Tra cervello e intestino quali correlazioni?
Stress, emozioni negative, ansia e depressione possono influire sulla salute dello stomaco e dell'intestino
Nell'intestino si trova una rete nervosa di oltre cento milioni di neuroni che si collegano al cervello tramite il sistema nervoso vegetativo. G. Meissner e L. Auerbach scoprirono che nel tubo digerente, tra la mucosa e lo strato muscolare della sottomucosa e anche all'interno della tonaca muscolare vi sono grossi plessi di tessuto nervoso: sub-mucoso e mienterico. Nel 1921, J.N. Langley, professore a Cambridge in Inghilterra, descrisse l'organizzazione di quella parte del sistema nervoso che non è influenzabile dalla nostra volontà, definendolo sistema nervoso autonomo o neurovegetativo, poiché il suo compito è quello di regolare gli organi interni e lo suddivise in: simpatico, parasimpatico e sistema nervoso enterico (metasimpatico).
Il riflesso peristaltico, cioè l'onda nervosa che determina una successione regolare di contrazione e dilatazione delle tonache muscolari dell'esofago, dello stomaco e dell'intestino, in modo da consentire il percorso del cibo lungo il canale alimentare è generato e governato dal cervello enterico. L'apparato gastrointestinale, infatti, ha un suo ritmo che è assicurato da cellule chiamate “interstiziali di Cajal”, le quali oscillano ritmicamente, dando il tempo (pace-maker) alla rete nervosa che comanda i riflessi peristaltici. Anche queste cellule invecchiano, possono essere danneggiate, e quindi, influire sulle funzioni e il benessere dell'addome, con possibile eccesso di peristalsi (perdita di acqua e diarrea), o una diminuzione (costipazione ((stipsi)) e dolore). Così, anche le secrezioni dei succhi gastrici e pancreatici necessari alla digestione degli alimenti, sono governati dalla rete nervosa enterica.
Si tratta, quindi, di un complesso neuro-endocrino-immunitario che gestisce il normale funzionamento dell'apparato gastrointestinale, garantisce l'equilibrio e lo difende da agenti patogeni provenienti dal cibo, dal sangue, ma anche da stress emotivi, in stretto collegamento con il sistema nervoso centrale. Stress ed emozioni negative, depressione e ansia possono influire sulla salute dello stomaco, provocando gastriti e ulcera, e dell'intestino, determinando ulcere duodenali, malattie infiammatorie croniche e intestino irritabile. Una molecola che ha un legame con la depressione è la serotonina ed una sua carenza, può avere un ruolo determinante, tanto che, alcuni farmaci antidepressivi ne aumentano la disponibilità. Il 95% di tutta la serotonina dell'organismo, viene prodotto dalle cellule enterocromaffini dell'intestino (o enteroendocrine); essa ha il ruolo di iniziare il riflesso peristaltico, mantenere il tono muscolare, regolare i movimenti e l'attività digestiva, ma anche a segnalare al cervello la sazietà o la nausea. In caso di infiammazione intestinale, si produce un eccesso di serotonina che satura i sistemi di riassorbimento e desensibilizza i recettori e questo può causare un blocco della peristalsi con costipazione (stipsi). Al tempo stesso, l'infiammazione, attiva enormemente l'enzima che demolisce la serotonina (monoamino ossidasi) e si può avere, nel tempo, a livello cerebrale una importante diminuzione della molecola, con conseguente depressione. Quindi, infiammazione, alterazione intestinale e depressione possono essere manifestazioni dello stesso processo.
Quello che mangiamo è in grado di influenzare l'umore? Richard J. Wurtman, Direttore del Centro di ricerche cliniche del Massachussets Institute of Tecnology ha dimostrato che la composizione di un pasto, se a prevalenza di carboidrati o di proteine, influenza la quantità dell'aminoacido triptofano, disponibile per la sintesi di serotonina cerebrale. I dati pubblicati hanno confermato che una colazione ricca di carboidrati determina una disponibilità di triptofano superiore al 50% a quella prodotta da una colazione proteica e quindi maggiore possibilità di sintesi di serotonina e umore migliore. Carboidrati, non significa solo pasta e dolci, ma anche verdura e frutta, la cui importanza per il buon umore è data dalla loro ricchezza in acido folico, da cui deriva un antidepressivo endogeno, la s-adenosil-metionina. In tema di depressione, le ultime ricerche hanno evidenziato il ruolo del pesce nella alimentazione. La membrana che avvolge la cellula nervosa presenta un equilibrio tra colesterolo, fosfolipidi, con acidi grassi omega - 6 e omega -3, ma una dieta squilibrata, ad esempio, con poco o nulla pesce e molta carne, riduce la presenza di omega 3. Ricerche scientifiche, da studi internazionali, evidenziano che nella depressione e in altri disturbi psichiatrici, l'equilibrio tra omega – 6 e 3 viene alterato con un deficit di quest'ultimo. In generale, bassi livelli di omega-3 nel sangue si associano a malattie cardiovascolari, depressione nelle sue varie forme e psicosi.