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Cronaca

Una mostra su Pippo Bruzzi, il pittore della memoria dell'Alta Valnure

Le parole di Pippo Bruzzi su una sua tela: «Mi piace recuperare le cose autentiche della nostra montagna che si va disfacendo perché rimarranno a testimonianza di un passato bello e di un tesoro di arte che ricopriva le nostre valli»

Nel mese di agosto si terrà a Piacenza un'esposizione di oltre cinquanta tele del pittore piacentino Pippo Bruzzi, spentosi alcuni mesi fa a 75 anni.  Entro l'anno a cura della figlia Raffaella, uscirà la sua biografia a stampa intitolata "Pippo Bruzzi, il pittore della memoria dell'alta Val Nure”.

Nato a Bruzzetti di Groppallo (Farini) nel 1940, Pippo Bruzzi aveva da subito rivelato passione per l'arte tant'è che, accompagnando le mandrie al pascolo, incideva con sassi appuntiti estemporanee raffigurazioni agresti sulle parti piane delle pietre (il ciapp) disseminate un po' ovunque. A scuola poi era la maestra a chiedergli di creare qualcosa alla lavagna. Fu la stessa maestra a proporre ai familiari di iscriverlo ai corsi di una scuola d'arte, ma non se ne fece niente perché anche le sue giovani braccia servivano al lavoro nei campi. Nonostante ciò la sua naturale inclinazione negli anni si è coniugata ad una tecnica via via sempre più ricercata fino a consacrarlo artista di livello.

Dipingeva abitualmente scene di vita dimenticata come i vecchi mestieri, le antiche costruzioni e i "barchi" (pagliai), divenendo negli anni Settanta del secolo scorso "il maestro pittore della Memoria", con quotazioni molto elevate. Le sue opere sono state esposte in varie nazioni quali Inghilterra, Francia e Svizzera con soggetti spesso richiesti dagli emigrati piacentini e che avevano come tema vedute e scorsi dei propri luoghi di origine. Suoi temi preferiti sono le chiese e gli oratori, i panorami e i torrenti immersi nei colori dell'autunno e dell'inverno, le fontane e le scene di vita contadina.

«Mi piace recuperare le cose autentiche della nostra montagna che si va disfacendo – aveva spiegato Pippo Bruzzi commentando una sua tela - perché rimarranno a testimonianza di un passato bello e di un tesoro di arte che ricopriva le nostre valli».

Le sue sono immagini dense di un calore umano immerso in uno scenario di ricordi dipinti nei "particolari". Nel contempo, in talune scene con gruppi e villaggi agresti, la rappresentazione pittorica riesce ad esprimere il dialogo semplice ed immediato della comunità di origine. Tra i soggetti preferiti rientravano i mulini ad acqua, ovvero il capolavoro dell'ingegno contadino che oggi troviamo abbandonati e cadenti avvolti dalla vegetazione spontanea. 

opera di Pippo Bruzzi-3

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