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Venerdì, 19 Aprile 2024
Salute e medicina on line

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A cura di dottoressa Rosanna Cesena

Il 2020 sarà l'anno internazionale della salute delle piante

Lo ha proclamato la FAO, per rendere il mondo consapevole dell'importanza degli organismi vegetali

La FAO (Organizzazione  delle Nazioni Unite  per l'Alimentazione e l'Agricoltura)  lancia  "l'International Year  of  Plant health  2020" per rendere i cittadini del mondo, e le imprese economiche in genere più consapevoli  della importanza  degli organismi  vegetali.

Le piante producono  l'ossigeno  che respiriamo, indispensabile alla vita, assorbono l'anidride carbonica, puliscono l'aria da sostanze  inquinanti,  contrastano l'aumento  delle temperature  causate dai riscaldamenti  domestici, salvaguardano  argini e terreni dalle erosioni che causano crolli e frane e costituiscono  l'80%  del cibo  che introduciamo. 

Ogni anno, malattie causate da parassiti distruggono quasi la metà delle coltivazioni, arrecando danni ingenti. La salute dei vegetali è importante anche per la sicurezza  alimentare, ed è fondamentale per l'equilibrio  degli ecosistemi, l'insieme  degli organismi  che vivono  in un determinato ambiente. Gli esperti consigliano la massima  attenzione  prima di   trasferire, durante  viaggi, semi o piante del Paese visitato, per evitare  che si diffondano  malattie.

Ad oggi, sono state classificate 300.000 specie di piante ed oltre un milione e 700.000 sono invece quelle animali conosciute, ma  gli scienziati  ipotizzano  siano molte di più. Tutti gli esseri viventi fanno parte di un unico disegno  della natura e vegetali ed animali  sono  strettamente dipendenti.

Le api sono considerate sentinelle dell'ambiente, se diminuiscono in numero elevato, come sta accadendo, a causa dei pesticidi e dell'inquinamento, significa che gli ecosistemi nei quali vivono sono gravemente minacciati.

Rivela uno studio effettuato dai Ricercatori del "Royal  Botanic  Garden" di Kew, in Gran Bretagna e della Università  di Stoccolma che negli ultimi 250 anni, sono state 571 le specie vegetali scomparse, che crescevano,  soprattutto sulle isole  e nelle zone  tropicali, dove c'è una maggiore  diversità della flora.

L'estinzione di tante piante è dovuta alle attività umane  dannose, come l'inquinamento che  sta avvenendo ad una velocità  superiore  ai  normali cicli  della natura. Il record di specie perdute va alle Hawai (79), seguite da Città  del Capo, in Sud Africa con 37 casi.

In Italia, negli ultimi anni, il diffondersi del batterio "Xylella fastidiosa" in Puglia, ha modificato  distese di olivi secolari  che sono stati  distrutti  dalla  "malattia  del  disseccamento rapido". Oltre 4 milioni  di piante  sono diventate improduttive e ancora non si è trovata  una terapia specifica, arrecando gravissimi danni economici.

Tra gli alberi più antichi del mondo il "S' ozzastru",  olivo  selvatico di    Luras  in provincia di Sassari,  con i suoi 4.000 anni è uno degli esemplari  più vecchi  di Europa.

L'albero più antico piantato dall'uomo si chiama "Sri Maha  Bodhi" ed è un "Ficus religiosa" a  Bodh Gaya, città dell'India. Ma, l'albero più antico della Terra  è la quercia "Jurupa" trovata in California  nel 2009, ha 13.000 anni ed è  spuntata quando gran parte della Terra era coperta dai ghiacci. Senza dimenticare l'olivo storico di Palombara Sabina, vicino  a Roma, dove sostavano i pellegrini  diretti alla Cappella  della Madonna della Neve, che  ha mille anni.

Avventurarsi tra gli alberi, spesso secolari, fa bene al corpo ed alla mente. E' una pratica denominata "terapia forestale" (forest therapy) e proviene dal Giappone  dove la cura degli alberi  è considerata un'arte  nobile. Passeggiare nel verde è rilassante, favorisce la respirazione, aumenta il tono dell'umore e rafforza il sistema immunitario.

L'età delle piante può essere stabilita dal CEDAD (Centro di Fisica Applicata, Datazione e Diagnostica - Brindisi), il primo centro italiano  che effettua  datazioni   con il Radiocarbonio  (o carbonio -14), di cui è Direttore   il professor Luca Calcagnile  dell'Università del Salento a Lecce.  Questo elemento chimico presente nella atmosfera  viene  assorbito  dagli organismi  viventi  fino alla loro  morte, per poi diminuire  con il tempo. Misurando la concentrazione rimasta di radio carbonio si può stabilire  la datazione indietro  di 50.000 anni.

L'Amazzonia, considerata "il polmone verde" è la più grande foresta  al mondo con il più ricco  sistema  fluviale  planetario ed  ospita circa il 20%  dell'acqua  dolce sulla Terra.  Una foresta che regola il clima  dell'intero pianeta, ospitata principalmente  dal Brasile e  la sua superficie  è di circa 5,5 milioni  di Km2.

Tra il 2017 e il  2018, la foresta pluviale brasiliana si è ridotta di 7.900 Km2 a causa  della deforestazione.  L'osservazione della Amazzonia da parte di una coppia di scienziati esploratori  Gerard  e Margi  Moss,  ha portato allo studio   l'effetto  dello spostamento  di enormi  concentrazioni   di  umidità  dovute alla traspirazione  degli alberi.

La quantità di acqua rilasciata dalla foresta brasiliana è di circa 20 miliardi di tonnellate  al giorno. L'acqua che evapora dalle grandi foreste porta pioggia nelle zone aride  del mondo,  un fenomeno  atmosferico  importantissimo,  messo  purtroppo a rischio   dall’abbattimento  di alberi.

Il 2020 sarà l'anno internazionale della salute delle piante

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