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Cronaca

Amianto, da settembre incontri pubblici per informare dei rischi

«Amianto ce n’è ancora tanto in città – chiarisce l’assessore all’ambiente Rabuffi - sui muri, sui tetti, nelle condotte, sottoterra. È un tema che dovrà essere risolto, ma per farlo ci vogliono anni. L’importante è fare un’informazione dettagliata: le persone che hanno tetti che rilasciano fibre in amianto devono capire che i primi a rischiare sono loro stessi»

Il caso più recente si è verificato nei pressi del complesso scolastico di Pittolo. Diversi cittadini hanno lamentato possibili rischi dovuti alla presenza di amianto su un tetto adiacente alle scuole. Ma l’amianto, è così nocivo per la salute dell’uomo? «L’amianto è un problema di tipo sanitario – riflette l’assessore all’ambiente Luigi Rabuffi – e molte persone pensano che la competenza sia del Comune, invece è l’Ausl locale a occuparsene. Noi facciamo solo da facilitatore e mediatore, riceviamo segnalazioni dai cittadini e proviamo a convincere – con sollecitazioni – il cittadino a intervenire. Nei casi più urgenti, quando l’amianto potrebbe rilasciare fibre nocive vicino a scuole o altri luoghi sensibili, il cittadino ha sei mesi di tempo per rimuovere il presunto pericolo». Ma se il cittadino non intende provvedere allo smaltimento? «Non possiamo fare niente, abbiamo le mani legate – spiega Rabuffi – perché, sembra incredibile ma è proprio così, non ci sono sanzioni al riguardo. C’è un vuoto normativo su questa questione e, ad eccezioni di rari casi estremi (uno su tutti il terremoto) il sindaco non può sanzionare il cittadino, come invece può disporre se una persona lascia il prato di casa incolto per lungo tempo». L’amianto di per sé non rappresenterebbe un problema: dobbiamo allarmarci quando la copertura in questione rilascia fibre che finiscono successivamente nei nostro polmoni.

«Amianto ce n’è ancora tanto in città – chiarisce l’assessore all’ambiente - sui muri, sui tetti, nelle condotte, sottoterra. È un tema che dovrà essere risolto, ma per farlo ci vogliono anni. L’importante è fare un’informazione dettagliata: le persone che hanno tetti che rilasciano fibre in amianto devono capire che i primi a rischiare sono loro stessi. Tanti si lamentano dello smog e delle polveri sottili ma i rischi sono uguali, se non peggiori. I partiti che sono presenti in parlamento dovrebbero impegnarsi per avere norme sanzionatorie sul problema e magari sviluppare incentivi per chi vuole liberarsi dell’amianto ma fatica da un punto di vista economico. Ci vogliono 12 euro al metro quadrato di spesa per rimuovere una copertura in amianto. Chi ha un garage deve sopportare una spesa sostenibile: l’imprenditore che deve smaltire il tetto di un grande capannone si trova a spendere una cifra importante in tempi di crisi. Prossimamente, da settembre, faremo incontri pubblici con l’Ausl per informare la cittadinanza – e soprattutto gli amministratori di condominio – dei rischi che si corrono. A Piacenza abbiamo il 90% dei capannoni costruiti prima del ’81, mentre il 50% degli edifici ha almeno 3 abitazioni: è difficile convincere tutte le famiglie di un condominio a effettuare una spesa del genere. La nostra è una città che si è sviluppata durante gli anni del boom economico, periodo in cui l’amianto ha vissuto una grande affermazione nel mercato edilizio».

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