagata), in aggiunta a quelli precedenti.
La vaccinazione è il modo migliore per prevenire l'influenza e le indicazioni del Ministero della Salute delle categorie di soggetti alle quali è offerta gratuitamente sono, in sintesi, le seguenti:
soggetti di età pari o superiore a 65 anni;
donne che si trovano nel secondo e terzo trimestre di gravidanza;
soggetti dai 6 mesi ai 65 anni di età, affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza; tumori;
malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, indotta da farmaci o da HIV;
individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti;
Medici e personale sanitario di assistenza;
soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo (Polizia, Vigili del fuoco etc);
personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani (Veterinari, allevatori etc.); donatori di sangue.
I vaccini antinfluenzali inattivati (split e sub-unità), danno un'ottima protezione e sono ben tollerati da soggetti sensibili alle proteine esogene, bambini, asmatici ed anche in gravidanza.
Attualmente, in Italia, sono disponibili vaccini antinfluenzali trivalenti. che contengono 2 virus di tipo A (H1N1 e H3N2) e un virus di tipo B e vaccini quadrivalenti che contengono 2 virus di tipo A (H1N1 e H3N2) e 2 virus di tipo B.
Vaccini antinfluenzali inattivati adiuvati (adiuvante MF59), sono autorizzati per l'immunizzazione dei soggetti di età pari o > a 64 anni. La funzione degli adiuvanti è quella di potenziare la risposta immunitaria alla vaccinazione, per questo, trovano particolare indicazione nei soggetti anziani e in quelli poco rispondenti.
E' disponibile anche un vaccino vivo attenuato (LAIV) quadrivalente, somministrato con spray intranasale e autorizzato per l'uso in persone di età compresa tra 2 e 59 anni.
Il vaccino antinfluenzale non deve essere somministrato a:
lattanti al di sotto dei 6 mesi e a soggetti che abbiano manifestato una reazione allergica grave dopo la somministrazione di una precedente dose del vaccino.
Una malattia acuta di media o grave entità, con o senza febbre, costituisce una controindicazione temporanea alla vaccinazione, che va rimandata a guarigione avvenuta.
La vaccinazione va rinviata anche in caso di manifestazioni febbrili in atto.
L'immunità conseguente al vaccino compare circa due settimane dopo la somministrazione e dura all'incirca 6 mesi.
La terapia dell'influenza si basa sul controllo dei sintomi, mediante farmaci antipiretici, analgesici, antinfiammatori, reidratanti e vitaminici ed in presenza di complicazioni polmonari occorre instaurare un trattamento antibiotico specifico, prescritto dal Medico curante.