rotate-mobile
Esse come sicurezza

Esse come sicurezza

A cura di Siap (Sindacato italiano appartenenti polizia) di Piacenza

Sicurezza, il Siap: «Piacenza non può più essere considerata come una piccola provincia»

Lettera aperta al questore Pietro Ostuni

La questura di Piacenza, in questi ultimi anni, ha dovuto organizzare innumerevoli servizi di ordine e sicurezza pubblica per manifestazioni organizzate e improvvise, su vari temi sociali, da aggiungersi a quelle sportive, e come ieri, di carattere politico.  La nostra città negli ultimi anni, causa la sua posizione geografica strategica in un Paese dove quasi ogni cosa viaggia su gomma, è al centro dell’attenzione imprenditoriale di numerose imprese come Ikea, Amazon, Unieuro, Leroy Merlin ed altre mi risulta stanno per arrivare, che necessitano, logicamente, di altrettante ditte sul piano logistico che vuol dire maggiore circolazione stradale, maggiori introiti, maggiori residenze e domicili da parte di lavoratori che sopraggiungono da altre città e altri Paesi comunitari e non. 

Tutto questo, logicamente, oltre ad incidere sulle autorizzazioni di polizia e in particolare sull’immigrazione, incide sul piano della sicurezza su più fronti e, in particolare , sul diritto del dissenso democratico attraverso manifestazioni e scioperi anche improvvisi. La polizia, il questore in primis, autorità provinciale e tecnica della sicurezza pubblica, dovrà necessariamente garantire sicurezza delle libertà garantite dalla costituzione oltre a quella sicurezza di vivere serenamente nelle strade e nelle proprie residenze, ricordando che lavoro vuol dire sicurezza. 

Pertanto, così come le ho anticipato personalmente, credo che vada sensibilizzato seriamente il dipartimento affinché, per quanto riguarda le assegnazioni future del personale, ragioni su Piacenza su quello che rappresenta e non solamente sul numero degli abitanti o la vastità del territorio, in espansione, ma anche sulla popolazione che quotidianamente accede e defluisce da questa provincia per centrarvi, per buona parte della sua giornata, i suoi interessi leciti, costituzionalmente e legalmente garantiti ma eventualmente, purtroppo, anche quelli illeciti.

Sempre di più poi Piacenza sta divenendo il simbolo, non solo operativo, delle volte anche teorico (e quindi in anticipo sui tempi) del variegato o non sempre ortodosso sindacalismo di base.  Sempre di più attrae, in certi momenti e per certe ricorrenze, forze e movimenti persone che intendono fare di Piacenza il riferimento per talune battaglie politiche, sindacali e sociali. Piacenza, sul tema sicurezza, pertanto,  non può più essere considerata come una piccola provincia e basta, credo sia necessario un ragionamento ben più approfondito. Comprendo che ogni questore d’Italia chiede ogni giorno più uomini e mezzi ma, come ho già detto, Piacenza va acceso un faro di ragionamento serio e incisivo  e sono convinto che lei saprà certamente illuminare. 

La questura da circa 220 poliziotti oggi ne detiene circa 170 con più anni alle spalle, alla Polstrada di Piacenza, personale sempre più anziano e inferiore di numero, da 42 oggi è a quota 37, non arriva un agente di nuova nomina da circa 16 anni, idem alla Polfer e la Polizia Postale, che, come noto, è in procinto di chiusura . In tutto questo, nei prossimi anni, molti colleghi andranno in pensione. Sinceramente, così, non si può andare avanti. Le incombenze aumentano, la criminalità è sempre più agguerrita, la circolazione stradale e ferroviaria sono sempre più intensi, le problematiche occupazionali del Paese in crisi ecc, e noi,  donne e uomini in divisa, sempre più con meno mezzi, malpagati, sempre più anziani, con scarni tutele legali e con leggi che puniscono poco talune violenze ai danni dei poliziotti che ogni giorno vengono allegramente aggrediti. 

Non solo mi appare auspicabile, se non doveroso, un aumento dell’organico e dunque della quantità e della qualità del controllo del territorio dell’urbe e di ciò che immediatamente la circonda nelle sue diverse strutture sociali, economiche, infrastrutturali e di comunicazione ma anche una revisione delle pianificazioni, immaginando fasi e procedure di intervento nei vari scenari di prevenzione ma anche di intervento in caso di manifestazione improvvisa di tensione. Sono certo che con lei potrà tenere aperto un canale di dialogo, serio e puntuale, laddove il sindacato possa dare un contributo negli aspetti che la normativa pattizia e non gli riserva, ad esclusiva tutela dei diritti dei lavoratori in divisa affinché  possano svolgere un sereno e proficuo servizio per i piacentini. 

             

Si parla di

Sicurezza, il Siap: «Piacenza non può più essere considerata come una piccola provincia»

IlPiacenza è in caricamento