rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Esse come sicurezza

Esse come sicurezza

A cura di Siap (Sindacato italiano appartenenti polizia) di Piacenza

Criticate la Polizia di Stato, anche aspramente: ma non strumentalizzate

La Polizia di Stato c'è, la Polizia di Stato opera, i sindacati collaborano con le questioni serie e reali - le strategie propagande noi del Siap le lasciamo ad altri come le statistiche dei professoroni non ci interessano - ma bisogna davvero sempre più far comprendere ai cittadini cosa è che non va e cosa va

Molte volte quando sui tg, sui quotidiani e sul web appaiono critiche anche dure contro l’operato della Polizia di Stato - o meglio, di alcuni appartenenti - molti colleghi mi chiedono come mai le stesse critiche su episodi ancor più gravi non le facciano anche su altre forze di polizia. Rispondo sempre che è un bene, perché significa due cose: che la Polizia di Stato fa meno paura - ed è un bene - e che evidentemente certe questioni che accadono anche in altri corpi non vengono a galla perché non vi è la sindacalizzazione, che consente la critica pubblica a differenza della sicurezza a stellette.

Come ben noto a noi del Siap, il detto che "i panni sporchi si lavano in casa” non è valido: infatti ci appare un comportamento mafioso su una istituzione che, nonostante quel che certi “imbecilli” possono dire, è l’istituzione più importante di questo Stato latitante, all’interno del quale la Polizia di Stato, in questo periodo di crisi, sta facendo da ammortizzatore sociale alla disperazione di tante famiglie in cui si consumano drammi umani. Drammi che ci segnano profondamente e che poi nessuno ci aiuta a gestire e digerire umanamente, lasciando ferite profonde aperte.

A quanti suicidi i colleghi assistono, a quanti atti di disperazione, a quanti eventi che ci segnano come esseri umani, come figli, come genitori, come lavoratori di un Paese che non va. Bene, criticateci, fatelo, non abbiate paura di farlo purché non si personalizzi, purché non si strumentalizzi. Purché non si generalizzi, ma soprattutto purché la critica, anche aspra, sia costruttiva e abbia lo scopo di entrare nel cuore delle persone, perché a mio parere tutto questo ci deve far crescere.

Una cosa chiedo ai cittadini e ai colleghi: parliamoci spesso e cerchiamo il dialogo anche nelle terre di confine dove il pensiero è chilometri e chilometri lontano dal proprio. Sto viaggiando molto in questo periodo per questioni sindacali che mi consentono di comprendere in prima persona le problematiche locali di ogni città. Sono stato a Bologna per contrattare servizi di ordine pubblico in una piazza dove quotidianamente si consumano drammi e che qualcuno ha definito una polveriera, e che qualcuno ha definito terra di nessuno.  

Via Roma a Piacenza? Fa tenerezza in confronto, e lo dico senza voler svilire le preoccupazioni degli abitanti di detta via. In ogni città un dramma sociale, in ogni città richieste di aiuto alla Polizia di Stato, ed in ogni città si cerca di dare il massimo nonostante ci sia uno Stato che ci tratta male – all'infuori delle campagne elettorali – e che non ci fornisce i mezzi per lavorare seriamente e serenamente per colpa di logiche che ancora oggi faccio fatica a comprendere. 

La Polizia di Stato c’è, la Polizia di Stato opera, i sindacati collaborano con le questioni serie e reali - le strategie propagande noi del Siap le lasciamo ad altri come le statistiche dei professoroni non ci interessano - ma bisogna davvero sempre più far comprendere ai cittadini cosa è che non va e cosa va, e cosa bisogna fare senza aver paura delle critiche anche dure e del confronto leale. Chi non riesce ad andare oltre il proprio pensiero e chi inganna se stesso non facendo emergere la propria natura e non racconta la verità, inganna tutti! Ben vengano quindi le critiche. La critica è democrazia. 

Si parla di

Criticate la Polizia di Stato, anche aspramente: ma non strumentalizzate

IlPiacenza è in caricamento