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Cronaca

«Adottati con generosità ed affetto. A Piacenza l'enorme gratitudine dell'Esercito»

Il colonnello Donatello Scarano, comandante dell'ospedale militare allestito e reso operativo in pochissime ore nel pieno dell'emergenza Covid al Polo di Mantenimento ringrazia Piacenza

«Desidero esprimere, a nome di tutto il personale che ha operato nell’ambito dell’ospedale da campo dell’Esercito, un profondo ringraziamento alla cittadinanza di Piacenza che ci ha accolto, oserei dire adottato, in un momento difficile come quello che stiamo vivendo, dimostrando un affetto, un’attenzione ed una generosità che ci hanno davvero commosso», lo scrive in una lettera di ringraziamento il comandante dell'ospedale militare allestito e reso operativo in pochissime ore nel pieno dell'emergenza Covid al Polo di Mantenimento, il colonnello Donatello Scarano.  «Sin dall’accoglienza festosa degli abitanti dei palazzi che si affacciano sull’area di schieramento dell’ospedale da campo, che è stata evidente fin dai primi minuti del nostro arrivo, e poi durante tutte queste lunghe settimane di permanenza è stata continua la vicinanza della popolazione, che  - prosegue - ci ha quotidianamente recapitato ogni genere di omaggio: dai cittadini più giovani, con i loro evocativi e commoventi disegni, a quelli più adulti, che hanno rinverdito attraverso di noi le loro esperienze al servizio del Paese, a quelli anziani, che si sono presi cura di noi recapitandoci dolci fatti in casa, senza dimenticare le associazioni e la componente imprenditoriale di tutta la provincia, che ci hanno garantito ogni genere di conforto e numerose forniture industriali a titolo gratuito».

L'ospedale da campo militare al Polo ©Gis image/IlPiacenza«Per noi militari,  - spiega - abituati a servire la patria anche al di fuori dei confini nazionali, il supporto alla popolazione in un momento così doloroso e critico è stata, da molti punti di vista, un’esperienza nuova. Prima di tutto perché, dalla prima guerra mondiale ad oggi, mai un ospedale da campo militare  era stato utilizzato sul territorio nazionale per il supporto alla popolazione. Poi, per il tipo di persone che siamo stati chiamati a curare ed accudire: non feriti di guerra, non infortunati in attività addestrative, ma nostri concittadini contagiati e indeboliti da quello che ormai è unanimemente considerato un “nemico invisibile”. Infine, per la straordinaria e proficua collaborazione tra sanità militare e sanità civile, che ha sortito risultati eccellenti sia a livello lavorativo che umano; altro inedito per noi soldati che, durante le operazioni, solitamente interagiamo pressoché esclusivamente con le componenti mediche militari dei paesi alleati». «Avvicinandoci ora, in virtù del trend positivo dei nuovi contagi e del decongestionamento degli ospedali, alla conclusione di questa esperienza - da cui abbiamo imparato molto e che ciascuno di noi conserverà e metterà a frutto sia professionalmente che personalmente - desidero ancora una volta esprimere tutta la nostra gratitudine alla città ed a ciascuno dei suoi abitanti, per la vicinanza affettiva e per il concreto supporto dimostrati. Grazie Piacenza».

Primi pazienti Coronavirus all'ospedale militare da campo ©Gis

L'ospedale da campo militare al Polo ©Gis image/IlPiacenza

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