In Italia è in arrivo il "5g"
Partono le sperimentazioni in 120 Comuni per verificare i possibili rischi delle alte frequenze sulla salute umana
Una delibera della Autorità per le garanzie nella comunicazione indica il territorio di Vernasca tra i 120 Comuni nei quali è in corso la sperimentazione per valutare l'impatto delle alte frequenze sulla popolazione esposta all'elettrosmog. Nella Regione Emilia Romagna sono interessati alla rilevazione anche Bore (Parma) e Ventasso (Reggio Emilia).
La sperimentazione fa riferimento al "5 G" la nuovissima tecnologia informatica in arrivo in Italia che prevede di velocizzare la rete fino a 10-15 gigabit al secondo, entro due anni e 100 gigabit entro il 2025. L’attuale tecnologia "4 G" già presente nel nostro Paese è di 1 gigabit al secondo. Quindi, una tecnologia al massimo, per i contenuti ad alta risoluzione sul web, le videochiamate, applicazioni in ambito industriale, sanitario e dei trasporti, dovuti all'importante incremento di velocità.Il "5 G" sta però ricevendo critiche da parte di Associazioni ed esperti di settore riguardo ai possibili rischi per salute. Nel marzo scorso, un gruppo di cittadini ha raccolto 11.000 firme in una petizione popolare consegnata al Parlamento, alla quale hanno partecipato:
Alleanza Stop 5 G, Associazione Italiana Elettrosensibili, Associazione Elettrosmog Volturno, Istituto Ramazzini, Associazione Obiettivo Sensibile, Comitati oltre la MCS e No Wi-Fi Days. L'allarme si è esteso anche ad Andrea Maschio, Consigliere regionale M5S in Trentino, Andrea De Bertoldi, Senatore di Fratelli d'Italia e Medici per l'Ambiente ISDE Italia (International Society of Doctors for the Environment) che hanno chiesto una sospensione del 5 G, anche in una lettera al Ministro della Salute. Il dottor Agostino Di Ciaula, Presidente del Comitato Scientifico ISDE ha manifestato preoccupazione per le evidenze che stanno emergendo dalla sperimentazione del 5 G. Sono state segnalate alterazioni della espressione genica, effetti sulla cute, sulla proliferazione cellulare, sulla sintesi di proteine e dei processi infiammatori e vi sono studi che mettono questa nuova forma di inquinamento in relazione con rischi per la fertilità.
Il timore principale per l'uomo deriva principalmente dalle radiazioni a radiofrequenza (RFR) che saranno prodotte da ripetitori e trasmettitori della telefonia mobile. Uno studio condotto dall'Istituto Ramazzini di Bologna, Centro di Ricerca indipendente per la prevenzione del cancro e delle malattie di origine ambientale, ha osservato l'impatto delle RFR sugli esseri viventi e confermato questi rischi in uno studio sperimentale.
Gli esperti hanno osservato la presenza di Schwannomi maligni, rari tumori delle cellule nervose del cuore, nel gruppo di ratti maschi esposti alle radiofrequenze, alla intensità di campo di circa 50 Volt/metro. Da questo studio è emerso anche un aumento della incidenza di altre lesioni, come l'iperplasia (aumento di numero) delle cellule di Schwann (cellule di rivestimento dei nervi) e gliomi maligni (tumori del cervello) evidenziati in ratti femmine, alla dose più elevata. La dottoressa Fiorella Belpoggi, Direttrice dell'Area Ricerca dell'Istituto Ramazzini, ha dichiarato che questo studio conferma e rafforza i risultati del "National Toxicology Program" americano.
Tutti i livelli di esposizione usati nello studio sono inferiori al limite statunitense FCC per la massima esposizione concessa per la popolazione. Quindi, se un ripetitore emette questa quantità di radiazioni è considerato conforme rispetto a tutti i regolamenti e alla legislazione degli Stati Uniti. La salute pubblica, ha spiegato, inoltre, la dottoressa, necessita di una azione tempestiva per ridurre l'esposizione alle radiazioni e concepire tecnologie migliori dal punto di vista della sicurezza, piuttosto che di potenza. Sono più di 10.000 gli studi scientifici che dimostrano danni alla salute umana derivanti dalle radiazioni RF, tra questi, l'alterazione del ritmo cardiaco, depressione, problemi del sonno, modificazione della espressione genica e cancro.