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Esse come sicurezza

Esse come sicurezza

A cura di Siap (Sindacato italiano appartenenti polizia) di Piacenza

La scusa dell’appartenenza politica per giustificare l’ignoranza nel merito delle questioni securitarie

Questa volta desidero effettuare un intervento parlando della mia attività sindacale, non per parlare di me, ma per far comprendere quanto l’ignoranza e la superficialità la fanno da padrona a beneficio di quella politica che ci sta distruggendo e che sta campando grazie a competizioni di appartenenza che non ci fanno spesso ragionare, in quanto un pensiero che farebbe bene a tutti, non va condiviso se a farlo è qualcuno di fede politica diversa anche quando diversa non lo è, ma conviene far si che lo sia
per incapacità di discussione sul merito delle questioni.

Io, come tutti, ho una fede politica che, chi mi conosce, compresi esponenti politici locali e nazionali, sa perfettamente che non è di sinistra ma, da sindacalista, per non essere come quei sindacati che criticano solo se a governare è la parte politica a cui non appartengono, mi sono prefissato, riuscendoci, di non farmi affatto influenzare da ciò che voto nella cabina elettorale.
Basta andare su Internet, e si troveranno articoli stampa e manifestazioni contro governi di destra e di sinistra.
Contro Prodi, contro Berlusconi sino all’ultima manifestazione effettuata a Milano contro Renzi. Così come ho criticato, localmente e duramente, i sindaci Reggi e Dosi, l’onorevole Polledri, l’onorevole Foti e per finire l’onorevole Bergonzi, tutti sul tema sicurezza e quasi sempre sui servizi o iniziative spettacolari da spot sulla sicurezza nell’era del questore Innocenti, nell’era del questore Rosato e nell’era del questore Germanà. E i fatti, nel tempo, mi hanno sempre dato ragione. Così come ho criticato duramente
l’attuale prefetto sulle famose inferriate.

Fatta questa premessa, facilmente riscontrabile, divertito e deluso dall’ignoranza che serpeggia a mio parere in quella parte del popolo Italiota, è divertente notare come nel tempo, a secondo dei casi, mi hanno catalogato come fascista o come comunista
per autodefinirmi, ironicamente, fascio-comunista tendenzialmente socialista.
Quindi, nel mio interno ci si trova ad essere criticato da taluni sindacati di sinistra in quanto loro pensano che il sociale sia una cosa di sinistra e ci si sente criticare dai sindacati di destra in quanto bisogna essere sempre e comunque a favore della fede politica anche se ti calpesta e ti lede la dignità in quanto bisogna essere sempre “tosti”. Poi ci si trova ad essere catalogato fascista solo perché si indossa una divisa e ci si trova ad essere additati come comunisti perché si partecipa ad iniziative antimafia.
Pensate, sono riuscito ad effettuare una iniziativa antimafia in un centro sociale a Torino e mentre quelli dentro mi davano del fascista perché poliziotto, quelli fuori, alcuni colleghi in servizio, mi davano del comunista perché ero entrato là dentro.

Quindi - mi rivolgo a chi preferisce catalogare che discutere del merito in quanto spesso ignorante - mettetevi tutti l’anima in pace, sindacalmente non appartengo a nessuno, non faccio sconti a nessuno, ma sono a difesa dei diritti della categoria e contro chi specula sulla insicurezza e la paura dei cittadini, attraverso spot che ritengo offensivi nei confronti di chi si fa il sedere ogni giorno in strada rischiando la vita.
La sicurezza non è una curva da stadio con bandiere che si sventolano e cori, ma è qualcosa che si deve sentire addosso mentre si cammina in ogni angolo di una città e in ogni via anche dove la giunta governante ha preso pochi voti e soprattutto ogni
giorno 24 ore su 24 senza riflettori accesi.

Non sono del tutto contrario a controlli straordinari del territorio o blitz, ma questi devono essere finalizzati esclusivamente a difendere il diritto alla sicurezza, e non a fare contento il politico di turno con scenette da telenovelas alla Solenghi, Lopez e
l’indimenticabile Marchesini.

È inutile avere 30 pattuglie di varie forze di polizia di giorno e solo due di notte, se non una che poi deve essere impegnata per ore per un sinistro stradale, quando la gente mentre dorme vorrebbe avere meno incubi e non vorrebbe pensare di comperarsi una pistola per difendersi ed uccidere se qualcuno gli entra in casa.

Sono anche io per la legittima difesa su chi ti entra in casa, ma prima di questo, nonostante sono armato, vorrei pensare che nessuno ti entra in casa grazie a servizi che hanno una costante nelle 24 ore grazie ad un impiego costante in ogni minuto di una giornata, senza tralasciare i servizi che accendono poco i riflettori ma che comunque sono essenziali per la vita dei cittadini.

Alla fine, su cosa è di destra o di sinistra, come diceva il compianto Gaber, io non lo capirò mai, ma una cosa è certa, la mamma degli imbecilli è sempre incinta con parti plurigemellari e a godere è sempre quella politica che sulla appartenenza fatta da slogan ci sguazza divinamente soprattutto quando a farla da padroni sono taluni estremisti di destra o di sinistra che alla fine si assomigliano come gemelli della mamma di cui sopra.

Concludo, divertito, raccontando quando ho organizzato un convegno con il compianto Marco Pannella, che l’Italia Iitera deve ringraziare per la democrazia che ha difeso in più occasioni anche quando non condivisa.
In quell’occasione mi diedero anche del drogato e amico dei gay, dimenticandosi che in quel convegno c’era il sindaco Reggi e il senatore Polledri a rappresentare ogni pensiero politico. Io non salgo su un palco politico contro maggioranze di destra o di sinistra, e non do la maglietta della polizia a nessun politico, ma partecipo a convegni e congressi dove ogni voce possa essere ascoltata.

Spero solo che se un giorno visiterò Houston, mi daranno dell’astronauta così, come tante persone della mia epoca, realizzerò questo sogno fatto da bambino.

La scusa dell’appartenenza politica per giustificare l’ignoranza nel merito delle questioni securitarie

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