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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Il Klimt dei misteri, spuntano i primi dubbi sulla Signora

Indiscrezioni su una ipotesi legata all’autenticità. Nei giorni scorsi una consulente nominata dalla Procura di Piacenza ha visto il dipinto

Il “Ritratto di Signora” non smette di stupire. Non appena ritrovato, infatti, ecco che si ritrova sull’orlo di un nuovo mistero. Nei giorni scorsi, una delle consulenti nominate dalla procura ha visionato il celebre Klimt ritrovato il 10 dicembre scorso, dopo 22 anni dal furto, in una scaffa della Galleria Ricci Oddi. Secondo indiscrezioni, sarebbero emersi alcuni dubbi legati all’autenticità. Naturalmente, le verifiche a cui è, e sarà, sopposto il dipinto sono tantissime. Insomma, non basta un sospetto per dichiarare o meno l’autenticità di un’opera. Le informazioni filtrano con il contagocce e gli inquirenti hanno chiuso in cassaforte le indagini (tanto che non si sa ancora con certezza dove sia tenuto il Ritratto di Signora), anche perché un quadro più chiaro si avrà solo quando i tre consulenti nominati dal sostituto procuratore Ornella Chicca - che ha delegato le indagini alla Squadra mobile e si avvale della collaborazione dei carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Bologna - consegneranno la loro relazione finale. Dal giorno del ritrovamento, infatti, sul Klimt è calato il sipario. La procura ha aperto, subito dopo il rinvenimento da parte di alcuni operai, un fascicolo contro ignoti, in cui ha ipotizzato il reato di ricettazione.

Per ora, si può solo ipotizzare che cosa abbia fatto sorgere i primi dubbi. Potrebbe trattarsi di elementi fisici (come l’epoca della tela, i componenti dei colori ad esempio, l’essiccamento della pittura, i segni di invecchiamento attraverso le piccole crepe che si evidenziano solo con un’analisi al microscopio e altri fattori) oppure di elementi legati al dipinto, alla tecnica dell’autore, agli elementi ricorrenti, agli schemi usati. Riconoscere la mano dell’artista è uno dei primi passi che aiutano nell’attribuzione dell’opera. Oggi, però, oltre all’occhio e alla cultura di uno storico dell’arte vengono in aiuto la tecnologia e l’informatica.

Il Klimt piacentino, però, ha la particolarità di avere sotto di sé un altro dipinto, portato alla luce da una studentessa di Pavia, Claudia Maga, che nel 1996 aveva scoperto sotto al Ritratto di Signora un’altra signora, ma con un cappello, che l’artista viennese dipinse nel 1910. Quel quadro venne esposto a Dresda nel 1912, pubblicato nel 1927 e da allora è stato dato per disperso. Salvo poi riapparire sotto le pennellate del Ritratto di Signora.

Oltre al dipinto sommerso, a favore dell’autenticità ci sono i sigilli, posti sul retro dell’opera. Le indagini dovranno verificare se tutti questi elementi esistano e siano autentici. Alle analisi dettagliate non sfuggirà nemmeno il luogo del ritrovamento, per stabilire se le condizioni climatiche abbiano permesso o meno la conservazione per lungo tempo del sacco nero per i rifiuti dentro al quale è stata trovata la Signora.

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